“Non temere”

(Fonte immagini web)

Io penso da sempre di avere un cuore di pasta frolla, tanto facilmente si commuove per le immagini di sofferenza che scorrono sugli schermi tv e internet, sia che riguardano bambini, malati, anziani, sia gli animali, sia le meraviglie del creato deturpate dalla mano dell’uomo, inoltre ho da sempre un grande tallone d’Achille, che mi mette a dura prova in diverse situazioni.

Quando qualcuno mi chiede come fare esperienza del Signore io metto davanti la Sacra Scrittura, la preghiera, la Santa Madre… e la vita, perché il Signore non fa apparizioni straordinarie, solo vivendo la nostra vita, con sguardo aperto e attento, possiamo “incontrarLo”.

Mi viene alla mente una parola tratta dal Vangelo di Giovanni cap.1,18 < Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che lo ha rivelato >. Gesù si è incarnato nel seno della Vergine Maria ed è entrato nella storia in un determinato tempo, ha camminato sulla terra, ha compiuto le “opere del Padre”, ha parlato, ha guarito, ha incontrato le genti, ha accolto, ha perdonato, ha pianto, ha mangiato, insomma ha fatto gesti ed opere molto concrete e parole che sono rimaste non solo inalterate nel tempo ma sempre vive, attuali, che parlano ancora e sempre alla nostra vita, in modo personale per ciascuno di noi.

Quando durante un’omelia o una scrutatio leggo o ascolto le parole “non temere, non aver paura” è come se leggessi o ascoltassi il mio nome, la paura si scioglie in lacrime e scende una pace che solo il Signore può donare ed è un’esperienza che si ripete sempre uguale e sempre nuova al tempo stesso. Non è certo l’unica parola che parla al mio cuore, la Sacra Scrittura è piena di parole stupende e vive, come ricorda il passo di Ebrei cap.4,12-13 < Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto >. Eppure quella parola calma il mio cuore, come se il Signore stesse sussurrando tutto il Suo amore cuore a cuore e mi commuovo, calmo e ritrovo la forza di sperare ed andare avanti, mi sento amata esattamente così come sono, fragile e col cuore di pasta frolla.

Qualcuno ha contato quante volte nella Bibbia è scritta la frase non temere, ovvero 365 volte, cioè una per ogni giorno dell’anno, questo fa capire quanto la paura, che lo ammettiamo o meno, ci condiziona nella vita, e nelle relazioni soprattutto, tentando di spezzare le ali alla speranza, e quanto il Signore che è Dio amore vuole rassicurare e donare pace al nostro cuore inquieto per tante situazioni e preoccupazioni oggettive.


Nell’omelia del 2 luglio 2013 Papa Francesco ha parlato della paura partendo da un brano del Vangelo di Matteo: < Salito sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”. Ed egli disse loro: “Perché avete paura, gente di poca fede?”. Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu una grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: “Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?” > (8,23-27). Papa Francesco descrive la paura come una tentazione del demonio, che instilla la paura di andare avanti sulla strada del Signore, al punto che si rimane bloccati, fermi, schiacciati da questa che diventa una schiavitù. In questo momento occorre guardare il Signore ed aprirgli il cuore rivelando il problema che si sta attraversando e chiedendo a Lui la forza per andare avanti nonostante la paura, accogliendo la vita così come è, con i suoi problemi e le sue difficoltà, avendo la certezza che ci viene dalla fede che il Signore è presente ed opera nella storia e ci soccorre.

Il Signore ci ripete continuamente di non temere davanti alla vita, all’amore, così come al dolore, alla morte, infondendoci coraggio ed invitandoci a NON PERDERE MAI LA SPERANZA, mai, in nessuna circostanza, per quanto dolorosa, buia, faticosa, pesante, possa essere.

Vorrei concludere con due brani del Vangelo in cui mi ritrovo sempre e che amo particolarmente, lasciando che sia la Parola a parlare ai vostri cuori, un brano è tratto dal Vangelo di Matteo prima della Passione e l’altro dal Vangelo di Giovanni dopo la Risurrezione.


Mt 14, 22-31 < Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finchè non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.           La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “È un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!” >.


Gv 20, 19-29 <La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perderete, non saranno perdonati”.                              Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.   
Otto giorno dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”. Gli rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”>.

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