Riflessione sulle Beatitudini


Qualche anno fa, in un momento di crisi profonda, ho preso qualche giorno di ferie e sono andata a Sperlonga, una stupenda località balneare del Lazio, una piccola perla, come la chiamo io, con il paese in alto affacciato sul mare e sotto case e stabilimenti, io ho scelto un bel bed and breakfast sul mare e mi sono rifugiata lì per un pò, non lo avevo programmato ma il periodo in cui mi sono ritirata in quel luogo è coinciso con il ponte di Ognissanti.

Il tempo è stato mite e caldo, tipo primaverile, pur essendo fine ottobre, per cui era piacevole passeggiare sul lungomare, sedere sulla sabbia, lasciarsi accarezzare dalla brezza del vento, raccogliere le conchiglie ed ascoltare l'infrangersi delle onde sul bagno asciuga o sulle rocce, per un bel pò di tempo me ne sono stata arrampicata sul muretto a guardare le onde e il moto del mare contro le rocce, restavo ad ascoltare la voce del mare, era come se esprimesse per me le emozioni che erano aggrovigliate nel petto.

Trascorrevo così le giornate: passeggiavo, raccoglievo conchiglie, sedevo a scrivere su un blocco pensieri in libertà, come se aspettassi che la penna mi dicesse cosa c'era che non andava, cosa mi faceva stare tanto male... poi mangiavo poco, a volte mi concedevo un pranzo al ristorante, a volte un gelato o un frutto, ma ogni pomeriggio prendevo la strada che dal lungomare sale al paese, salivo affannosamente i gradini all'interno fino a raggiungere la piazza principale con bar, negozietti, il comune e la chiesa che era il centro, pregavo il rosario con le vecchiette, c'erano solo loro, e partecipavo alla S. Messa, pregavo molto anche da sola e chiedevo aiuto al Signore della mia vita affinché mi illuminasse la via nel cuore e nei giorni per poterla seguire e ritrovare serenità.

Tutto scorreva abbastanza tranquillamente, fino alla festa di Ognissanti, quando in una festosa giornata, piena di sole e di persone, di famiglie, partecipando alla Messa ho ascoltato il Vangelo delle Beatitudini e la logica del Regno di Dio. Prima di condividere cosa ho provato, pensato, vissuto, è meglio che riporti quel brano del Vangelo di Matteo, molto ricco e bello, del capitolo 5, versetti 1-12:
 < Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
"Beati i poveri in spirito, 
perché di essi è il regno dei cieli:
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi">.


Non so quale reazione, quali emozioni vi suscitano queste parole, certamente speranza, magari consolazione, invece quel giorno in me scatenarono una tempesta, li per lì tutto bene, ma al termine della messa mi sentii profondamente stonata rispetto all'allegria ed all'atmosfera della festa che percepivo intorno a me, così mi avviai frettolosamente verso l'albergo scendendo le scale velocemente pensando tutta offesa "Signore, con te funziona tutto al contrario, io sono triste, sto soffrendo e non mi sento affatto beata!", il mio cuore era in subbuglio e cieco, non riusciva a vedere la Luce e la Via che traspare dalle parole di Gesù, non è facile entrare nella logica di Dio, perché prima bisogna abdicare alla nostra, lasciando andare tutte le sofferenze e le cose del mondo cui normalmente restiamo attaccati come le cozze allo scoglio. Nonostante tutte le mie resistenze, qualcosa era passato e stava stravolgendo il mio animo, sciogliendo che groviglio di emozioni che non riuscivo ad esprimere.

Qualcosa era cambiato e dopo un lungo pianto ho ritrovato la serenità ed ho compreso la bellezza e la profondità di quello che il Signore aveva detto e continua a ripetere ai nostri cuori, la chiamata ad attraversare la realtà del momento presente con lo sguardo aperto verso l'orizzonte, che quello che viviamo oggi non è tutto, non è la fine, se oggi siamo nel pianto, viva e presente è anche la nostra consolazione, che ha il nome e le fattezze del Figlio di Dio, quindi possiamo con lui affrontare e portare quel dolore certi che non ci schiaccerà, che tornerà il tempo del sorriso, che è ben oltre una banale ed effimera consolazione umana, ma primizia della vera gioia, quella che nasce anche nei contorni delle lacrime, quella che non ti abbandona anche nella fatica della salita, nel sudore e nell'affanno dei giorni, perché è dono e segno della presenza di una Persona nella nostra vita, che ben conosce il patire umano perché è il Dio fatto Uomo, che ha preso su di sé tutto di noi, la nostra carne, le nostre ferite, le nostre stanchezze, persino i nostri peccati, e non si è scandalizzato, non è fuggito, non si è spaventato, è rimasto con noi sempre, sino alla fine dei giorni.

Papa Francesco ha definito le Beatitudini la carta d'identità del cristiano (vedi link omelia), la via controcorrente rispetto al mondo, un programma di santità rivolto a tutti noi e vediamo di entrarci punto per punto, premettendo che le mie sono riflessioni personali, che possono essere utili a dare degli spunti per poi riflettere su che cosa il Signore, attraverso questo brano del Vangelo, vuole dire e sta dicendo alla vostra vita:

  • perché beati i poveri di spirito rispetto al mondo che loda i ricchi, perché i poveri non hanno nulla cui potersi attaccare e su cui contare e sentirsi al sicuro, per cui hanno il cuore libero per fare spazio al Signore affinché vi riversi la sua grazia, il suo regno, ovvero Lui stesso;
  • beati gli afflitti perché mentre il mondo pensa al godimento di oggi e fugge, ignora, la sofferenza, questa illumina lo sguardo di chi la vive facendo vedere le cose come sono realmente, dando importanza a quello che conta davvero e sa riconoscere la vera gioia, non quella che dà il mondo, ma quella che solo il Signore può donare, anche nel mezzo dei problemi, nella malattia, nella fatica di ogni giorno, un pò come le lacrime purificano gli occhi che, dopo un pianto, sono più luminosi e vivi, così il dolore purifica il cuore da tutto ciò che è superfluo e vano;
  • beati i miti è la beatitudine più difficile da vivere, perché, come spesso ci giustifichiamo, umanamente siamo portati a liti, tensioni, divisioni, a reagire davanti a ciò che ci ferisce o ci ostacola, critica, ma alla fine, non possiamo non ammetterlo, i problemi non solo non si risolvono ma se ne creano altri, sempre più grossi, sia nelle questioni personali che sociali, invece avere un cuore mite, umile, che, anziché reagire, lascia agire il Signore, affidandogli tutto, fa spazio dentro di sé per amare, perdonare, accogliere, come Lui ama, perdona, accoglie ciascuno di noi, bé allora non solo non rimarrà deluso ma erediterà la terra, ovvero vedrà e vivrà delle meraviglie che il Signore opererà nella sua vita;
  • beati coloro che hanno fame e sete della giustizia è più che mai attuale, quante ingiustizie accadono intorno a noi, quanta fame di libertà, di pace, di amore, di rispetto dei diritti umani, di giustizia, ma la giustizia cui Gesù fa riferimento nelle Beatitudini non è la giustizia umana, che va dalle leggi costituite alle variabili che ogni uomo adduce rispetto alle vicende che accadono, ma all'impegno che ognuno di noi deve mettere per lottare contro corruzione, la politica delle raccomandazioni, del do ut des, del compromesso, contro l'illegalità, a partire dalle scelte di ogni giorno che ci riguardano e non solo guardando agli altri, ai politici, ai personaggi pubblici (anche noi nel nostro piccolo possiamo accettare o meno dei compromessi per facilitarci la vita, per ottenere quel lavoro, per scavalcare un collega, per ottenere una promozione o dei bonus, ecc., la corruzione si combatte partendo dal basso verso l'alto) ed alla consapevolezza che al di sopra di tutti noi vi è Qualcuno che vede e che opera per il nostro vero bene, imparando a fidarci davvero di Lui, anche quando tutto sembra perduto;
  • beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia mi dona ulteriore prova di quello che dice la matematica (di cui io comprendo poco o nulla ahimè) e cioè che invertendo i fattori il risultato non cambia, ovvero che proprio riconoscendoci noi per primi oggetto della misericordia, del perdono e dell'amore di Dio, possiamo accogliere e fare lo stesso con gli altri, siamo fragili e tutti peccatori, ma siamo stati amati e perdonati al prezzo del Preziosissimo Sangue del Figlio di Dio, quindi non possiamo non seguire il suo esempio e metterlo in pratica ogni istante della nostra vita, certo non è facile, abbiamo bisogno della sua grazia, a volte sembra proprio impossibile, è molto più facile odiare, vendicarci, tenere il muso, chiuderci in un ostinato silenzio, non fare nemmeno un passo verso l'altro aspettando orgogliosi che lo faccia lui, fare la guerra, ma il risultato qual è? altro dolore, sofferenza, buio, ferite, angoscia, lacrime, divisioni, catene infinite di odio... mentre la via del perdono porta la riconciliazione, la gioia, l'unità, la pace, ... quale via seguire? quella larga e spaziosa che porta alla morte o la via stretta e faticosa che fa entrare nella vita? Gesù ci ha insegnato ed indicato bene qual è la Sua via, l'ha seguita per primo, e ci lascia liberi di sceglierla e percorrerla o no, poi però non arrabbiamoci con Lui se non siamo felici.
  • Beati i puri di cuore perché hanno il cuore come quello di Gesù e di Maria, umile, puro, veramente libero e bello per amare davvero e per sempre, noi non possiamo far diventare il nostro cuore così né bastano i nostri sforzi, il nostro volerlo, abbiamo bisogno di Dio, dobbiamo chiedere a Lui di trasformare così i nostri cuori, un luogo bello in cui Egli può dimorare, amare, vivere, attraverso di noi, ma noi possiamo non mettere paletti e ostacoli, togliendo tutti gli idoli (denaro, successo, potere, dipendenze affettive,...).
  • Beati gli operatori di pace perché operano come il Principe della Pace, Gesù, e la Regina della Pace, Maria, facendosi strumenti per costruire ponti di dialogo (bandendo chiacchiere e mormorazioni in cui inciampiamo facilmente), di collaborazione, di accoglienza, di fratellanza, di solidarietà, di perdono.
  • Beati i perseguitati per la giustizia sta ad indicare che Gesù non dimentica nessuno, tanto meno coloro che vivono ciò che Lui ha vissuto, la persecuzione, la tortura, la crocifissione, le ingiuste condanne (e il pensiero corre ora ad Asia Bibi, la cui ingiusta condanna a morte per blasfemia è stata purtroppo confermata, invitandovi a pregare insieme per la salvezza di questa nostra sorella, moglie e mamma cristiana), le menzogne...
L'invito finale di Gesù a rallegrarsi vale per ogni giorno della nostra vita, qualsiasi situazione o problema o sofferenza stiamo vivendo, proprio per quello cui accennavo prima, perché non siamo soli, il Signore è con noi e non ci abbandona, affidiamo tutto nelle Sue Mani e confidiamo nel suo aiuto e nel suo intervento, in Lui, con Lui e per Lui noi siamo davvero beati.

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