Oskar
Schindler nacque a Svitavy nel 1908, città all’epoca austro-ungarica, in
seguito appartenente alla Repubblica Ceca. La successiva annessione del
Sudetenland, sua regione di appartenenza, alla Germania nazista, lo portò a
Cracovia, dove acquistò una fabbrica che produceva pentolame e, in un secondo
momento, munizioni. Impiegò più di mille Ebrei che inizialmente sfruttava,
sottopagandoli. Quando nel 1942 fu spettatore impotente di un raid nazista nel
ghetto di Cracovia, durante il quale gli Ebrei che tentarono di scappare,
vennero uccisi senza pietà, decise di difendere gli “Schindlerjuden”, gli
ebrei di Schindler salvandoli da una fine atroce. Sfruttò la sua capacità
diplomatica per ingraziarsi le autorità naziste, corrompendole con oro, opere d’arte, gioielli, organizzando in loro
onore feste, cene. Quando l’Armata Rossa stava per liberare Cracovia, Schindler
riuscì a spostare i lavoratori in una fabbrica a Brunnlitz, in Cecoslovacchia,
evitando, così, rappresaglie tedesche. Durante il trasferimento, a causa di un
errore burocratico, la sezione femminile in cui erano presenti anche i bambini,
partita qualche giorno dopo quella maschile, fu deviata al campo di
concentramento di Auschwitz, ma Schindler riuscì a farla trasferire a
Brunnlitz, corrompendo con i diamanti il comandante del campo.
Alla
fine della guerra, visse in Argentina dove fece bancarotta, tornò in Germania e
intraprese varie attività imprenditoriali poco fortunate. Nel 1961 si recò per
la prima volta in Israele; fu accolto con entusiasmo da più di 200
sopravvissuti e da allora visse tra Israele e la Germania, dove morì nel 1974.
Per sua volontà, la salma riposa sul Monte degli Ulivi, a Gerusalemme. Il Museo
dell’Olocausto di Gerusalemme gli ha dedicato un albero nel “Giardino dei
Giusti delle Nazioni” per aver salvato la vita a 1117 Ebrei.
Nel
1999 a Stoccarda, è stato trovato il manoscritto originale della Lista di
Schindler, una copia del quale si trova in una Biblioteca australiana tra i
manoscritti di Thomas Keneally, lo scrittore australiano che, venuto a
conoscenza dallo stesso Schindler della storia, scrisse “La lista di Schindler”,
edito in Italia da Sperling & Kupfer. Dal libro Steven Spielberg ha tratto
il film “Schindler’s list”. È un film molto bello che ho visto e vi consiglio
di vedere con i vostri figli, i vostri nipoti, e di commentarlo insieme; al
tempo stesso è una testimonianza dell’orrore della guerra, e delle azioni
straordinarie che l’uomo sa compiere. Nell’ultima scena, gli attori si recano
con i sopravvissuti dell’Olocausto sulla tomba di Oskar Schindler e lasciano
delle pietre, simbolo, nella tradizione ebraica, di legame e memoria.
Federica
Tarquini
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