Consigli pratici per l’assistenza a casa (1 parte)


(immagine del manifesto per la Giornata Nazionale Infermieri del 2009 del Collegio)

Vorrei in questo post dare alcuni consigli pratici per chi assiste un proprio parente a casa, per brevi/lunghi periodi o, forse, per sempre. È un’idea che nasce dalle esperienze avute a domicilio e dal rendermi conto di quanto piccoli accorgimenti possono aiutare i familiari e migliorare l’assistenza ai pazienti, sperando di essere più chiara e concisa possibile e che siano utili. Quello che ora cercherò di scrivere è quello che ho fatto in quella che, professionalmente, chiamiamo educazione sanitaria e che comprende vari aspetti, come la prevenzione, un tema per me molto importante e che ho introdotto nel blog con il post sui vaccini. Io credo che davvero prevenire è meglio che curare e che molto si fa e va fatto per migliorare il nostro stato di salute, conservarlo o ritrovarlo e come infermiera cercherò di dare piccoli consigli, non potendolo più fare attivamente è il mio modo per esprimere l’amore per la mia professione. La medicina ha fatto passi da gigante, ma non può sempre guarire, tuttavia molto si può fare per prendersi cura, concetto che ho accennato nel post sulle cure palliative.

Innanzitutto vorrei parlarvi dei bisogni fondamentali di ogni persona e che alcuni hanno elaborato e sviluppato delle teorie volte a migliorare l’assistenza medica e infermieristica soprattutto, non starò qui a raccontarvi tutte le teorie del cosiddetto Nursing che studiano tutti gli studenti d’infermieristica, vorrei solo parlarvi della piccola scala gerarchica dei bisogni elaborati da uno psicologo statunitense, Abraham Maslow, nel 1954 e che può aiutarci nel valutare questi stessi bisogni nella persona malata, cercando di fare del nostro meglio per soddisfarli e migliorarne la qualità di vita.


L’immagine li evidenzia bene, bisogna dire che tali bisogni mutano in base alle condizioni ed alle esperienze di vita e tra persona e persona, nel senso che un bisogno che è stato importante fino a ieri, come l’autorealizzazione nel lavoro ad esempio, oggi non è più così importante, oppure per una persona è un bisogno primario per un’altra no.

Senza scendere troppo nei concetti teorici andiamo ad evidenziare le principali attività di vita quotidiana e i consigli per l’assistenza.

RIPOSARE E DORMIRE - Questo è un bisogno fondamentale per tutti e conosciamo quanto condiziona la nostra vita la mancanza o l’alterazione del sonno, influenza lo stato dell’umore, la nostra capacità di affrontare la giornata, siamo più suscettibili e nervosi e, se l’insonnia si prolunga, ci consuma anche fisicamente. Considerate tutto questo amplificato per una persona malata e costretta a letto per lunghi periodi o per sempre, quindi è importante favorire il sonno, mettendo la persona in posizione comoda con i cuscini e tirando bene le lenzuola per non lasciare pieghe fastidiose, quindi fare un bel massaggio delicato rilassante con crema idratante (scaldata prima qualche minuto sul termosifone per non stenderla gelata), somministrare, se gradita, una tazza di camomilla o tisana ed eventuale terapia per dormire se prescritta dal medico.



Quindi posizionare in caso d’incontinenza un pannolone, organizzandosi almeno per uno/due cambi notturni per non lasciare la persona bagnata e per cambiarle anche posizione (se ci sono più persone in casa si può fare a turni in modo che ognuno dorma almeno 6 ore, con cambi tipo h 21 – 24 – 5 o 22 – 1– 6). Per l’incontinenza si possono usare dei presidi, ma i cambi posturali sono comunque necessari non solo per prevenire le piaghe da decubito, ma anche per rassicurare con il vostro contatto e la presenza i malati, che soprattutto di notte hanno più timore della morte.

MUOVERSI – Le giornate per una persona malata e non autosufficiente o allettata tendono a susseguirsi tutte uguali, per cui è importante favorire delle attività ricreative, innanzitutto, se possibile, non lasciare la persona tutto il tempo a letto, ma alzarla, al mattino ed al pomeriggio, in sedia a rotelle per qualche ora - fatevi insegnare da un infermiere o da un fisioterapista come farlo nel modo giusto in modo da non sovraccaricare la vostra schiena con posizioni scorrette, ricordate che per assistere un vostro caro dovete stare bene e salvaguardarvi sia fisicamente sia psicologicamente -. La carrozzina è utile anche per portare il malato a fare una passeggiata nel quartiere (ben coperto e tutelato), per prendere aria e svagare la mente, è importante anche solo lasciare la camera da letto e “vivere” anche le altre stanze della casa, mangiando in cucina, guardando la tv nel salone, giocare a carte o ricevere le visite e fare due chiacchiere.

Anche di giorno sono fondamentali i cambi posturali ogni 2/3 ore quando la persona è a letto, e un breve riposo pomeridiano (mezzora dopo il pranzo, non coricatelo subito per favorire la digestione e limitare reflusso e/o vomito).

LAVARSI/VESTIRSI – Fondamentale bisogno che richiede la vostra massima attenzione e cura è favorire l’igiene corporale ed il mantenimento della cute integra, prevenendo le odiose e dolorose lesioni da decubito. 



I pallini evidenziano i punti a rischio di lesione da decubito nelle varie posizioni, quindi sono quelli da osservare ad ogni cambio e da applicare abbondante crema idratante ed eventuali presidi preventivi che trovate nelle officine ortopediche, ma che potete anche creare con un po’ di fantasia e cotone inserito in reti elastiche, che trovate in farmacia, per sollevare quelle zone a pressione sul materasso.
Tutti noi sappiamo quanto un buon bagno o una doccia ci fanno sentire bene, quindi è opportuno, per il benessere della persona malata, ottemperare questo bisogno nel miglior modo possibile, non trattando la persona come oggetto, ma rendendola partecipe nel curare la propria igiene, concordando con lei le azioni quotidiane: un bagno a letto completo (o in doccia con sgabello se un minimo autosufficiente) settimanale o bisettimanale, igiene viso, intima, schiena e torace ogni giorno dopo la colazione, porgendo un catino d’acqua tiepida su un asciugamano (per evitare di bagnare il letto) con sapone per il viso e i denti (con il catino vuoto per gli sciacqui) con un bicchiere d’acqua e spazzolino con dentifricio, mi raccomando il taglio delle unghie di mani e piedi, cui in genere non si pensa.
Dopo aver lavato bene, applicare crema idratante in tutto il corpo, con particolare premura (ripetendolo frequentemente nella giornata) per le zone a rischio di lesione (attenzione a nuca, gomiti, zona sacrale e talloni in particolar modo), quindi aiutare la persona a vestirsi, cambiando gli indumenti ogni due giorni, anche prima se sporchi, per essere sempre fresca e pulita, specie nel caso del paziente allettato, se esce o si alza prevedere cambio e distinzione pigiama e vestito diurno per aiutarlo a sentirsi a proprio agio. 
Inutile dire di cambiare spesso il pannolone, provvedendo all'igiene intima ogni volta, se permanente. Cambiare la biancheria del letto totalmente a giorni alterni ed al bisogno, mentre ogni giorno la traversa di cotone, questo perché la persona allettata suda molto e la biancheria deve essere sempre asciutta e pulita per evitare infezioni, molti batteri infatti preferiscono l’ambiente umido, quindi far aerare bene la stanza al mattino, senza far prendere freddo al malato.

NB//Non vorrei fare pubblicità commerciale, ma per l’igiene quotidiana usate saponi liquidi (tipo Saugella) con alto potere idratante, per l’intimo vanno bene Infasil o Euclointima. Per le frequenti frizioni o massaggi quotidiani (almeno mattina, pomeriggio e sera, rappresentano anche delle coccole fondamentali) non usate alcun spray o alcol saponato, in quanto tendono a seccare la cute, invece è molto importante che la cute sia bene idratata e asciutta, quindi vanno bene tutte le creme idratanti in commercio a rapido assorbimento.

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