(Fonte immagini web)
Un pomeriggio di
qualche anno fa, dopo la messa alla Grotta, lo sguardo mi è caduto sulle
scritte che sono state scolpite sulle tavolette che ne adornano i muri ed una
in particolar modo ha catturato la mia attenzione, riportava una frase
pronunciata da s. Bernadette < Gesù,
Maria e la Croce, i miei amori >. Il mio cuore ha fatto un sussulto,
perché Gesù e Maria lo comprendevo bene e condividevo, ma la Croce proprio non
riuscivo a capire come si potesse addirittura amarla, visto che per me era
sinonimo solo di dolore, fatica, pesantezza, non certo di amore.
Gesù ci ha mostrato la
via e questa inequivocabilmente passa per la croce, di più la abbraccia
totalmente e Lui ce lo dice con una chiarezza che non lascia spazio a
fraintendimenti (Mt 10,38) < chi non
prende la propria croce e non mi segue non è degno di me >. Ok, va
presa, anche abbracciata, ma è possibile addirittura amarla? Sicuramente la croce
fa paura, è molto più naturale fuggirla o trascinarla, ma amarla. Anche i
discepoli dopo l’entrata a Gerusalemme pensavano al trionfo, invece Gesù ha
annunciato la Sua passione, la croce, ed essi non compresero e rifiutarono,
nelle parole di Pietro, questa possibilità, ma Gesù annunciò senza timori la
verità. Nell’omelia a s. Marta del 29 settembre scorso, Papa Francesco disse
che anche Gesù aveva paura della croce, Lui sapeva a che cosa sarebbe andato in
corso, ma ha aggiunto il Papa non poteva
ingannarsi, Lui sapeva, e tanta era la sua paura che quella sera del giovedì ha
sudato sangue…ha persino chiesto a Dio “Padre allontana da me questo calice”,
ma ha aggiunto “sia fatta la Tua volontà” e questa è la differenza.
Il compimento della
passione di Gesù ha disperso i discepoli, solo Maria, Sua Madre, che fino a
quel momento Lo aveva seguito a distanza, è rimasta con Lui accompagnandolo per
tutto il Calvario fino a sotto la Croce ed è rimasta lì, condividendo
incruentamente il medesimo dolore, fino ad accogliere il corpo esanime del
Figlio, solo così restituito al Suo abbraccio. Proprio Maria il Papa invita a
pregare domandando la grazia di non fuggire dalla croce, di allontanare il
timore e di imparare a fare come Lei.
La croce, la
sofferenza, la prova attraversa inevitabilmente la vita di ogni uomo, che abbia o no la fede,
la differenza sta nel “perché” e nel “come” la viviamo? Ognuno può e deve
rispondere personalmente, esaminando la propria coscienza e la propria vita fin
qui ed anche trovare, nella preghiera, di rispondere come il Signore Gesù.
In questi ultimi mesi
abbiamo visto tanti cristiani venire brutalmente uccisi per la loro fede, in
vari paesi dell’Africa e dell’Asia, tanti martiri, per cui possiamo chiederci
se anche a noi verrà chiesto il sacrificio della vita? Forse no, visto che
abbiamo la fortuna di vivere in un paese dove possiamo andare in chiesa senza
il rischio di venire fucilati o di saltare in aria per un attentato (almeno
fino ad ora!!), ma dobbiamo rispondere anche di tante indifferenze, superficialità,
pigrizie e tiepidezze con cui pratichiamo la nostra fede proprio rispetto a chi
non ha la stessa grazia di vivere in un paese nella pace. Mi hanno colpito come
una lama le parole di un bimbo siriano cristiano, che proprio prima di morire
ucciso ha detto < Lo dirò a Dio! >,
un’autenticità ed una familiarità che non sempre ho avuto nei confronti di Dio,
se poi si pensa che sono pronunciate davanti a gente che non esita a torturare
e massacrare donne e bambini, anche neonati, allora fa solo ammutolire.
A noi probabilmente
non verrà chiesto di versare il sangue, ma di prendere e portare la nostra
croce questo si. Ma qual è la croce? Visto che è personale per ciascuno ed
ognuno ne ha una su misura per le nostre forze, credo sia importante cercare di
scoprirla. La croce è una, non centomila, anche se la sofferenza attraversa in
diverse occasioni la nostra vita, quella specifica croce è proprio la nostra e
non va cercata fuori di noi, ma dentro di noi.
Papa Francesco,
durante l’omelia del 14 settembre 2013, ha detto che il mistero della croce
(si, perché per quanto possiamo arrivare a comprenderla, resta sempre un
mistero) si può comprendere un pochino,
in ginocchio, nella preghiera e con le lacrime e mai da soli, ma con la Madre e imparando da Gesù che pur essendo nella condizione di Dio, non
ritenendo un privilegio l’essere con Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando
simili agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di
croce (Fil 2, 5-8).
Da quando lessi quella
frase di s. Bernadette, il mistero della sua affermazione si era conficcato
nella mia testa ed ascoltando le omelie sulla croce, anche se cercavo di
glissare per paura, non potevo non domandarmi quale fosse la mia croce.
Superficialmente la individuavo dappertutto fuorché dentro di me: una persona,
una situazione, il passato, un lutto… certo la sofferenza aveva presto (ho
compreso che anche il fattore tempo è relativo, chi ha dettato limiti di tempo?)
attraversato la mia esistenza e la croce origina dalla storia, non è un’idea,
ma individuarla non è facile. La preghiera e la guida spirituale di un sacerdote
solo rendono possibile comprenderla, così come accoglierla e portarla con amore.
Dopo aver compreso quale
fosse la mia croce personale, ho pregato chiedendo aiuto a Dio per poterla accogliere
e portare, ma solo conoscendo la storia di Chiara ed Enrico sono riuscita ad amarla
ed a comprendere che ogni più piccola sofferenza è paradossalmente una grazia, un’occasione
ed una via di santità ed ho iniziato a desiderare la santità. Il cristiano non cerca
la sofferenza e non è nemmeno un masochista, è solo una persona che ha imparato
da Gesù Cristo, e da Maria, come affrontarla e viverla, pregando per la grazia di
non temerla né fuggirla, ma di accoglierla e di restare fino in fondo, come la Santa
Madre.
PREGHIERA PER LA CONVERSIONE
PERSONALE dal sito Uniti per le famiglie e i giovani (http://www.preghiereperlafamiglia.it/uniti.htm )
O Gesù, tu hai detto: “convertitevi e credete al Vangelo” e ci chiami
tutti alla conversione, ciascuno nel cammino che sta compiendo.
E allora, o mio Maestro, insegnaci la chiave di lettura giusta per
aprire le porte della conversione attraverso il tuo Vangelo.
Donaci oggi la tua Parola, quella in cui c’è la Verità, in cui ci
viene mostrata la Via per convertirci e che dà Vita.
Ci convertiamo più facilmente quando vediamo un fatto… un segno…
ma tu aiutaci a farlo solo attraverso la tua Parola.
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