Ho notato che quando Papa Francesco alza l’indice lo fa come per
dire “state attenti”, “non siate ingenui” o “dobbiamo fare attenzione a questo
atteggiamento”, così ho scelto questa immagine per questo post in quanto
ritengo sottolinei l’importanza non certo delle mie parole quanto di quello cui
il nostro amato Papa ci invita senza fraintendimenti. Papa Francesco non è il
primo che ci invita ad esaminare profondamente il nostro cuore, a chiederci chi
siamo e dove stiamo andando nella nostra vita, chi seguiamo e, se seguiamo Gesù
Cristo, come dobbiamo farlo, però il suo linguaggio semplice e così diretto mi
ha fatto comprendere meglio che la sequela di Cristo richiede una radicalità evangelica e che non è
qualcosa di pesante o troppo difficile per noi, sicuramente impegnativa, come
tutte le cose che hanno valore, ma è qualcosa che ci fa bene al cuore ed alla
vita.
Ammetto con vergogna che quando sentivo parlare di questa
radicalità nel profondo mi ribellavo perché non la capivo e mi sembrava una cosa
da medioevo, arcaica e pure castrante per la mia vita, e pensare che quando un
dottore amico mi chiese di cercare una guida spirituale che non fosse fondamentalista cristiana mi sono pure
urtata pensando è comodo prendere della
fede solo ciò che ci fa comodo!!
In realtà avevo una serie di paletti che man mano costruivo, e
costruisco ancora alle volte, e mettevo tra me e Dio, tra la mia volontà, che
ritenevo sacrosanta, e la Sua, che ritenevo, sbagliando, volermi privare delle
cose belle e piacevoli, e non avevo capito che questi paletti non toglievano
nulla a Dio e non solo mi allontanavano da Lui, ma anche da me stessa e dalla
vera felicità per me, perché se non hai il coraggio della verità e di vivere le
cose, le relazioni, la vita per davvero e fino in fondo, fino a sporcarti le
mani, allora non stai vivendo il senso pieno della tua esistenza, ti limiti a
prendere la vita a morsi, secondo quello che ti piace sul momento e poi via di
corsa a dare un altro morsetto a qualcosa d’altro, in continua corsa, come se
entri in una pizzeria a taglio e non sapendo scegliere dai un piccolo morso a
tutto ciò che è esposto, il risultato è che non hai saziato la tua fame ed hai
solo confuso i sapori tanto che non riesci più distinguerli.
Ricordo quando durante il percorso catechetico dei Dieci
Comandamenti, don Fabio Rosini (attuale responsabile diocesano della Pastorale
giovanile) ci disse che non potevamo vivere la fede come una pizzeria a taglio,
usando l’esempio che ho fatto io in modo diverso, nel senso che non potevamo
prendere solo ciò che ci piace e saltare da un’esperienza all’altra senza
intraprendere un cammino serio con il Signore, cosa che era facile allora come
adesso, in fondo i movimenti e le realtà ecclesiali sono tante, così puoi
andare da un posto all’altro inseguendo le emozioni del momento o ciò che ti fa
stare bene, ma non ti impegna più di tanto, per cui ti dici che sei nella
Chiesa, che sei cattolico, ma non sei vero né con te stesso né con gli altri né tanto meno con il Signore, ma l’unico che ci
rimette sei tu, perché non vivi la tua fede fino in fondo e non le
permetti di raggiungerti e sconvolgerti, benevolmente, la vita, prendi solo ciò
che ti piace e ti fa comodo e che dopo un po’ non può che lasciarti a bocca asciutta.
Sto notando anche come i media prendano del Papa solo parti di
discorso che piacciono ed altri, che ribadiscono principi non negoziabili,
vengono omessi o edulcorati perché troppo scomodi, troppo rischiosi verso il
generale lavaggio del cervello del relativismo e del politicamente corretto ed
il tentativo, nemmeno tanto velato, di narcotizzare le coscienze mentre intanto
si fanno strategie politiche per promuovere l’aborto, la cultura del gender
nelle scuole, l’eutanasia, la maternità surrogata o utero in affitto e che la
famiglia, e il matrimonio di conseguenza, non è solo quello formata da uomo e
donna, ma anche da omosessuali, e mentre vengono promosse legge per favorire la
fecondazione da donatore esterno e la legge contro la libertà di pensiero
facendola passare con l’etichetta neo coniata di omofobia, che intende tutt'altro e che si può risolvere facendo valere le leggi già in vigore.
Questo per parlare di quanto accade intorno a noi, ma tornando a
noi non possiamo prendere e vivere della nostra fede solo ciò che ci piace e ci
fa comodo, anche per quanto riguarda la sessualità e quei principi non
negoziabili della sacralità della vita, dal suo concepimento al suo termine
naturale, del matrimonio e della famiglia.
Un esempio per far comprendere è quando una ragazzina di 15 anni rimane incinta e alcuni cattolici dicono che è troppo giovane per “rovinarsi” la vita (prima menzogna: un figlio ti rovina la vita) e che quindi è eticamente corretto, quando non viene proposto come unica soluzione, abortire e proseguire a vivere la sua vita come vuole, basta prendere pillola e tolto il problema (seconda menzogna: la pillola può impedire di rimanere incinta, ma non è una caramella, è un farmaco che porta numerose conseguenze, inoltre non protegge dalle malattie sessualmente trasmesse, quindi non è la soluzione, inoltre ci sono le conseguenze fisiche e psicologiche di vivere troppo presto, con partner diversi e per anni una sessualità disordinata, senza che venga educata, accompagnata e protetta, senza che venga spiegato alla ragazza che se tutto è lecito, non tutto le giova, a lei come al ragazzo). La nuova vita concepita, anche se il modo non è quello desiderabile tra marito e moglie all’interno del matrimonio, ha valore e diritti e va tutelata, quindi se la giovane non vuole o non ha le condizioni per tenerla e crescerla, può partorirla e ricevere tutte le cure del caso e darla in adozione, senza necessità di farlo di nascosto e buttarla nel secchio dei rifiuti a morire in modo atroce.
Un esempio per far comprendere è quando una ragazzina di 15 anni rimane incinta e alcuni cattolici dicono che è troppo giovane per “rovinarsi” la vita (prima menzogna: un figlio ti rovina la vita) e che quindi è eticamente corretto, quando non viene proposto come unica soluzione, abortire e proseguire a vivere la sua vita come vuole, basta prendere pillola e tolto il problema (seconda menzogna: la pillola può impedire di rimanere incinta, ma non è una caramella, è un farmaco che porta numerose conseguenze, inoltre non protegge dalle malattie sessualmente trasmesse, quindi non è la soluzione, inoltre ci sono le conseguenze fisiche e psicologiche di vivere troppo presto, con partner diversi e per anni una sessualità disordinata, senza che venga educata, accompagnata e protetta, senza che venga spiegato alla ragazza che se tutto è lecito, non tutto le giova, a lei come al ragazzo). La nuova vita concepita, anche se il modo non è quello desiderabile tra marito e moglie all’interno del matrimonio, ha valore e diritti e va tutelata, quindi se la giovane non vuole o non ha le condizioni per tenerla e crescerla, può partorirla e ricevere tutte le cure del caso e darla in adozione, senza necessità di farlo di nascosto e buttarla nel secchio dei rifiuti a morire in modo atroce.
In questa settimana forte che ci fa vivere la Passione, Morte e
Risurrezione di Gesù, uno che ci ha dato tutto e fino in fondo, senza
compromessi e senza sconti, senza ma e senza se, mettiamoci in ascolto serio e
profondo della Parola di Dio ed impariamo da Lui ad essere cristiani autentici
e coerenti, urge che ci svegliamo amici carissimi, i tempi che viviamo sono
duri e noi siamo, e saremo, sempre più perseguitati per la nostra fede, il
diavolo è astuto e sa come privarci della vita vera, la radicalità evangelica è
vivere la nostra fede in modo vero e fino in fondo, è non essere mai soli e
ricevere lo Spirito Santo come Gesù ha detto < Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno
dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di
rendere culto a Dio. E faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né
me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne
ricordiate, perché io ve l’ho detto. Non ve l’ho detto dal principio, perché
ero con voi. Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi
domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito
il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada,
perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado,
lo manderò a voi. e quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo
al peccato, alla giustizia e al giudizio… Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi
guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò
che avrà udito e vi annuncerà le cose future… Ecco, viene l’ora, anzi è già
venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io
non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace
in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il
mondo! > (Gv 16, 1-8; 13; 32-33).
Gesù nel Vangelo ci parla con chiarezza e verità perché conosce
in profondità il cuore dell’uomo, ci conosce, ognuno di noi personalmente e
meglio di noi, di chiunque, e sa cosa ci fa bene e cosa no, Lui sa qual è il
bene e qual è il male, noi troppo spesso non sappiamo, o non vogliamo,
distinguerlo e troviamo mille giustificazioni ai nostri peccati, alle nostre
scelte e desideri sbagliati, ma chi perde vita e gioia vera siamo noi, e forse anche
coloro che amiamo.
Durante la breve ed intensa omelia della Domenica delle Palme,
Papa Francesco ha posto a tutti noi una domanda precisa: < Chi sono io (nella
narrazione della Passione del Signore)? >, rileggiamola e cerchiamo di
rispondere con onestà e se non lo sappiamo, chiediamo a Gesù di dircelo, dalla
risposta dipende la nostra vita e l’inizio di una relazione sempre più profonda
con Lui, con noi stessi e con gli altri. Posso dirvi che, a seconda dei momenti
della mia vita, sono stata Giuda che lo ha tradito e venduto per trenta denari,
ora Pilato che non ha il coraggio della verità per paura della reazione dei
suoi e del popolo, ora la folla che si lascia sobillare, ora Pietro, che a
parole andrebbe con Lui dappertutto ma nei fatti, per paura, lo rinnega e fugge
dalla parte opposta, ora i membri del Sinedrio che puntano il dito e giudicano
ciò che non comprendono e non sanno amare.
Rispondere onestamente a questa domanda ci fa capire a che punto siamo e da lì riprendere a camminare con il Signore, col Suo aiuto, che sempre ci accoglie e perdona, per cui non dobbiamo temere e commettere l'errore mortale di Giuda, che non ha saputo chiedere perdono ed accettare, credere nel perdono di Gesù.
Rispondere onestamente a questa domanda ci fa capire a che punto siamo e da lì riprendere a camminare con il Signore, col Suo aiuto, che sempre ci accoglie e perdona, per cui non dobbiamo temere e commettere l'errore mortale di Giuda, che non ha saputo chiedere perdono ed accettare, credere nel perdono di Gesù.
Pietro è la figura in cui mi ritrovo ancora adesso, ma sto
cercando di camminare e vivere in modo radicale la fede, anche scrivere questo
post so che mi esporrà a critiche, accuse o persecuzioni, forse anche solo ad
essere etichettata come bigotta, ma credo in Gesù Cristo e sento in coscienza
che quello che scrivo debba essere coerente con la mia fede, una fede in cammino e in
crescita, nella consapevolezza di avere tanta strada da fare e tante cadute da
cui rialzarmi ancora. Io per natura cerco di
comprendere ed accogliere tutte le persone, senza etichettarle come i prodotti
al supermercato, ma i principi non negoziabili restano tali per me.
Vorrei concludere con le parole della meditazione del lunedì
santo tratte dal libretto Quaresima, il cammino di conformità a Cristo Gesù di
N. Giordano, che ho trovato sul sito che seguo ogni giorno http://www.preghiereperlafamiglia.it/ :
Quali
garanzie tu vorresti dal mio amore per te?
I giorni di questa settimana, cominciata con la Domenica delle
Palme, vengono indicati con l’appellativo di “santi”. Si vuole esprimere un
sentimento di particolare fedeltà verso Dio, il solo santo, e si vuole anche
invitare a vivere la “conformità” a Cristo Gesù con un’attenzione di grande
imitazione e di totale dedizione. Ci piace oggi avvicinarci a Lui e
contemplarlo nel suo silenzio. È impressionante il silenzio o, meglio, la
solitudine in cui visse Gesù durante tutta la sua vita sulla terra. Tutti accorrevano
da lui e molti lo applaudivano, ma Lui sapeva bene che lo facevano per
interesse. Avevano sempre qualcosa da chiedergli non da dargli. Quando scendeva
la sera e tutti tornavano a casa, Lui restava solo, sul monte o nel giardino o
nel deserto. Gli altri, anche i discepoli, dormivano o litigavano pretendendo,
spesso, posti d’onore. Ci impressiona il “silenzio odierno” di Gesù. Il “silenzio”
a cui viene condannato da quanti che, pur avendo ricevuto da lui il compito di
evangelizzatori, parlano di tante cose e non di lui, e se parlano di lui lo
fanno spesso da saccenti, da grandi professori. Ci sembra che Gesù nel suo
silenzio ripeta “questo popolo mi adora con le labbra”. Gesù taceva. Tacque quando
lo condannarono. Tacque quando lo lasciarono solo. Tace oggi, non perché non
ama ma perché rimane sempre il “servo”, colui che annunzia la sua legge al mondo,
ma non viene creduto né amato. Per quel Servo, chiamato Gesù, non ci fu posto
nell’albergo, e non ce ne sarà mai finché gli uomini non cacceranno dalla loro
casa-santuario tutti i profanatori, i venditori di futilità. Quali dolci e
profondi colloqui avevi Gesù con Maria, la Madre Tua piena di grazia?
Aiutami,
Signore, a rimuovere la pietra sepolcrale che ostruisce la mia casa perché Tu
possa entrare in me.
Su Google plus ALBA ZAVA ha commentato: Ci stà mettendo in guardia dal male ,in guardia da chi dice :"Fa' quello che vuoi ,tanto..."
RispondiEliminaSu Google plus alle h 22.14 CONSTANCE BROWN ha commentato:
RispondiEliminaDobbiamo seguire ciò che ci dice o ci fa capire....bisogna non abbassare la guardia.
Su Google plus alle h 23.13 GIULIANA SCHIAVINATO ha commentato:
RispondiEliminaLa fede è un cammino! Pace e bene Maria Laura e buona pasqua a te e ai tuoi cari