Santa Rita da Cascia


Santa Rita, il cui vero nome è Margherita Lotti, nasce a Roccaporena nel 1381 (alcuni anticipano la data al 1371) da Antonio e Amata, pacieri nelle controversie civili e penali del borgo. Questo ruolo gli permette, pur non essendo aristocratici, di avere un certo prestigio economico, sociale e morale. Figlia unica, avuta in età avanzata, una leggenda narra che ancora in culla, le api depositarono nella sua bocca del miele, Rita impara dai genitori a leggere, scrivere e apprende i valori cristiani; affascinata dalla famiglia agostiniana (è devota a Sant'Agostino, a San Giovanni Battista e a Nicola da Tolentino, all'epoca ancora beato) vorrebbe consacrarsi, ma Antonio e Amata decidono che sposi Paolo Mancini, ufficiale comandante della guarnigione di Collegiacone, uomo autoritario. Hanno due figli, forse gemelli, Giangiacomo Antonio e Paolo Maria che Rita cresce secondo i principi cristiani, inoltre riesce ad avvicinare il marito alla fede. Nel 1406 Paolo viene ucciso, forse per rancori passati, Rita perdona gli assassini ma teme che i figli, ormai quindicenni, decidano di vendicare il padre. La leggenda narra che avrebbe pregato che morissero per non far perdere le loro anime; i ragazzi si ammalano e muoiono a distanza di poco l’uno dall'altro. Rimasta sola vuole realizzare il suo desiderio giovanile e diventare suora agostiniana e chiede, per tre volte, di entrare nel Monastero di Santa Maria Maddalena a Cascia, ma le viene impedito, probabilmente perché le suore temevano di essere coinvolte nella faida tra la famiglia del marito di Rita e i suoi assassini. Rita riesce a conciliare le due parti e ad entrare in convento. Secondo la tradizione, l’ingresso avvenne grazie ad un miracolo: Rita si era recata a pregare su una sorta di sperone di montagna che s’innalzava per circa cento metri da Roccaporena, ebbe la visione dei tre santi protettori, a cui era devota, che la portarono a Cascia dentro al monastero, le suore, la trovarono in orazione nel loro coro e l’accolsero. Si narra, inoltre, che, durante il noviziato, la badessa per provare l’umiltà di Rita, le avesse ordinato di piantare e innaffiare un legno arido. Rita obbedisce e, dal legno arido, fiorisce una vite rigogliosa: per questo la vite è diventata simbolo di pazienza, umiltà e amore di Rita verso le consorelle.
Rita conduce una vita esemplare praticando la carità, facendo molte penitenze; particolarmente devota alla Passione di Gesù, desidera condividerne i dolori, al punto di chiedere e ottenere da Gesù, di partecipare ancora di più alla sua sofferenza e, mentre si trova in contemplazione davanti al Crocifisso, nel 1425, sente una spina della corona di Cristo che si conficca nella fronte, producendole una ferita, che si rimargina in occasione del suo pellegrinaggio a Roma per la canonizzazione di Nicola da Tolentino nel 1446, ma si riapre una volta tornata a Cascia.


Durante l’ultimo periodo della sua vita, gravemente ammalata, è costretta a letto, il ricordo del marito e dei figli è sempre presente, e vuole sapere se il Signore ha accolto le sue preghiere e le sue sofferenze in espiazione dei loro peccati. Chiede un segno e l’ottiene: una parente la va a trovare e le domanda di andare nel suo orto a Roccaporena e cogliere una rosa e due fichi. È gennaio, c’è la neve, eppure la parente li trova e li porta a Rita: il segno che lei cercava della salvezza delle anime del marito e dei figli. 



Rita diventa la santa della spina e della rosa, nel giorno della sua festa, questi fiori sono benedetti e distribuiti ai fedeli. Nella notte tra il 21 e il 22 maggio del 1447 (o del 1457) Rita muore. Il suo corpo è rimasto incorrotto, e sulla fronte rimarginata dopo la morte, non c’è più segno della spina. 
Per ulteriori approfondimenti o richieste d’intercessione di preghiera di Santa Rita, potete consultare il sito 

Federica Tarquini

A conclusione del post di Federica, che ringrazio per aver pensato questo omaggio alla Santa cui sono maggiormente legata da bambina, vorrei invitarvi, quando potrete, a visitare sia Cascia sia Roccaporena, due tra i tanti scrigni nella bellissima Umbria e ripercorrere con S. Rita i luoghi a lei tanto cari. 
Rita, Santa della spina e della rosa, Santa delle cause impossibili, prega per noi e per le persone che portiamo nel cuore, amen.

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