L'urgenza di seminare incessantemente la pace...


Nella domenica (13 luglio 2014) in cui la liturgia celebra la parabola del Seminatore che semina il buon seme della Parola di Dio con grande generosità, Papa Francesco ha lanciato un nuovo accorato appello per la pace in Terra Santa, poco più di un mese dopo il meraviglioso incontro in cui ha offerto i giardini vaticani per elevare a Dio la preghiera per la pace insieme ai capi di stato israeliano e palestinese.

Io non credo sia un caso che la situazione nell'amata terra natale di Gesù sia precipitata velocemente proprio in quest'ultimo mese, segno evidente che qualcuno, forse più di uno, quell'incontro non l'ha proprio gradito e certo non vuole la pace, anzi soffia incessantemente sulla brace per ravvivare la fiamma dell'odio e della vendetta fratricida, credo anche che le ragioni abbiano poco a che vedere con le questioni che dividono e fanno sanguinare i cuori di Israele e Palestina in quella striscia di terra tormentata che li divide, sono convinta infatti che a volere la guerra siano soprattutto coloro che vendono armi e morte per sete di potere e di guadagno e poco o nulla contano le migliaia di vite spezzate per raggiungere questo fine.

Non voglio certamente banalizzare le sofferenze e le ferite che attanagliano i cuori delle popolazioni israeliane e palestinesi, specialmente dopo le giovani vite spezzate da ambo le parti, ma la guerra non è mai la soluzione, in quanto porta solo altro dolore, morte e distruzione.



Vorrei ora riportare le parole di Papa Francesco, che l'8 giugno scorso aveva ricordato che ci vuole più coraggio nel fare la pace che la guerra e vorrei farlo partendo dalla sua riflessione sul Vangelo della domenica (Mt 13, 1-23), molto significativo: < ...Questa parabola parla oggi a ciascuno di noi, come parlava agli ascoltatori di Gesù duemila anni fa. Ci ricorda che noi siamo il terreno dove il Signore getta instancabilmente il seme della sua Parola e del suo amore. Con quali disposizioni lo accogliamo? E possiamo porci la domanda: com'è il nostro cuore? A quale terreno assomiglia: a una strada, a una pietraia, a un roveto? Dipende da noi diventare terreno buono senza spine né sassi, ma dissodato e coltivato con cura, affinché possa portare buoni frutti per noi e per i nostri fratelli.
E ci farà bene non dimenticare che anche noi siamo seminatori. Dio semina semi buoni, e anche qui possiamo porci la domanda: che tipo di seme esce dal nostro cuore e dalla nostra bocca? Le nostre parole possono fare tanto bene e anche tanto male; possono guarire e possono ferire; possono incoraggiare e possono deprimere. Ricordatevi: quello che conta non è ciò che entra, ma quello che esce dalla bocca e dal cuore.
La Madonna ci insegni, con il suo esempio, ad accogliere la Parola, custodirla e farla fruttificare in noi e negli altri.

Rivolgo a tutti voi un accorato appello a continuare a pregare con insistenza per la pace in Terra Santa, alla luce dei tragici eventi degli ultimi giorni. Ho ancora nella memoria il vivo ricordo dell'incontro dell'8 giugno scorso con il Patriarca Bartolomeo, il Presidente Peres e il Presidente Abbas, insieme ai quali abbiamo invocato il dono della pace e ascoltato la chiamata a spezzare la spirale dell'odio e della violenza. Qualcuno potrebbe pensare che tale incontro sia avvenuto invano. Invece no! La preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né rassegnarci a che la violenza e l'odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione. Esorto le parti interessate e tutti quanti hanno responsabilità politiche a livello sociale e internazionale a non risparmiare la preghiera e a non risparmiare alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità e conseguire la pace desiderata per il bene di tutti. E invito tutti voi ad unirvi nella preghiera. In silenzio, tutti preghiamo (Preghiera silenziosa). Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: "mai più la guerra"; "con la guerra è tutto distrutto!". Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace... Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Amen >.

Stupende e importanti le parole di Papa Francesco cui non ho l'ardire di aggiungere nulla, insieme preghiamo incessantemente per la pace in Terra Santa, in Siria, nelle zone calde dell'Africa e ovunque esistono focolai di guerra e domandiamo l'intercessione di Maria, Regina della pace, e Madre nostra dolcissima.

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