In difesa degli animali: gli orsi bruni


In questo percorso per conoscere e difendere gli animali siamo arrivati al primo nella lista del WWF: l'orso bruno e il pensiero corre immediatamente a Daniza ed ai suoi cuccioli, rimasti soli dopo l'uccisione della loro mamma, ma anche agli altri orsi uccisi nel nostro Paese per essersi avvicinati troppo all'uomo, senza nemmeno fermarsi a chiedere perché sta avvenendo, perché gli animali selvatici si stanno avvicinando in territori inusuali per loro? E non sta accadendo solo in Italia, ma in ogni luogo della Terra, probabilmente per la stessa ragione, per i sempre più evidenti cambiamenti climatici che stanno modificando i loro habitat ed il nostro, variando le migrazioni e la reperibilità delle prede abituali di cui sfamarsi, da qui la ricerca di altre prede, come ovini, bovini, allevati dall'uomo, per poter sopravvivere.

L'orso bruno vive in ambiente forestale montano, sulle Alpi era molto presente, ma ora se ne contano pochi esemplari, grazie anche al progetto Life Ursus del Parco Naturale Adamello Brenta di reinserimento di 10 orsi provenienti dalla Slovenia, che si sono adattati e riprodotti, al momento se ne contano circa 50 esemplari, ma ogni lavoro che si possa fare per gli orsi non prescinde dall'accettazione e dalla convivenza pacifica con gli uomini. Per contribuire a salvare gli orsi bruni visitate il sito del WWF (http://www.wwf.it/orsobruno/il_wwf_per_lorso_bruno/).


Un esempio che la convivenza pacifica con gli orsi è possibile può venire dalla singolare storia di Charlie Vandergaw, ultrasettantenne insegnante di scienze in pensione, narrata in un documentario eccezionale girato in Alaska in più episodi per Animal Planet dal cineoperatore Richard Terry e che si intitola "Stranger Among Bear" andato in onda su Frisbee tradotto nella nostra lingua. Charlie Vandergaw era un cacciatore di orsi e li uccideva, finché un orso non gli ha cambiato la vita e la visione completamente, fino a costruire una baita isolata e circondata da un recinto elettrificato (non attivato finché non vi è stato costretto dalla polizia dicendo addio agli orsi) dove trascorrere il periodo primaverile ed estivo e che ha chiamato Bear Heaven nella foresta Alaska's Yentna River Valley, che raggiunge con un idrovolante e lì Charlie accoglieva ed ha fatto amicizia con gli orsi bruni della zona, compresi i più aggressivi grizzly, avvicinandosi a loro senza armi e con un bastone per insegnare loro, per così dire, fin dove potevano spingersi e dove no, per fare un esempio quando giochi con un gatto, che ha istinto predatore, capita che tiri fuori le unghie e ti graffi, non per farti male, semplicemente per acchiapparti, ecco pensate di giocare con un orso adulto che con una zampata può procurarti altro che graffi, avete presente, allora Charlie col bastone e frasi brevi, pronunciate con decisione, ma senza urlare ed evitando movimenti bruschi che potevano spaventare l'animale spingendolo ad attaccare, riusciva a farsi comprendere ed interagire in modo costruttivo con gli orsi.
Certo l'esperienza più che ventennale di Charlie è singolare, unica, e sicuramente non da ripetere per noi, ma credo sia riuscita a far comprendere che gli orsi non sono da uccidere, ma da comprendere e rispettare nel loro habitat, che, vista la mole, richiede spazi ampi e di poter reperire cibo senza avvicinarsi all'uomo. Charlie Vandergaw era un insegnante in pensione ed un ex cacciatore di orsi, pentito del suo passato, e con l'unico desiderio di stare pacificamente in loro compagnia, non li addomesticava, né costringeva a seguirlo con cibo o altro, li accoglieva nel suo terreno e godeva della loro compagnia, dando loro un nome, come Cookie, la sua preferita, ed imparando a riconoscerli e relazionarsi nel rispetto reciproco, in una terra come l'Alaska, dove gli orsi si cacciavano ed era impedito per legge di avvicinarli e dare loro del cibo (Charlie dava loro biscotti per cani...), per cui la vicenda di Charlie ha destato clamore, sconcerto e attenzione, anche dalla polizia, è stato definito un pazzo, ma non lo era e Animal Planet ha incaricato il cineoperatore Richard Terry di trascorrere, se non ricordo male, 2 settimane, a Bear Heaven filmando Charlie e intervistandolo circa la sua visione e il suo approccio con gli orsi (potete vedere in lingua originale qualche filmato a questo link e questa esperienza ha modificato anche la visuale di Richard portandolo ad interagire con gli orsi, nonostante un inizio comprensibilmente non facile e qualche spiacevole danno collaterale (sono sempre animali selvatici...).
La visita di Richard ed il tempo di Charlie si conclude quando la polizia lo costringe ad attivare il recinto elettrificato per tenere lontano gli orsi e a lasciare Bear Heaven andando incontro anche ad un processo che portò ad una multa di 20000 dollari per aver dato da mangiare agli orsi e 180 giorni di prigione con pena sospesa. In Alaska non hanno visto di buon occhio la vicenda di Charlie, da loro ritenuto pazzo, che ha ricordato quella di un altro amante degli orsi, naturalista, e video documentarista ecologico, Timothy Treadwell, che viveva con i grizzly al Katmai National Park in Alaska per 13 estati, dormendo in tenda e che è stato ucciso e divorato da un orso, insieme alla sua ragazza, il 5 ottobre 2003; l'accostamento con Timothy faceva arrabbiare Charlie perché la sua esperienza era più rispettosa dell'indole selvatica degli orsi, mentre lui li aveva sottovalutati fino a dormire con la fidanzata in tenda nel loro territorio.

Non vi ho raccontato di Charlie per invitarvi a fare come lui, gli animali selvatici restano tali e vanno rispettati, ma guardare i video aiuterà forse a conoscere meglio gli orsi, da un altro punto di vista, e a non considerarli più solo un pericolo per l'uomo, Charlie e Richard non sono stati uccisi perché gli orsi hanno compreso che non rappresentavano per loro una minaccia, io credo, e mi sto rendendo conto sempre più, che molto spesso è l'uomo a rappresentare una minaccia, per i suoi simili, per gli animali, per l'ambiente e, infine, per se stesso.

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