Costruire ponti di dialogo

Lasciamo un po’ da parte l’attualità che irrompe nei nostri giorni e torniamo a riflessioni positive.

Una cosa che mi colpisce del linguaggio di Papa Francesco, oltre alla semplicità, alla limpidezza, alla chiarezza e fermezza di certe tematiche, è anche la capacità di calarsi nel concreto dando una serie di letture in cui tutti possono riconoscersi e di chiavi per affrontare determinate problematiche comuni a tutti.

Oggi vorrei riflettere con voi sulle relazioni umane e sul dialogo. Ognuno di noi ha fatto e fa esperienza di difficoltà, incomprensioni, divisioni e di relazioni ferite e spezzate, a volte in modo così compromesso da lasciare poco o nessun margine alla speranza. Siamo fragili e peccatori tutti, con ferite più e meno grandi nel cuore e tante esperienze nella storia personale, tutti impariamo a relazionarci per tentativi ed errori, cercando di imparare e migliorarci di volta in volta, anche se spesso non comprendiamo subito il come e tendiamo a ripetere gli stessi errori. Sappiamo tutti che indietro non si torna, il passato non può rivivere, il futuro è ipotetico, per cui non ci resta che vivere qui ed ora meglio possibile (il che non significa carpe diem, ma vivere in pienezza ciò che il Signore ci dona ogni giorno) e per far ciò è necessario non portarsi appresso pesi opprimenti come rancori, divisioni, mancanze di perdono e di amore, solo che, almeno nelle relazioni, non possiamo fare tutto da soli, possiamo decidere di lasciar andare tante cose inutili e dannose, ma la decisione è personale e riguarda noi e se l’altro non la condivide e prende un’altra strada, la relazione non può esserci più.

Noi feriamo e veniamo feriti nelle relazioni e, seppure lo desideriamo con tutto il cuore, non possiamo cancellare parole, gesti, decisioni sbagliate prese e non possiamo né guarire noi stessi né gli altri, solo un Altro può operare guarigioni e ricostruire legami spezzati, ma in cuor nostro possiamo almeno fare la nostra parte, scegliendo di continuare ad amare, di perdonare, di restare con il cuore e la vita aperti per l’altro, accettando ciò che viene, o non viene, e rispettando l’altro per come è, compresa la sua libertà, la stessa che non ci riconosce più come facente parte della sua vita.

Quando le relazioni s’incancreniscono fino a tal punto è molto difficile ricostruirle e portarle avanti, impossibile se una o tutte e due le parti non lo vogliono nemmeno, come nel caso dei coniugi che divorziano. Io credo che la speranza è davvero l’ultima a morire ed ho ascoltato tante storie belle di riconciliazione, come testimonia la realtà di Retrouvaille (visitate il sito con il link che trovate), coppie riconciliate che lavorano con le coppie a rischio divorzio, ma certo percorre strade molto difficili e richiede la collaborazione e apertura reciproca.

Nell’omelia della messa celebrata a s. Marta il 24 gennaio scorso, Papa Francesco ha parlato proprio del dialogo, perla preziosa da custodire e preservare per evitare che tra le persone vengano alzati muri di risentimento e di odio. Io ho provato e sto provando nella mia carne il dolore provocato da muri di questo genere, per cui le parole del Papa mi hanno profondamente toccato.

Per la sua riflessione Papa Francesco prende spunto dalla prima lettura, tratta dal primo libro di Samuele al capitolo 24, che narra della volontà di Saul di uccidere Davide, scelto dal Signore per succedergli sul trono, perché accecato dalla gelosia nei suoi confronti che lo porta a crederlo addirittura un nemico. Davide, pur avendo la possibilità di uccidere Saul, sceglie di non farlo e di riavvicinarsi a lui per chiarire la situazione, quindi si prostra ai suoi piedi e, attraverso il dialogo, spiega l’infondatezza delle sue convinzioni e ottiene il sospirato dono della pace.

Il Pontefice sottolinea come la gelosia, nata nel cuore di Saul, così come nei nostri cuori, e da lui ascoltata e seguita nella distorsione della realtà, produce il sospetto nei confronti di Davide, che fa alzare un muro che lo allontana da lui, quindi evolve nell’odio che, a sua volta, scaturisce fino al desiderio di uccidere; una catena verso il basso che abbiamo già visto parlando del circolo vizioso del peccato, che costruisce muri sempre più alti e spessi interrompendo la relazione. Poteva finire male, ma Davide, ispirato dal Signore, non segue la spirale negativa, anzi la spezza e costruisce un ponte di dialogo per attraversare il muro, riuscendo a riconciliarsi con il re Saul.

Papa Francesco afferma che dialogare non è facile, è difficile ma che solo con il dialogo si costruiscono ponti nel rapporto e non muri che ci allontanano, inoltre spiega le tre chiavi fondamentali per il dialogo: umiltà, mitezza e farsi tutto a tutti. Tre elementi non facili da vivere nel quotidiano, infatti egli aggiunge che bisogna ingoiare tanti rospi, ma per il dialogo e la pace sono necessari.

L’umiltà è data dalla consapevolezza di chi siamo e della nostra fragilità, dal riconoscere la nostra corresponsabilità nella difficoltà o nel problema di relazione con l’altro e dalla volontà di andare incontro, e non contro, all’altro, anche "umiliandosi" nel fare quel faticoso primo passo. La mitezza nell’adottare un tono calmo, amichevole, e nello scegliere di non alzare la voce, anche se l’altro la alza e accusa, e di chiarire quanto si ha nel cuore, eventuali conflitti, sinceramente, dicendo cosa si prova senza accusare. Infine il farsi tutto a tutti, cioè totale apertura verso l’altro. Questi tre elementi sono stati la chiave del modo di agire di Gesù, Egli ci ha mostrato come fare e noi tutti siamo chiamati a fare lo stesso, non solo per essere cristiani autentici, ma anche per costruire e vivere relazioni autentiche, sane e durature. Sia chi ha fede sia chi non ce l’ha, incontra profonde difficoltà nelle relazioni affettive e per costruire il noi è necessario che l’io e il tu che si trovano su sponde divise da un ruscello di vita si possano incontrare su un ponte e tale ponte si costruisce solo su basi solide come quelle evidenziate dal Pontefice.

Papa Francesco ha voluto sottolineare anche l’importanza di risolvere presto i problemi, senza lasciar scorrere troppo tempo, di subito avvicinarsi al dialogo, perché il tempo fa crescere il muro e talvolta vengono alzati muri impenetrabili tra le persone, che rendono molto difficile il poter riprendere la relazione, ed ha portato l’esempio del muro di Berlino, che per anni molto tormentati ha diviso la Germania in est ed ovest, aggiungendo che anche nel nostro cuore c’è la possibilità di diventare come Berlino. Ha poi concluso l’omelia rivolgendosi ai coniugi dicendo che è normale che voi litigate… in un matrimonio si litiga, alcune volte volano i piatti pure…però mai finire la giornata senza fare la pace, senza il dialogo che alcune volte è soltanto un gesto.

Il dialogo è difficile, ma è sempre possibile, basta scegliere di seguire questa strada e di fare tutto quanto è in nostro potere per costruire quel ponte verso l’altro, scegliere di fare gesti concreti (una telefonata, un appuntamento, chiedere perdono,…) nel pieno rispetto dell’altro. Vi auguro di ricostruire le vostre relazioni ferite e di vederle rifiorire nuovamente, che non significa azzerare quanto ci si è fatto del male, solo scegliere di andare oltre e di ricominciare un nuovo capitolo, imparando dagli errori del passato, un nuovo dialogo e, per quelle relazioni distrutte che solo voi volete ricostruire e non potete, affidatele totalmente al Signore, senza continuare a torturarvi e farvi del male con il ripetersi di rifiuti e silenzi che spengono ogni entusiasmo, tolgono il sorriso e minano pericolosamente la fiducia, così tanto fragile, Lui ci penserà ed opererà come è meglio per voi e per l’altro. Ho sentito da qualche parte che l'amore donato e ricevuto non va mai sprecato, quindi nessun rimpianto e avanti.

Questa volta la speranza si chiama ponti di dialogo, adoperiamoci per costruirli. Ai prossimi post

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