Jean Vanier, fondatore de "L'Arche" e ispiratore del Movimento "Fede e Luce"


A lui ho accennato quando ho presentato il libro di Henry Nouwen "L'abbraccio benedicente" e anche Federica presentando un suo libro "Ho incontrato Gesù", ma leggendo l'articolo a lui dedicato su "A Sua immagine" giornale di questa settimana (n° 78 5 luglio 2014) ho deciso di anticipare il post che volevo dedicare a lui e alla sua Fondazione.

Jean Vanier, filosofo e filantropo canadese, nacque a Ginevra, in Svizzera, figlio del governatore generale del Canada. Inizia la sua carriera come militare di marina, ma poi la lascia per inseguire la sua sete di sapere andando a studiare filosofia a Toronto, cercando di rispondere alle domande sull'esistenza umana, fin quando nel 1963 un sacerdote gli fa conoscere persone affette da grave disabilità che, pur non essendo studiosi come lui, si ponevano le stesse domande riferendole alla loro difficile condizione. Fu così che Vanier andò a vivere con due persone adulte con handicap mentale in una casa a Trosly, aiutato da padre Thomas Philippe, rispondendo alla chiamata di Dio a condividere e celebrare con loro la vita nello spirito del Vangelo e delle Beatitudinila prima Arcache quest'anno festeggia i 50 anni di fondazione, cui ne seguirono tante altre in diversi paesi del mondo, compresa l'Italia, per un totale di 131 comunità in 34 paesi.

Come riportato nell'articolo di "A Sua immagine", l'esperienza con i disabili mentali ha cambiato la sua vita, come fu anche per Henry Nouwen in seguito, insegnandogli a vivere secondo il cuore, e come uomo di cuore, compassionevole, viene descritto da chi lo ha conosciuto. Jean Vanier ha chiamato le sue case Arca come l'arca della salvezza, quella di Noè, simbolo dell'alleanza tra Dio e l'umanità, e come Maria, cantata dai Padri della Chiesa come arca della nuova alleanza. La spiritualità de L'Arche non consiste nel fare del bene a delle persone disabili, ma vivere in comunione con loro nell'amore, aiutandoli a riscoprire il senso della loro vita, della loro sofferenza, alla luce del Vangelo e riscoprendo in loro Gesù. 


Come è riportato nell'home page del sito ufficiale (http://www.jean-vanier.org/en/home) di Jean Vanier, egli, uomo efficiente e pronto all'azione, come appreso nella sua formazione come ufficiale di Marina, ha riscoperto il valore della vulnerabilità, che non riguarda solo chi è affetto da malattia o disabilità, ma che riguarda ogni uomo, dal suo concepimento nel grembo materno, alla nascita, per tutta la durata della vita fino alla morte, egli infatti così scrive nel suo sito < Siamo nati in condizioni di estrema fragilità e moriamo in condizione di estrema fragilità. Tutta la nostra vita rimaniamo vulnerabili ed a rischio di essere feriti. Ogni bambino è così vulnerabile, così fragile e senza difese! >. Jean Vanier, grazie ai disabili mentali, ha imparato l'umiltà, la capacità di fermarsi ad ascoltare, il valore e la forza dell'amicizia, ad accettare la propria povertà, fragilità, a divenire più umano, ad amare come ama Gesù, con la sua esigente e non facile radicalità, e quindi a conoscere e riscoprire la vera gioia.

Jean Vanier ha imparato molto anche dagli incontri importanti che ha fatto, tra cui la Beata Madre Teresa di Calcutta e San Giovanni Paolo II, ma recentemente ha incontrato anche Papa Francesco in udienza privata, tutti grandi operatori di pace ed estremamente vicini alla sofferenza umana, comprendendo che il principio fondamentale della pace è la consapevolezza che ogni uomo è importante, quando questo non viene rispettato si creano le differenze e le divisioni tra gli uomini in ricchi e poveri, potenti e deboli, ... Jean Vanier, che ora ha 85 anni, è un attento osservatore della realtà ma con uno sguardo contemplativo che esprime nelle sue tante opere e nella sua vita.


Dopo la nascita della prima Arca, Jean Vanier nel 1969 ha aperto altre comunità, tra cui la Comunità di Daybreak a Toronto, in Canada, dove andò a vivere Henry Nouwen, traendone importanti insegnamenti per la sua vita, ma anche per i suoi lettori, vi parlerò la prossima settimana di un suo libro nato da questa esperienza "Adam amato da Dio". Un'altra Arca è presente e attiva anche a Damasco, in Siria, nonostante la sconvolgente realtà della guerra, cui Jean Vanier risponde, sempre citando l'articolo, non senza commozione con parole davvero intense e splendide < per continuare a celebrare la vita senza lasciarsi soffocare dalla paura e per non diventare muri, ma finestre sempre aperte per accogliere e filtrare luce...> quindi continua citando le parole di San Paolo (1 Cor 13, 1-13) < l'amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta... L'amore non avrà mai fine >.

Jean Vanier si è rivolto a Papa Francesco chiamandolo il Papa della tenerezza e ne ha fatto esperienza quando lo ha incontrato rimanendo colpito dalla sua semplicità e dalla capacità di incontrare veramente l'altro, rivelando l'Altro, ma anche lui ha questo dono ed ha ispirato la nascita del movimento Fede e Luce, quando in un pellegrinaggio a Lourdes ha incontrato tante persone affette da disabilità mentale con i loro familiari scoprendo l'importanza e la gioia di far incontrare tutte queste persone disabili tra di loro e con gli accompagnatori, amici, familiari, organizzando incontri mensili e diverse attività (campi vacanze, ritiri, pellegrinaggi,...), creando una rete di sostegno per tutte quelle situazioni in cui i disabili mentali sono emarginati, isolati, esclusi e non accettati, sviluppando gravi disagi e problemi, noti a tutti. Accettare un figlio disabile mentale, che non parla bene, che non cammina bene o ha disabilità anche fisica, che può essere anche aggressivo perché non sostenuto e accolto, è un percorso lungo, doloroso e difficile e non sempre accompagnato e sostenuto, anche economicamente, dalla società e dalle strutture, per cui il Movimento Fede e Luce assume un ruolo davvero importante e prezioso (per chi conosce bene la lingua francese lascio il link ufficiale).

L'articolo di "A Sua immagine" si conclude con la riflessione di Jean Vanier sulla propria fragilità di uomo anziano, parole significative e intense che riporto integralmente a conclusione del post (anche se credo non sarà l'unico) < Può darsi che tra cinque anni sia in carrozzina, oppure malato di Alzheimer, comunque fragile, questo è stupendo, perché le persone deboli e fragili sono scelte da Dio... E' Gesù che ha messo l'Arca e Fede e Luce in cammino ed è Lui che se ne continuerà sempre ad occupare >.

Commenti