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I primi inviti ad ascoltare la voce del Signore riguardarono il riprendere il mio cammino di fede dalla fase scolastica ad un passo ulteriore di approfondimento e di crescita e sono arrivati attraverso la mia amica Simona che mi parlava ripetutamente dei Dieci Comandamenti di don Fabio Rosini, ma io non ero pronta ad accoglierli, infatti è dovuto trascorrere un anno pieno prima di iniziare quel percorso di catechesi. Terminato l’anno delle Dieci Parole e dopo il recupero della realtà di Dio come Padre mio e nostro, ho cercato di capire come proseguire il mio cammino e non è stato semplice.
La Chiesa offre molti cammini, la fantasia dello Spirito Santo
ha suscitato diversi movimenti e c’è davvero l’imbarazzo della scelta, la
difficoltà è nel comprendere quale ci parla di più, quale ci avvicina
maggiormente al Signore e ci fa evolvere nel cammino e nel rapporto con Lui.
All’inizio mi sono avvicinata ad un cammino francescano che
raccoglieva molti dei Dieci Comandamenti, solo che non aveva una struttura
ancora ben definita, era solo all’inizio e, pur trovandomi bene, sentivo che
non era la risposta che cercavo, e non sapevo bene dove andare e cosa fare, per
l’esperienza passata negativa ero refrattaria ai gruppi chiusi, mi sentivo
soffocare alla sola idea, così ho pregato ed aspettato.
Un pomeriggio Simona, sempre lei è stata il “modo” del Signore,
mi disse di andare insieme a messa alla Grotta delle Tre Fontane, un luogo che ebbi
modo di visitare nel 1990 e dove non ero più tornata. Si trova di fronte
all’Abbazia delle Tre Fontane, anticamente identificato con le Acque Salvie,
dove si è svolto il martirio di S. Paolo, che fu decapitato e, si racconta, la cui
testa fece tre rimbalzi che originarono tre sorgenti d’acqua.
La Grotta, cui nel 1997 Papa Giovanni Paolo II diede il nome di
s. Maria del terzo millennio alle Tre fontane, è il luogo delle apparizioni di
Maria, come Vergine della Rivelazione, a Bruno Cornacchiola il 12 aprile 1942
(ancora non riconosciute dalla Chiesa), un tranviere divenuto protestante e
fortemente anticattolico, che stava preparando una relazione in cui attaccava
la verginità di Maria SS.ma e la sua Immacolata Concezione e che si convertì in
seguito all’apparizione della Bella
Signora in una grotta, che era un tugurio dove i suoi figli stavano giocando
finendo inginocchiati per primi dinanzi a Lei attirando il loro padre. La
Vergine apparve indossando un lungo abito bianco, con una fascia rosa in vita
ed un mantello verde e la Bibbia in mano e disse queste parole < Io sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi
perseguiti. Adesso basta! Entra nel santo ovile. Quello che Dio ha promesso è e
resta immutabile: i nove venerdì del Santo Cuore, che tu hai celebrato, spinto
dall’amore della tua fedele sposa prima che tu prendessi definitivamente la via
dell’errore ti hanno salvato >.
Cornacchiola incontrò nel 1949, dopo la conversione, anche Papa
Pio XII, cui confessò che dieci anni prima aveva progettato di ucciderlo, cui
fece seguito la costruzione della statua di Maria così come l’aveva vista che
fu posizionata nella grotta e nel 1956 fu costruita l’attuale cappella affidata
alla custodia dei Frati Minori Conventuali.
Bruno Cornacchiola fondò una sua Associazione, la SACRI (Schiere
Ardite di Cristo Re Immortale) e fu proprio lì che, nel 1990, lo incontrai la
prima ed unica volta, portata da una mia compagna di scuola che, con la sua
famiglia, faceva parte dell’Associazione. Io avevo 17 anni ed era appena morto il
mio amato nonno materno, un siciliano trapiantato a Roma e maresciallo
dell’aeronautica in pensione, con la peculiarità della disciplina, dopo due
anni dolorosi, in cui lo abbiamo visto perdere la ragione e distruggere la
bella casa dove trascorsi anni felici. Ero profondamente turbata e mi portarono
all’incontro di preghiera guidato da questo vecchio uomo, con due occhi azzurri
limpidi e capelli e barba bianco neve che mi fecero pensare a Babbo Natale,
dalla voce roca, che sembrò leggermi dentro. La mia amica mi aveva portato
anche all’anniversario delle apparizioni del 12 aprile, solo due giorni prima
della morte di nonno Gianni, ma tutta quella folla mi fece estraniare e non
compresi molto, per la stessa ragione sono andata soltanto un’altra volta molti
anni dopo all’anniversario.
Alla Chiesa spetta il giudizio sulle apparizioni a Cornacchiola, ma la Grotta è per me un luogo di grazia e di pace, che porto nel cuore, che amo e mi manca davvero tantissimo.
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