Il sorriso di Meriam, finalmente libera e insieme alla sua famiglia



Finalmente condivido con voi la gioia per la felice liberazione di Meriam, la giovane moglie e mamma sudanese imprigionata e condannata a 100 frustate ed a morte per apostasia per aver sposato un uomo cristiano, ed essere lei stessa cristiana, essere stata per mesi in catene col figlio di 20 mesi, aver addirittura partorito in catene la sua seconda figlia e con la vita in sospeso e in costante pericolo, poi in seguito alla mobilitazione internazionale è stata rilasciata, quindi di nuovo fermata all'aeroporto mentre stava lasciando il paese con la famiglia e il legale e dopo la scarcerazione e aver trovato rifugio all'ambasciata USA a Khartoum,  il 24 luglio è finalmente arrivata a Roma, a Ciampino, dove è atterrata con volo di stato insieme al viceministro degli esteri italiano, Lapo Pistelli, che si è occupato delle procedure per farle avere passaporto.
Questa foto è stata scattata al suo arrivo e vedete il suo splendido sorriso mentre stringe tra le braccia la figlioletta Maya, di appena 2 mesi. La tappa italiana è stata breve e di passaggio prima di arrivare definitivamente negli Stati Uniti, ma è stata importante in quanto ha potuto incontrare, in udienza privata a Casa Santa Marta, Papa Francesco. L'incontro è stato breve ma intenso e gioioso e Papa Francesco ha ringraziato Meriam per la sua coraggiosa testimonianza di fede, infatti la giovane non ha abiurato la sua fede cristiana e l'ha vissuta con costanza nella sofferenza, mentre Meriam ha ringraziato il Papa per la sua preghiera e per la preghiera di tanti credenti che l'hanno sostenuta e confortata in questo terribile periodo.

Il pensiero ora che Meriam è salva e unita alla sua famiglia, corre istintivamente ad Asia Bibi e a tutte le persone come lei, perseguitate, imprigionate, uccise o fatte soffrire per la loro fede, per il colore della pelle, per la nazionalità o non so per quale altra ragione, però ora gioiamo e ringraziamo Dio per Meriam e la sua famiglia bellissima e preghiamo per Asia e tutti gli altri nostri fratelli e sorelle.



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