Sostegno al ginecologo pro life Bogdan Chazan e all'obiezione di coscienza in sanità



Appena la settimana scorsa ho sostenuto l'obiezione di coscienza in sanità e giusto qualche giorno dopo ho appreso di questa vicenda e non posso ignorarla, per cui la condivido con voi.
Il professor Bogdan Chazan è un eminente esperto di ginecologia e ostetricia, direttore dell'Ospedale della Sacra Famiglia, il migliore di Varsavia, in Polonia, che è stato condannato a pagare una multa di 70 mila zloty (circa 17 mila euro) e licenziato proprio per aver esercitato questo diritto quando una paziente si è rivolta a lui per abortire il suo bambino, concepito tramite fecondazione assistita cui erano state diagnosticate gravi malformazioni. Il professore, che sostiene la vita, si è rifiutato di praticare l'aborto offrendo totale disponibilità per assisterla per tutta la gravidanza e il parto, facendo quello che chiunque ginecologo dovrebbe fare, proporre alternative all'aborto e sostegno per la difficile gravidanza, per la donna e per il bambino, ma lei ha rifiutato e l'ha denunciato. 
In Polonia il diritto all'obiezione di coscienza è garantito dalla Costituzione, ma il medico deve suggerire alle pazienti il nome di un altro medico disposto ad effettuare l'aborto, cosa che per un sostenitore della vita significa favorire l'aborto, come per me lo era il telefonare per prendere gli appuntamenti per abortire, e il professore, seguendo la sua coscienza, non lo ha fatto, da qui la sanzione economica e il licenziamento, che non ha risparmiato nemmeno un illustre medico.

Oltre che condividere questa storia e sostenere con tutta me stessa e grande stima il professor Chazan e invitarvi a firmare la petizione in suo favore come ho fatto io (ecco il link http://www.citizengo.org/it/10531-sostegno-al-ginecologo-pro-vita-bogdan-chazan), vorrei non solo ribadire il diritto all'obiezione di coscienza in sanità, da garantirsi totalmente e non una parte, ma mi chiedo anche perché la signora si sia rivolta ad un professore di cui doveva conoscere la dedizione totale alla vita? 
Non sono una persona rigida, anche se sono ferma nei principi non negoziabili in cui credo, ma onestamente provo grande tristezza e dolore quando si decide di togliere la vita ad un bimbo non ancora nato perché malato, malformato o semplicemente non voluto.

Io non ho ricevuto il dono di essere madre, ma credo che essere genitori significa avere un cuore grande per accogliere la vita e un grande coraggio per accettare di convivere con quella sana inquietudine derivante dalla consapevolezza di non poter proteggere i tuoi figli sempre e comunque, di stare alzato la notte mentre loro sono fuori e, se va male, potrebbero non rientrare, di lasciarli vivere la loro vita dopo aver insegnato loro i propri valori nella speranza che facciano meglio possibile e di accettare quella terribile impotenza quando si dovessero ammalare e non sempre riuscire a guarire. Essere genitori non è una passeggiata, è impegnativo e una cosa seria, dovrebbero rifletterci i giovani che vivono senza freni e responsabilità la loro sessualità e poi cercano "soluzioni" facili ai problemi e dovrebbero rifletterci coloro che affrontano percorsi difficili e dolorosi per diventarlo come la fecondazione assistita, eterologa e maternità surrogata per realizzare il sogno di un figlio e poi lo rifiutano perché malato, malformato, disabile o con la sindrome di Down, come la coppia australiana, che poi ha richiesto indietro pure i soldi investiti per il "figlio andato male". Dobbiamo tutti tenere presente che anche quando un bimbo nasce sano e "perfetto", anche se noi ce lo auguriamo sempre e per sempre, non è immortale o immune dalla malattia, può ammalarsi dopo o avere un incidente e finire in carrozzina e allora che si fa? Lo si rifiuta? Tutti i genitori di figli disabili o malati che ho incontrato darebbero la loro vita per i propri figli e li curano con amore e sacrificio, anche in assenza o latitanza delle istituzioni, e, pur se oltre lo sfinimento, rifarebbero tutto. Essere genitori non è un gioco, non è ricevere la vita dal figlio, ma è dare la vita. Pensiamoci....

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