Avvento: tempo di attesa, silenzio, preghiera e...per incontrare il Signore


"L'Avvento è, per eccellenza, il tempo della speranza. Ogni anno, questo atteggiamento fondamentale dello Spirito si risveglia nel cuore dei cristiani che, mentre si preparano a celebrare la grande festa della nascita di Cristo Salvatore, ravvivano l'attesa del suo ritorno glorioso, alla fine dei tempi"
Benedetto XVI Angelus 1-12.2007

Domenica è iniziato il tempo dell'Avvento in preparazione al Santo Natale, un tempo importante, ma che può scivolarci addosso senza toccarci il cuore, senza modificare il nostro comportamento, senza cambiare nulla, se non vi entriamo con cuore umile e docile e se non lo viviamo nella preghiera, ritagliandoci momenti preziosi ogni giorno per restare alla presenza del Signore, nel silenzio, meditando la Sua Parola chiedendoci cosa Lui vuole dire oggi, in questo tempo, in questa giornata, alla nostra vita, cosa vuole che facciamo o che Gli lasciamo fare in noi. Il rischio per tutti noi, compresi i cristiani, è di dare tutto per scontato, di cadere nell'abitudine, di guardare allo scorrere dei giorni come se guardassimo lo scorrere di un ruscello, nella medesima direzione, facendo lo stesso percorso, le stesse cose e di perderci nella routine, vivendo in modo meccanico, abitudinario anche i tempi liturgici: Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, Tempo Ordinario e via di nuovo... come una routine che si ripete sempre uguale e che investe solo superficialmente la nostra vita, attraverso atteggiamenti esterni, comportandoci come se già sapessimo tutto di Dio e come se Lui non avesse più nulla da dire a noi ed alla nostra vita, cadendo in un'aridità spirituale terribile che non serve né a noi né a chi ci sta intorno.
Non pensiamo che la cosa non ci riguarda o che non potrà mai accaderci, perché nella frenesia dei giorni è facilissimo cadere nell'abitudine anche nella vita cristiana, svolgendo tutti i "compiti" da bravi cristiani, assolvendo tutti i precetti e sentendoci a posto con la coscienza, di cristiani così ne ho incontrati diversi nella mia vita, all'apparenza molto devoti, esternamente "perfetti", ma con ipocrisia nel cuore e nei fatti da far spavento, per poco non mi allontanavo dalla Chiesa dopo averli incontrati, in quanto non solo non mi riconoscevo in loro ma non credevo nel Dio giudice che punisce che loro mi mostravano, grazie a Dio il Signore mi ha allontanato da loro e mi ha portato sulla via giusta per conoscerlo davvero e crescere nel Suo amore. 
Tutti noi corriamo il rischio di cadere nell'abitudine, nella vita, nel lavoro, nella famiglia ed anche nella fede, per esempio io, nei momenti di crisi, entravo nell'Avvento e nella Quaresima senza speranza, come se tanto nella mia vita non sarebbe cambiato nulla e in effetti non cambiava nulla, perché ero cieca ed avevo il cuore talmente chiuso ed indurito che non l'ho lasciato entrare il Signore, che ho chiuso le orecchie per non ascoltarlo, eppure Lui non mi ha mai abbandonata, è rimasto con me, sempre.
L'invito per me e per tutti noi è ad aprire occhi, cuore, orecchie per ascoltare, guardare, vivere le meraviglie che il Signore vuole compiere anche nella nostra vita, apriamo la Bibbia, questa lunga lettera d'amore che il Signore ci ha donato, meditiamo la Parola, non diamo per scontato di sapere o capire tutto, perché il Signore è sempre nuovo, spesso ho fatto esperienza di come il medesimo brano del Vangelo, ascoltato e spezzato in tempi diversi, mi ha donato sempre qualcosa di nuovo, una luce in più, un dono sempre nuovo e diverso, perché il Signore fa così, ci allena all'elasticità spirituale, all'apertura, Lui non è abitudinario e non dà nulla per scontato, dunque non lasciamo che questo tempo di grazia scorra via senza che tocchi profondamente la nostra vita. 
Una mia cara amica, cui voglio molto bene, ha tantissime qualità, ma ha il difetto di lasciarsi distrarre e portare via da tante cose, così quando le chiedi cosa hai provato o cosa ti ha lasciato quell'esperienza lei non ti sa rispondere, confusa tra tante cose, un giorno mi ha chiesto di aiutarla a ricordare, così, non essendo quasi mai insieme, ho pensato, e iniziato, quando partiva per un ritiro o un pellegrinaggio, di dirle < torna con una Parola >, in modo che l'esperienza vissuta si calasse concretamente nella sua vita, nel suo cuore, in modo da restare in lei e così è stato... da quando abbiamo iniziato sono passati anni e quando le ripeto la domanda ora per spronarla ora lei ride, ma ogni esperienza è legata ad una Parola della Bibbia, ad un incontro personale con il Signore che ha parlato alla sua vita, così come ha parlato alla mia e vuole ancora parlare, perché il Signore ci parla sempre, vuole un incontro personale con noi, siamo noi che non siamo sempre disponibili ad averlo, ad ascoltarlo, che abbiamo paura di quello che può dirci, di sconvolgere la nostra routine, ma come può Colui che ci ha creati solo per amore farci del male? Quello che vuole dirci è per il nostro bene, la nostra felicità, per dare pienezza alla nostra esistenza e farci canali aperti del Suo amore per chi ancora non Lo conosce, dunque non temiamo e andiamo incontro al Signore che ci attende e ci viene incontro, con la stessa attesa intrisa di speranza e stupore dei Magi che seguono la Stella Cometa.

A conclusione del post una preghiera bellissima e molto significativa, attuale, del Cardinale Angelo Comastri che ho trovato ieri nella preghiera per l'Avvento su un sito che seguo (http://www.preghiereperlafamiglia.it/avvento.htm):

O Gesù, a Betlemme tu hai acceso una luce,
che illumina definitivamente il volto di Dio:
Dio è umile!
Mentre noi vogliamo essere grandi,
Tu, o Dio, ti fai piccolo;
mentre noi vogliamo essere i primi, 
Tu, o Dio, ti metti all'ultimo posto;
mentre noi vogliamo dominare,
Tu, o Dio, vieni per servire;
mentre noi cerchiamo gli onori e i privilegi,
Tu, o Dio, cerchi i piedi degli uomini
e li lavi e li baci amorevolmente.
Quanta differenza tra noi e te, o Signore!
O Gesù, mite e umile,
noi ci fermiamo sulla soglia di Betlemme
e sostiamo pensosi e titubanti:
la montagna del nostro orgoglio
non entra nell'angusto spazio della grotta.
O Gesù, mite e umile,
toglici l'orgoglio dal cuore, 
sgonfia le nostre presunzioni,
donaci la tua umiltà e scendendo dal piedistallo,
incontreremo Te e i nostri fratelli;
e sarà Natale e sarà festa! Amen.

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