Un paese nel cuore: il Giappone (3 parte)

(Foto personali)
(Le bellissime carpe koi coloratissime)

Il 2000 è stato un anno molto importante per me, in quanto ho iniziato a lavorare come infermiera palliativista, ovvero nelle cure palliative domiciliari e in hospice ai malati di cancro in fase terminale, l'esperienza professionale più ricca, coinvolgente e stravolgente della mia vita lavorativa; si è realizzato il sogno di andare in Giappone ed ho iniziato, verso aprile e maggio, a ridosso del viaggio, ad avere i primi sintomi e segni di una poliendocrinopatia, cui poi si è affiancata una malattia reumatica e altro a seguire.
Dico questo per dire che, nonostante l'entusiasmo del visitare il paese del mio cuore, l'afa e il mio non stabile stato di salute non mi aiutavano a reggere i ritmi, noi ragazze ci trovavamo a boccheggiare prendendo d'assalto le numerose macchine distributrici di bibite che incontravano strada facendo, delle vere e proprie oasi per noi, con un assortimento ricco di bevande mai viste da noi, tipo la Fanta all'uva, mentre i ragazzi si spazientivano ad ogni pausa, anche se erano zuppi di sudore.

Tante le cose che mi hanno colpito, la pulizia delle strade, dei mezzi di trasporto, non trovi cartacce, lattine o gomme da masticare, come da noi, si utilizzava in modo ottimo la raccolta differenziata, con contenitori ad hoc, che non ho mai visto pieni fino all'orlo, quindi venivano svuotati regolarmente, poi i treni erano sempre puliti e funzionanti, riguardo quelli di collegamento tra le città, oltre ad essere super veloci (ma te ne rendevi conto solo guardando fuori del finestrino, perché silenziosi), erano confortevoli anche in seconda classe, inoltre si fermano sempre allo stesso punto, nel senso che in terra sulla banchina sono segnate le carrozze, in modo che le persone si mettono correttamente in fila nella propria carrozza, senza correre appresso al treno, quindi arriva il treno, scendono i passeggeri, quindi vengono cambiati i poggiatesta e ripulito tutto il treno velocemente, tutto in modo ordinato. Forse questo ordine rispettoso può dare fastidio a qualcuno, ma dopo spintoni, urla, gente che ti passa sopra per arrivare prima, treni tipo carro merci, forse ci ripensa!!!


Oltre l'ostello con gli scarafaggi, ho avuto un altro inconveniente, entrando e uscendo dalle stazioni, abbiamo fatto tantissime scale, gli ascensori ci saranno pure, ma non li abbiamo trovati, e finché sali e scendi senza bagaglio e senza pacchi fatichi, ma ce la fai, ma gli spostamenti lunghi comportano il bagaglio e considerata la distanza mi ero portata una valigia grande, ma in tessuto, e non ce la facevo a portarla di peso, così dopo tante scale non ha retto e si è disintegrata, così ho dovuto comprarne un'altra, che ho tuttora, rigida, ma l'altra è ritornata in Italia con noi, piena di tutti gli oggetti comprati, io avrei riportato tutto il paese ma nella valigia non è entrato...

Abbiamo visitato tantissimi templi buddisti e scintoisti, con rispetto e senza la pretesa di comprendere tutto, ma accostandosi in punta di piedi verso una cultura e una storia che non ci appartengono, ma che non per questo non deve incuriosire o affascinare, io credo ci sia da imparare sempre e ovunque, bastano un cuore ed una mente aperta. Accanto ad alcuni tempi abbiamo incontrato spesso cimiteri con delle statue Jizo adornate con cappelli ricamati, bavagli e girandole, nessuno c'era cui potevano chiedere la spiegazione, solo al ritorno ho saputo che commemoravano bimbi defunti.



Tra le varie cose e posti che abbiamo visto, è mancato solo il Monte Fuji, quando ci siamo andati è stata l'unica giornata nuvolosa e di pioggia, per cui non siamo riusciti a vederlo e abbiamo dirottato per le affascinanti e fresche Shiraito Falls, cascate della prefettura di Shizuoka, vicine al maestoso Fujisan.
Accanto alle cascate ho assaggiato calamari abbrustoliti, è stata la prima volta che ho visto i calamari nella loro forma originaria, fino a quel momento credevo fossero anelli...

Un pò di foto delle Shiraito Falls (ora vorrei godermi quel fresco...)



Una passione che condividevo con il gruppo erano i manga e anime, rispettivamente fumetti e cartoni animati giapponesi, in fondo siamo di quella generazione cresciuta a pane e cartoon, per cui le librerie e le fumetterie ci attiravano, in Giappone i manga sono differenziati per il pubblico, dai piccoli, agli adolescenti, alle ragazze/ragazzi e agli adulti, chi non lo sa può incorrere in qualche inconveniente, come è accaduto a mio zio, in uno dei suoi viaggi di lavoro in Giappone, dove stava per acquistare un fumetto erotico per sua figlia, e lui era un cattolico osservante e una persona rigida, quindi potete immaginare la sua faccia, così come quando ad un brindisi durante una cena di lavoro ha pronunciato il nostro cin cin suscitando un imbarazzo generale, in quanto non solo l'equivalente giapponese esatto è campai, ma anche se scritto chin chin, la pronuncia è cin cin e si riferisce all'organo genitale maschile, insomma povero zio, che imbarazzo!!!

Sarebbero tante le cose da raccontare, ma concludo qui il racconto del mio primo viaggio in Giappone, una meraviglia di paese che porterò sempre nel cuore... ne ho fatti anche due, uno in solitaria nel 2002 di tre settimane, e uno, anche per lavoro, con una mia amica, nel 2003, entrambi condizionati dalla malattia, più evidente, ma non mi sono lasciata fermare e ve li racconterò, poi non ho più potuto, ma con il cuore sono sempre vicino a questo paese ed alla sua gente.

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