La luce splende nelle tenebre


Ieri con tutte le notizie negative che si susseguono contro la famiglia, la vita nascente, i bambini ed i malati, si perché c’è chi teme, odia e rifiuta la vita al punto da proporre e far passare proposte di legge per l’eutanasia infantile, prima in Belgio ora in Canada, mascherando il tutto dietro una falsa pietà, il mio cuore era talmente gonfio di amarezza da cadere in un inganno pericoloso, ovvero quello di credere che le tenebre hanno la meglio sulla luce.

Il dolore a volte ci stringe talmente forte il cuore e la mente da impedirti di vedere chiaramente la verità; l’evento ultimo che mi ha fatto vedere tutto scuro è stato leggere sull’ANSA che un giovane papà ha sgozzato i suoi due bimbi, il più piccolo di due anni, e poi ha tentato il suicidio per ragioni ancora in corso di accertamento, sempre se possano esistere ragioni tali da giustificare un simile gesto!

È vero che nel mondo esiste il male, il demonio, e che molte persone si comportano in modo scorretto e fanno del male agli altri, ed è vero che il buio sembra prevalere, il Signore non ci ha mai detto che la vita sarebbe stata facile, che il male, la morte ed il dolore non ci sarebbero stati più, al contrario ci ha detto che avrebbero perseguitato noi così come hanno perseguitato Lui, Egli ci ha indicato la via e questa passa per la Croce e la morte, ma queste non hanno la meglio, non sono l’ultima parola né per il mondo in cui viviamo né per la nostra vita.

Vorrei ricollegarmi ad un’altra omelia di Papa Francesco durante le messe celebrate a s. Marta, lo farò spesso perché sono molto ricche di spunti di riflessione e di crescita. Nello specifico quando ci ha ricordato di vigilare sul nostro cuore per discernere ciò che viene dal Signore e ciò che viene dai falsi profeti, che vogliono allontanarci da Lui. Cominciamo col chiederci chi sono questi falsi profeti?

All’inizio quando ascoltavo questo riferimento pensavo sempre di dover stare attenta agli incontri che capitano nella vita, quindi a persone fuori di me, invece ho cominciato a comprendere che gli altri possono influenzarci quel tanto che noi per primi lo permettiamo e che la maggior attenzione deve essere rivolta al nostro mondo interiore. Papa Francesco ha ricordato che Gesù, quando è stato portato nel deserto per essere tentato da satana, ha risposto no ai tre tentativi del maligno perché consapevole che quella proposta non era la sua strada, quella dell’abbassamento e della morte di croce. Il Pontefice ha invitato a porre l’attenzione sul nostro cuore interrogandoci < io metto alla prova, quello che penso, quello che voglio, quello che desidero, o prendo tutto? Tante volte il nostro cuore è una strada, passano tutti di lì…quindi mettere alla prova tutto >. Nella sua riflessione Papa Francesco ha detto anche che il criterio per comprendere se una cosa viene da Dio, o no, è se s’incarna nella storia, come Gesù si è incarnato, e se segue la stessa via di Gesù, dell’umiltà, del servizio, del dono totale di sé, della carità.

I falsi profeti sono le paure, le immagini, i desideri, le ambizioni e i sentimenti negativi che portiamo nel cuore e che troppo spesso ascoltiamo e seguiamo, producendo il male nella nostra vita e nella vita delle persone intorno a noi. Anche il Vangelo di oggi (12 febbraio giorno in cui sto scrivendo questo post), tratto dal Vangelo di Marco (7,14-23), risponde al mio buio di ieri ed alla mia riflessione, infatti Gesù ci avvisa: “Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro… dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”. La realtà in cui viviamo esprime esattamente tutto questo, ma proprio riflettendoci su, nel mio cuore ha risuonato l’eco di una Parola, che allontana tutte le ombre ed apre la strada alla speranza, una speranza concreta, e che ha i tratti del Figlio di Dio, Gesù Cristo, ed è tratta dal primo capitolo del Vangelo di Giovanni ed è anche quella che ho scelto come titolo di questo post < la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta > (Gv 1,5).

Dove entra la luce, anche quella fioca di un fiammifero, il buio non è più, possiamo vedere dove ci troviamo e dove camminare per non sbattere o finire in una buca o contro il muro, tanto per fare un esempio. Qual è la luce che può fare questo nella nostra vita? Quella della Parola di Dio e quella dei Sacramenti, come Papa Francesco, nelle sue udienze generali del mercoledì, ci sta ricordando.

Per fare un piccolo esempio concreto, se lo Spirito non mi avesse ricordato quella parola oggi, il mio cuore sarebbe caduto preda del suo buio, invece, anche se la realtà oggettiva della mia vita e del mondo in cui viviamo non si è modificata di una virgola, nel mio cuore la luce ha rischiarato le ombre ed è rifiorita la speranza,  la Parola di Dio è davvero, come dice il salmo 119,105, Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino, per cui apriamola, leggiamola, preghiamo i salmi, facciamocela spiegare dove non comprendiamo, perché la preghiera, la partecipazione frequente ai Sacramenti, specie l’Eucaristia e la Riconciliazione, e la Parola, sono le sole chiavi per discernere gli spiriti e riconoscere la voce del Signore nel nostro cuore e nella nostra vita.

Vorrei concludere con l’invito e le parole di Papa Francesco durante l’omelia del 10 gennaio scorso, che sono un monito per me e per tutti noi: < la Chiesa è piena di cristiani sconfitti, cristiani convinti a metà, invece la fede può tutto e vince il mondo, ma occorre il coraggio di affidarsi a Dio > ed invitarvi a leggere tutti i capitoli, brevi nel testo, ma altamente profondi nei contenuti, della prima lettera di S. Giovanni apostolo, di cui io posso riportare qui solo alcuni passaggi: < Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice “Lo conosco”, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato.

Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera. Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione d’inciampo. Ma chi odia suo fratello, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi… Poiché questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri… Figlioli non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità…> (1 Gv 2, 3-11; 3,11.18).

L’amore è la scelta da fare ogni istante nel nostro cuore e nella vita e, come ha ricordato Papa Francesco, l’amore vero non è quell’idea romantica che è al centro delle telenovele, l’amore cristiano è concreto, è più nelle opere che nelle parole, è più nel dare che nel ricevere ed è amore fino alla fine, non fintanto che mi conviene, che ne ricavo qualcosa, che non ci sono problemi, che mi sento e mi va in quel momento (nel senso basato su delle emozioni transitorie e volubili – oggi ti amo, domani mi sveglio e non ti amo più!) e nell’usufrutto dell’altro. Papa Francesco prende sempre dalla prima lettera di s. Giovanni la chiave di questo amore: < In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito…> (1 Gv 4, 10-13).

Amare non è facile e farlo fino in fondo lo è ancora di più, incontriamo tanti ostacoli dentro e fuori di noi ed il mondo ci dice continuamente che è impossibile amare come Gesù ci ha insegnato e mostrato con la sua vita, ma è una menzogna. Rimanendo aggrappati all’amore di Dio e traendo da Lui, mediante la Parola ed i Sacramenti, la grazia e la forza per amarci come Lui ci ha amato, amare è non solo possibile, ma realizza il cielo sulla terra.

Amando con il cuore e tutta la vita incontriamo inevitabilmente il dolore, perché siamo fragili e fallaci, ma io credo che il dolore più profondo ed assurdo è quello di chi sceglie di non amare nel tentativo di difendersi proprio dalla sofferenza e chiude il proprio cuore, rimanendo imprigionato nella sua solitudine e nell’aridità di una vita non donata e non spezzata per amore degli altri, proprio come dice Gesù nel Vangelo di Giovanni (Gv 12,24) < In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto >. Quindi, anche se costa fatica, preghiamo il Signore che ci aiuti a tenere il cuore aperto per amare come Lui ci ha amato, il cristiano non abbraccia la sofferenza e la croce perché masochista, ma perché riempie e dona senso vero e profondo a tutta la sua esistenza e dona gioia piena, così non dobbiamo temere nulla e confidare pienamente nel nostro Signore che ci guida per la mano.
< E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha per noi. Dio è amore… Nell’amore non c’è timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore > (1 Gv 4, 16-18).

Non bisogna uccidere nessun uomo e nessun essere vivente, nemmeno gli animali e l’ambiente, perché questo genera sempre e solo dolore e lacrime. Scegliamo sempre e solo di amare.

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