La forza liberante del perdono


Un tratto distintivo della nostra fede è sicuramente l’invito ad amare i nemici, Gesù lo dice chiaramente lasciando poco spazio ai fraintendimenti: < Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano…> (Mt 5, 65-66) e ancora di più < Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Dà a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio > (Lc 6, 27-38).

Tutto semplice non è vero? Gesù fa esempi molto concreti, basta metterli in pratica e tutto è a posto, no? Invece non è proprio così facile, anzi, senza la grazia di Dio, è impossibile metterli in pratica e ne facciamo esperienza tutti i giorni e non solo noi, visto come vanno le cose nel mondo. Io, per esempio, affetterei i miei fratelli un momento si e l’altro pure, altro che porgere l’altra guancia, grazie a loro sto scoprendo quanto poco, o nulla, sono paziente, mite, umile e devo riconoscere che sono un dono grandissimo del Signore, in quanto mi costringono ad esercitarmi continuamente su queste grandissime virtù, ottenendo, da sola, scarsissimi risultati ahimè!!

Sperimentando costantemente i miei limiti, non mi resta che chiedere aiuto al Signore ed affidarmi sempre più alla sua grazia, ma, poiché non siamo burattini ed Egli ci ha creati ed ama liberi, anche io devo dispormi a collaborare, almeno nell’intenzione di voler perdonare, dimenticare i torti e le offese ricevute e pregare per loro e coloro che mi fanno del male. Come ho preannunciato senza la grazia del Signore non ci si riesce, perché la nostra natura non è portata a perdonare, a porgere l’altra guancia, ma a difenderci, a difendere il nostro orgoglio ferito a dirla tutta, ed a rispondere agli insulti, se non proprio a vendicarci, che richiede un ulteriore passaggio volontario verso il male, scelto deliberatamente, quanto meno chiudiamo il cuore e tagliamo quelle persone che ci hanno fatto del male dalla nostra vita, facendo come non esistessero più.

Escludendo gli altri, i nemici, dalla nostra vita abbiamo l’illusione di aver eliminato il problema, l’eventuale torto subito ed anche la sofferenza legata, invece non è così, in verità ci carichiamo dentro quella sofferenza unita alla nostra ira, al risentimento verso chi ci ha fatto del male ed alla mancanza di perdono, così facendo andiamo per la nostra vita come se avessimo uno zaino sulle spalle pieno di mattoni (uno per ogni rancore, per ogni nemico) e non ce ne rendiamo conto e continuando così accumuliamo pesi che ostacolano la nostra vita, che schiacciano il nostro cuore ed alterano la nostra vista, perché quando siamo preda dell’ira vediamo il mondo e la realtà a tinte scure, fateci caso e provate a guardarvi nello specchio quando siete arrabbiati? I tratti del volto sono alterati, la pelle scura e manca poco che esce il fumo dalle orecchie e dal naso, insomma non è proprio un bel vedere, poi siamo tesi e pieni di dolore cervicale e dorsale (non a caso! È il famoso zaino invisibile!!) e tutto ci appare faticoso come scalare una montagna… 


Il Signore ci vuole bene sul serio e sa che non perdonare ed essere rancorosi non ci farebbe bene, così ci dice cosa fare per essere noi per primi liberati e sereni, infatti il perdono fa bene più a chi lo dona che a chi lo riceve e Gesù non solo ce lo dice, ma ce lo ha mostrato per primo come durante la sua crudele e dolorosissima crocifissione, dopo aver già patito moltissimo nella flagellazione e nella salita con la pesante croce sulle spalle, quando non ha tenuto conto del dolore immane che stava patendo (pensate se qualcuno vi pesta un dito del piede come reagireste?) e prega il Padre dicendo < Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno > (Lc 23, 34) e perché riesce a farlo? Perché è Dio? No, perché nonostante tutto quanto gli uomini gli abbiano fatto, Gesù resta un uomo libero, non si carica di pesi inutili, ma perdonando col cuore e pregando per loro continua ad amarli nonostante tutto, in modo gratuito ed incondizionato ed il suo amore è per sempre e fino alla fine ed ha una forza straordinaria che gli fa stendere le braccia sulla croce per abbracciare tutti gli uomini senza ritrarle mai ed è la stessa forza che Egli ci vuol donare e far sperimentare ricevendo per primi il suo perdono e perdonando a nostra volta gli altri.

Il perdono non è facile, è un cammino lungo, talvolta molto arduo, a volte è impossibile umanamente, pensate a quanto sta accadendo in Siria, a quanti orrore e violenze si stanno perpetuando, a quanti bambini sono stati crudelmente massacrati (ho visto su Twitter alcune immagini che i telegiornali non trasmettono e vi assicuro che sono atroci!), in questi casi specialmente, ma sempre io credo, deve intervenire la grazia del Signore, quindi chiediamo aiuto al Signore della vita e del perdono e vi assicuro che la risposta non si farà attendere, l’ho sperimentato tante volte e l’ho ascoltato in tante testimonianze, una di queste era di una donna del Ruanda, che nel sanguinoso e doloroso genocidio tra Hutu e Tutsi nella guerra interna dal 1990 al 1993, vide massacrare la sua famiglia e riuscii, anni dopo, davanti all’assassino, a perdonarlo ed a testimoniare nel mondo la Misericordia del Signore che l’aveva salvata e guarita, non ricordo il suo nome ma spero di ritrovarla e di farvi testimoniare la sua storia.

Dobbiamo imparare a chiedere perdono del male fatto e perdonare anche noi stessi, il perdono più difficile da donare, in quanto se non ci perdoniamo noi, difficilmente accoglieremo il perdono di chi abbiamo ferito, compreso il perdono di Dio, anche in questo si esprime l’invito ad essere misericordiosi come il Padre.

Il perdono non è facile, ma è un cammino possibile, iniziamo a percorrerne i primi passi ed a domandare a Dio la grazia di liberare i nostri cuori da rancori e dissapori e di perdonare con tutto il cuore, perché per essere vero e liberante, non può essere un atto esteriore e superficiale, ma deve venire dal cuore con la grazia di Dio, perché soli non possiamo nulla, ma tutto posso (possiamo) in colui che mi dà la forza.

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