La forza e la luce del sorriso di Bebe


La prima volta che l'ho vista è stato in televisione quando ha partecipato alla bellissima trasmissione "Invincibili" di Marco Berry (2010-2011), una delle iene di Italia 1, che seguiva la prima serie dedicata agli "Invisibili", i senza tetto ha condiviso spazi e vita; era giovanissima e così apparentemente fragile, timidissima, accanto al suo papà, eppure allo stesso tempo trasmetteva una serenità e una luce che mi sorprendevano, per poi scoprire tutta la sua forza e rimanerne conquistata. Avrei voluto parlare di lei in questo blog, ma non trovavo mai il momento, in questi anni mi è rimasta nel cuore, poi oggi (sabato 4 ottobre) l'ho rivista durante l'incontro in Vaticano degli atleti delle Paralimpiadi con Papa Francesco, più cresciuta e abituata a parlare davanti alle telecamere, con un taglio alla moda sbarazzino e ancora quella luce, ancora più forte, e quel disarmante sorriso genuino e gioioso che ti conquista immediatamente, così eccolo il momento tanto atteso; chi è appassionato di scherma e sport la conoscerà già, sto parlando di Beatrice Vio, per tutti solo Bebe, schermitrice italiana paralimpica.



Bebe è nata a Venezia il 4 marzo del 1997, seconda figlia di papà Ruggero e mamma Teresa, dopo Niccolò e prima di Maria Sole e la sua vita scorre tranquilla a Mogliano Veneto (Treviso) tra la scuola, tante passioni (disegno, pittura..), un'attenzione verso gli altri e l'amore per lo sport, inizia a praticare la scherma già a all'età di 6 anni, ma la sua vita cambia radicalmente all'età di 11 anni, quando contrae una meningite fulminante che la porta in setticemia che devasta il suo corpo portando a necrosi degli arti, per salvarle la vita i medici sono costretti ad amputarle tutti e quattro gli arti all'altezza di gomiti e ginocchia. La piccola viene dimessa dopo più di 3 mesi di ospedale e il periodo successivo lo trascorre facendo fisioterapia e attività al centro protesi di Budrio. 
Bebe non si dà per vinta e sostenuta dalla sua famiglia riprende tutte le sue attività adattandosi con coraggio alla nuova condizione, tra queste attività naturalmente anche la scherma.

Bebe con i genitori e la sorellina

I tecnici studiano delle protesi adatte per poter praticare la scherma dalla carrozzina e lei riprende con costanza e determinazione tali da vincere la medaglia d'oro nel 2012 e altre medaglie. Il percorso non è stato facile e la famiglia di Bebe si è scontrata con diversi problemi tra cui la totale mancanza di supporto del Sistema Sanitario Nazionale, così nasce l'Associazione Art4sport (vedi link) per essere quel punto di riferimento mancante per le persone come Bebe, cui un trauma o una malattia ha provocato una disabilità, ma con un grande amore per lo sport.
Ammiro molto Bebe ed a conclusione di questo post vorrei lasciare parlare lei... se non la conoscete, vi conquisterà... Grazie Bebe...


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