La forza e la speranza di Mama Hawa

(Fonte "A sua immagine" giornale n°84 - 16 agosto 2014)

Nel numero di "A sua immagine" della settimana scorsa ho appreso la storia di Hawa Abdi, prima ginecologa somala, che ha aperto un ospedale poco distante da Mogadiscio, in una delle zone più pericolose della Terra, e, nel mezzo della guerra fratricida che ha dilaniato il suo paese, un centro di accoglienza per tutti i profughi, chiamato Il villaggio di Mama Hawa, senza far alcuna distinzione di clan, attirandosi contro odio e aggressioni dei vari gruppi estremisti islamici.

La storia di Mama Hawa, come tutti la chiamano, mi ha colpito molto, sia perché donna, elemento considerato debole o senza valore in molte culture africane e non, sia perché medico, ma soprattutto per il coraggio di restare nella sua terra e lavorare senza risparmiarsi per la salute dei suoi pazienti, senza lasciarsi condizionare dalle pressioni culturali e sociali che hanno insanguinato e devastano ancora la terra somala.

Hawa Abdi ha 67 anni ora e continua la sua opera aiutata dalle figlie (con lei nella foto ai lati) Amina e Deqo, entrambe medici, il terzo figlio maschio, Ahmed, è morto in un incidente d'auto, ma la sua vita ha vissuto traumi e sofferenze indicibili, infatti perde la sua mamma da bambina e viene data in sposa a soli 12 anni, tuttavia, vedendo tante donne morire di parto, matura la decisione di diventare medico e riesce, attraverso una borsa di studio, ad andare in Russia, a Kiev, per studiare medicina e si laurea nel 1971, prenderà poi una seconda laurea in Legge nel 1979. Nel 1973 sposa il padre dei suoi figli e 10 anni dopo apre il suo primo ambulatorio dove offre cure ginecologiche gratuite, tuttavia, vedendo il bisogno assistenziale elevato della sua gente, si presenta, nel mezzo del conflitto civile, al presidente Siad Barre per ottenere il nulla osta per trasformare il suo ambulatorio in un vero e proprio ospedale, provvisto di sala operatoria e 400 posti letto, e, successivamente, di un campo profughi.
Il suo ospedale e il campo non sono stati risparmiati dalle incursioni degli estremisti islamici, prima di Hizbul Islam poi di al-Shabaab, ma Mama Hawa si è mostrata caparbia e risoluta nel tener loro testa, nonostante le armi puntate contro, tuttavia i secondi portarono via dal campo molti ragazzi per addestrarli come bambini soldato, una vera piaga in molte zone dell'Africa e non.



Mama Hawa ha ottenuto diversi riconoscimenti ufficiali ed è stata candidata anche al premio Nobel per la pace, la sua storia è raccolta in un libro "Tener viva la speranza" pubblicato in questo anno da Vallardi Editore e scritto insieme a Sarah J. Robbins, un libro di forte impatto emotivo che racconta la storia di una donna coraggiosa in uno dei paesi più pericolosi al mondo e del suo impegno per salvare moltissime vite, certamente un libro non facile da leggere, ma che credo valga la pena, per conoscere non solo meglio Hawa Abdi, ma anche il suo travagliato paese.

Vi lascio il link della Fondazione di Mama Hawa www.dhaf.org.



Commenti