Un professore musulmano si è opposto alla pulizia etnica dei cristiani


Tantissimi sono i cristiani perseguitati e uccisi in tanti luoghi del mondo, le ragioni sono incomprensibili e ingiustificabili, come ogni uomo che sia perseguitato per la fede, la razza, il colore della pelle, l'orientamento sessuale, peso, lavoro, ecc., in quanto il rispetto per la dignità di ogni vita non può essere subordinato a nulla, la vita, ogni vita, è sacra e va difesa, tutelata, rispettata, promossa e ciò che ci differenzia non può essere oggetto di odio e persecuzione, al contrario un'opportunità di dialogo, incontro e crescita reciproca, anche mantenendo saldi i propri principi e la propria fede, io credo infatti che nell'incontro con l'altro c'è solo da imparare.
Ora, per esempio, possiamo solo imparare e inchinarci dinanzi al coraggio ed alla solidarietà di un professore musulmano che ha preso posizione contro quell'estremismo che esprime solo odio e che uccide nascondendosi dietro la religione, questa persona non si ha riconosciuto la propria fede in questo estremismo e lo ha affermato e questo gli è costata la vita, ritengo doveroso, insieme alla commossa gratitudine, rendere omaggio a questo fratello musulmano.

La notizia l'ho appresa dai social recentemente, intanto altri fratelli musulmani hanno mostrato il loro dissenso, come vedete nella foto correlata all'articolo di Ateleia, a Baghdad, promuovendo la campagna "Sono iracheno, sono cristiano" e questo teniamolo presente per andare oltre timori e pregiudizi, in quanto la vera fede musulmana è distante da estremismi, uccisioni e atti terroristici.

L'uomo cui mi riferisco si chiamava Mahmoud Al' Asali ed era un professore del dipartimento di pedagogia dell'Università di Mosul, la seconda città dell'Iraq, e non ha potuto ignorare le persecuzioni e uccisioni barbare di cristiani nel suo paese e si è opposto fermamente affermando che quello non è l'Islam in cui lui credeva, lo ha fatto pubblicamente, consapevole dei rischi, per non sentirsi complice della barbarie in atto, ed è stato ucciso dalle milizie dello Stato islamico e del Levante.
Nei paesi dove convivono religioni diverse, è facile conoscere e stringere amicizia con fratelli che non hanno la stessa fede, esperienze bellissime e arricchenti sotto ogni profilo, che dimostrano come l'amore e l'amicizia sono più forti e sanno andare oltre le differenze e le persecuzioni di chi non ammette incontri, amicizie, matrimoni con persone di fede diversa o di nazionalità diverse e gli esempi brutali e tristi di questa opposizione violenta sono tanti, ma molti di più, io credo, sono le testimonianze di amicizia, amore e solidarietà. Vorrei dire grazie al professor Al' Asali per il suo coraggio e il suo sacrificio.

Al termine del post invito a firmare la petizione di Ateleia sul sito di Citizengo per la libertà religiosa e contro le persecuzioni di cristiani in Iraq, io l'ho firmata, ecco il link http://citizengo.org/it/9795-salviamo-i-cristiani-delliraq.


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