Tutti chiamati all’amore

(bellissima immagine presa dal sito dioamore.myblog.it che vi invito a visitare)

Senza nemmeno che noi lo desideriamo, il Padre celeste da sempre ci ha pensato e ci chiama all’esistenza, non perché spinto dal bisogno di noi, né dai nostri meriti, immaginate quale contributo noi piccole e fragili creature possiamo dare al Datore della vita tutta? Egli ci ha creato solo come dono ed esclusivamente per amore, per amare e lasciarci amare, come meglio riportano le parole sulla tomba di Chiara Corbella Petrillo e sul ricordino del piccolo Davide Giovanni, il secondo bimbo di Enrico e Chiara, nato al cielo dopo poco la nascita, < l’importante nella vita non è fare qualcosa, ma nascere e lasciarsi amare >.

Il Padre ci ha creati per amore e con una specifica vocazione, che, nella peculiarità di ognuno, si esprime nell’amore, tutti noi siamo chiamati per amore ed all’amore, anche se questa chiamata si realizza in modo diverso per ciascuno di noi e, quando la realizziamo, compiamo la nostra missione e raggiungiamo la pienezza della gioia, questo lo sappiamo per chi ci ha preceduto ed ha compiuto la sua esistenza, come Chiara appunto, un esempio meraviglioso di quello che il Signore può fare nella nostra vita se glielo permettiamo e di come si possa morire felici.

Nonostante questo itinerario sia meraviglioso, a volte facciamo dei giri immensi per comprendere la nostra chiamata, o meglio per fuggire da Dio che vuole comunicarci il suo progetto d’amore. Ciò che ci trattiene e che spaventa è fondamentalmente la paura di fare scelte definitive, la paura di impegnarsi per la vita e la paura di sbagliare.

A volte noi cristiani, pur volendo seguire il Signore, frapponiamo tra noi e Lui un po’ di paletti per ostacolare l’incontro, mentre quelli considerati fuori da una vita cristiana, diciamo così, regolare, fanno con Lui un incontro forte che cambia radicalmente la loro esistenza facendole prendere una direzione chiara e forte; spesso ho notato che chi non viene educato alla fede cattolica o si allontana dopo un po’, ad un certo punto della sua vita, coincidente con momenti difficili e di crisi, fa un esperienza forte di fede e riprende il cammino con maggior vigore e intensità di chi magari cammina da sempre verso Dio. Perché? Forse ha preso più botte nella vita? O forse è più consapevole delle proprie miserie, della propria condizione di fragilità, tale per cui ha meno resistenze, quando incontra il Signore, di chi si crede “a posto” con la coscienza solo perché fa un determinato percorso? 

Credo che un po’ è così, ma il Signore conosce nel profondo ognuno di noi, personalmente, e saprebbe come niente abbattere le nostre resistenze, i nostri dubbi e renderci consapevoli di Lui e della nostra vocazione, solo che Egli ci ama davvero e ci vuole liberi, così ci accompagna nel cammino, permette che, con il cattivo uso della nostra libertà, ci allontaniamo anche da Lui, come fa il padre con il figlio prodigo nella parabola, non ci trattiene a Lui col Suo amore, non ci impedisce di sbagliare, di cadere, di procurarci delle ferite, non perché ci vuole male, solo perché sa bene che abbiamo bisogno di fare determinate esperienze per comprendere meglio noi stessi, per lasciar cadere qualche barriera, per lasciarci incontrare da Lui. 

Se ci tenesse legati a sé con delle catene per non farci cadere o con dei fili, che a seconda dell’occorrenza, tira o lascia andare un po’, il Suo non sarebbe amore, ma egoismo, possesso, ed il Suo cuore di Padre non prova questi sentimenti, solo noi siamo capaci di provarli, come dice s. Francesco, e Chiara ed Enrico (lo so li nomino spesso, ma mi hanno dato davvero tanto, provo profonda gratitudine e sono molto cari al mio cuore! Leggete “Siamo nati e non moriremo mai più” Ed. Porziuncola ed anche voi sarete talmente colmi da non poterli non condividere con altri!) ci hanno ricordato, l’amore è il contrario del possesso.
Il Dio della vita s’incarna nella storia, nella nostra, e così possiamo incontrarLo, se lo vogliamo davvero, così come nella Parola e nella preghiera, io non posso dirvi come e quando, perché è un incontro personale che dovete fare voi, quella di Dio è una storia d’amore personale con ogni uomo ed ogni donna, anche se siamo tutti tra noi uniti in Lui nel Suo Corpo che è la Chiesa Universale.

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