Testimoni coraggiosi da non dimenticare


Complice l'afa, domenica pomeriggio ero fisicamente ko e ho acceso la televisioni e gironzolando per i canali ho rivisto la miniserie "Paolo Borsellino", in versione ridotta, del regista Gianluca Maria Tavarelli del 2004 e interpretata da Giorgio Tirabassi ed Ennio Fantaschini, una miniserie che parte dalla comunicazione del capitano dei carabinieri a Borsellino delle sue indagini che mostrano un'alleanza tra la mafia cittadina e quella corleonese e con la successiva uccisione del carabiniere. La miniserie è tratta dall'omonimo libro biografico di Umberto Lucentini, che consiglio di leggere.
Tutta la miniserie mi colpì molto e che mi aiutò a rivivere gli eventi ed a conoscere meglio i protagonisti, di cui sapevo solo quanto i media del tempo e dopo hanno riferito, inoltre lo stesso periodo in cui i giudici Falcone e Borsellino furono uccisi mio padre moriva improvvisamente e mia madre fu ricoverata per un mese in ospedale con una grave broncopolmonite, per cui non avevo la testa per pensare ad altro.

La miniserie è fatta molto bene e mi ha coinvolto e anche sconvolto per i fatti narrati e per la solitudine in cui si sono trovati a lavorare i giudici Falcone e Borsellino, che potevano contare solo su pochissime persone, in pericolo come loro, come Rocco Chinnici e i commissari Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, tutti brutalmente assassinati, insieme ai coraggiosi uomini della scorta. Mi ha sconvolto la facilità estrema con cui una manciata di uomini, poco degni di essere chiamati così, hanno deciso la loro morte, hanno portato a compimento questi atti mortali senza ripensamento, hanno permesso questo, o non lo hanno impedito, hanno ostacolato in ogni modo il loro lavoro e/o li hanno traditi per interesse politico ed economico, come, per esempio, chi non si è adoperato per far sgombrare le auto in via d'Amelio.


Papa Francesco, come fece anche San Giovanni Paolo II, ha preso una posizione decisa contro la mafia, i suoi affiliati e le sue diramazioni nazionali e internazionali, affermando, durante l'incontro in Calabria, a Cassano all'Jonio, che nella Chiesa non c'è posto per loro e, cito, < coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati >. A queste parole ci sono state reazioni di sorpresa che non comprendo, al punto che in un carcere ci sono state defezioni di ripicca durante la partecipazione alla S. Messa. Papa Francesco non poteva certo dire qualcosa di diverso, non si può seguire Dio e tradire tutti i suoi comandamenti, non si può uccidere, sfruttare, arricchirsi illegalmente e poi entrare in chiesa come niente fosse, pretendendo l'immunità, è assurdo, come il gesto sconsiderato dell'inchino della statua della Madonna davanti la casa di un mafioso.

Gli uomini coraggiosi, i veri eroi, non sono quelli che non hanno paura, ma quelli che nonostante la paura e il dolore vanno avanti perseguendo vie di onestà e di giustizia per il bene di tutti, questi uomini rischiano la vita per tutti noi e, nonostante siano circondati da melma, non si lasciano contaminare, pur avendo tutto da perdere, come libertà, sicurezza, serenità, giornate tranquille e la propria stessa vita e questo per garantire libertà, sicurezza, serenità, giornate tranquille e vita a tutti i cittadini. Questi uomini non solo non vanno dimenticati, ma il loro lavoro, impegno e sacrificio deve essere portato avanti, fattivamente da chi occupa ora i loro posti pubblici, ma anche da ciascuno di noi in tutte le situazioni di vita, vivendo onestamente, senza compromessi col male, superando indifferenza ed omertà, promuovendo e testimoniando legalità, giustizia, solidarietà, serietà, equo utilizzo delle risorse, collaborazione, ecc.


Ultimamente sento e leggo spesso affermazioni in cui uomini e donne si vergognano di essere italiani e di vivere in Italia, disgustati dai tanti eventi negativi che accadono e dal comportamento dei nostri politici, io comprendo, ma non condivido, credo che ognuno di noi deve impegnarsi per il nostro bellissimo Paese cercando di valorizzare e promuovere le sue tante bellezze e cose buone che ha, ma sono pienamente concorde con chi si sente orgoglioso di essere italiano grazie a persone come i giudici Falcone e Borsellino, i loro collaboratori e gli uomini, compresa una donna, della loro scorta.



Ricordo che quando il cantautore Fabrizio Moro ha visto la fiction "Paolo Borsellino", di cui sopra una scena con i principali protagonisti, ha composto la bellissima canzone Pensa che metto a conclusione di questo post. Vorrei dire agli appartenenti alle varie cosche di pentirsi e ritornare a Dio o vivranno l'inferno che loro stessi hanno scelto scegliendo il male.
Prima del videoclip ufficiale della canzone di Fabrizio Moro ho deciso di postare le parole di San Giovanni Paolo II contro la mafia pronunciate ad Agrigento nel 1993, un anno dopo le stragi di Capaci e di via d'Amelio, preceduto da due brevi interviste a Falcone e Borsellino, tutti i video sono presi da YouTube.















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