Dono d'amore


Qualche giorno fa gli esperti medici dei trapianti d'organo si sono riuniti a Roma per confrontarsi sulla piaga criminale del traffico illecito di organi e si sono incontrati anche con Papa Francesco e con il sindaco Marino ed oggi si riuniranno a Siena per il XXXVIII Congresso Nazionale della Società Italiana Trapianti d'Organo, mentre il prossimo 11 ottobre sarà la Giornata Europea per la Donazione, tutti questi eventi mi hanno ispirato nel dedicare un post a questo tema delicato. 
In realtà avevo già in mente di scrivere per sensibilizzare alla donazione di organi, solo che non è facile perché inevitabilmente s'incontrano tutte le emozioni che solo la vita e la morte sanno suscitare, tuttavia mi faccio coraggio e le affronto.
Nel 2000 il Ministero della Salute diffuse un documento, il tesserino blu, da firmare e portare nel portafoglio per esternare la propria volontà di essere o meno donatori di organi, io l'ho firmato dando il mio assenso e da allora lo porto insieme al documento. Ho sempre sostenuto la donazione di organi in quanto la ritengo un dono d'amore, purché questo avvenga secondo le modalità e le vie ufficiali e non attraverso traffico illegale e/o vendita di propri organi, come il rene, l'unico che si può donare restando in vita, perché ne abbiamo due, a scopo di lucro sfruttando la povertà delle persone.


La mia malattia non è curabile con un trapianto di organo vitale, per cui non posso comprendere il dramma che vivono le persone in gravi condizioni e che hanno come unica possibilità di salvezza l'effettuare un trapianto, dramma pieno di emozioni contrastanti che coinvolgono il desiderio di vivere e la consapevolezza che per ricevere l'organo un'altra persona deve morire. Questo è quanto vivono i malati e le loro famiglie, ma dall'altra parte si svolge un altro dramma, quello di chi viene coinvolto in un incidente, soprattutto automobilistico, o malattia, come lo scoppio di un'aneurisma cerebrale, senza possibilità di sopravvivere, per morte cerebrale irreversibile, e quello dei familiari che, in tempi brevi e sconvolgenti passano dal sapere dell'incidente alla diagnosi di morte cerebrale al decidere se donare o meno gli organi per far vivere altre persone che nemmeno conoscono. Tra questi due drammi si trovano ad operare le equipe mediche di entrambi i pazienti, chiamati a curare, sostenere, guidare verso scelte consapevoli, senza forzature e nel pieno rispetto del dolore che tutte le persone stanno vivendo.

Donare gli organi non è una scelta facile e i tempi brevi non aiutano chi sta vivendo il dolore di perdere persone amate, inevitabile la speranza di un miracolo, di non accettare la diagnosi di morte cerebrale, ma quando viene formulata non è a cuor leggero ed è il risultato di visite ed esami approfonditi e ripetuti per confermarla e non c'è più speranza di vita, perché le cellule cerebrali sono le uniche che non si riproducono e quando muoiono nelle zone vitali muore il cervello e muore la vita, spesso si pensa che il centro della vita è il cuore, ma questo, con le macchine, può assolvere la sua funzione, anche se non per sempre, ma quando muore il cervello nessuna macchina può sostituirlo: il centro del respiro, del linguaggio, della memoria, di tutto è nel cervello, per questo il Signore, creandoci, lo ha protetto all'interno delle ossa del cranio, e per questo si insiste in modo ossessivo ripetendo l'importanza di portare il casco sia quando si va in bicicletta e quello integrale, che rispecchia tutti i parametri di legge, quando si va in moto e/o motorino. Quando nonostante tutte le protezioni il trauma è tale da portare alla morte cerebrale, al non senso di un evento tragico e doloroso possiamo rispondere solo con la preghiera e con un grandissimo dono d'amore acconsentendo alla donazione affinchè altre persone possano vivere.



Ricordo ancora con grande emozione il dramma che ha colpito 20 anni fa la famiglia americana Green in vacanza in Italia, quando, mentre si stavano dirigendo in Sicilia, la loro auto fu scambiata da dei criminali per quella di un gioielliere e tentarono una rapina degenerata in omicidio sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, spezzando la giovanissima vita di Nicholas, di 7 anni; i genitori risposero a questo orribile delitto dando il consenso alla donazione di organi, cosa che fece scalpore anche perché da noi non era prassi abituale, così Nicholas donò la sua vita a sette italiani e contribuì a sensibilizzare la popolazione italiana sulla donazione, per il loro grande gesto d'amore hanno ricevuto il riconoscimento ufficiale della medaglia d'oro al merito civile.

Quando non c'è più speranza di salvezza per la nostra vita, poterla donare a qualcuno affinchè possa continuare a vivere è un dono d'amore, bisogna invece dire NO al traffico illegale di organi, alla vendita e al rapimento al fine di rubare organi (perché purtroppo nei paesi poveri accade anche questo).

Per tutte le specifiche del trapianto (come diventare donatori, quali organi si possono donare, come e quando si effettua il trapianto,...) vi rimando al sito dell'A.I.D.O. al seguente link http://www.aido.it/, che vi consiglio di visitare e leggere in modo approfondito.

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