In difesa degli animali: i rapaci rari e gli uccelli


Questa, a quanto ho sentito, dovrebbe essere la stagione della caccia, lo dico perché questa attività la aborrisco e prendo le distanze, tuttavia ora devo farlo perché le principali vittime della caccia sono le piccole prede, le grandi, gli uccelli e i rapaci, oltre che i poveri cani destinati a questo uso crudele, usati come oggetti (ora generalizzo perché voglio credere che non tutti i cacciatori trattino così i loro cani!) e non come animali da compagnia e, se non si dimostrano utili alla caccia, vengono abbandonati senza remore.

Con il termine di rapaci (http://www.wwf.it/rapaci_rari/) vengono identificati gli uccelli predatori diurni e notturni, i primi comprendono aquile, falchi, avvoltoi, nibbi, poiane e sparvieri, i secondi gufi, civette, allocchi e barbagianni, specie differenti accomunate da becco adunco e affilati e forti artigli con cui catturano le prede. Ogni specie ha tratti distintivi e comprende famiglie diverse, ma sono tutte minacciate dall'uomo, dai cambiamenti ambientali che stanno modificando gli habitat e dalla progressiva deforestazione, un altro problema è la mortalità accidentale che avviene con l'impatto con i fili elettrici.


Come proteggere gli uccelli non rapaci e i rapaci? Intanto sostenendo il WWF che si impegna per la conservazione dei siti dove nidificano e si occupa del recupero di animali selvatici (http://www.wwf.it/centri_recupero/), ma anche ponendo sempre maggiore attenzione all'ambiente e abolendo la caccia, che trova sempre modi più subdoli per promuovere l'uccisione di animali selvatici, ad es. mentre, per questo post, ho fatto una ricerca su Google per trovare associazioni che, come il WWF, si impegnano per la loro tutela e sono incappata in siti apparentemente carini e simpatici, con un nome che richiama l'ambiente faunistico, dove presentavano le varie specie di rapaci, e non solo, nel dettaglio, salvo poi scoprire che era fatto da un'associazione di cacciatori ai fini proprio della loro eliminazione, che amarezza profonda ho provato e si, lo confesso, la categoria dei cacciatori la detesto cordialmente, una volta mi sono imbattuta nel porto di Spalato con un gruppo italiano di cacciatori diretto in Croazia, come me (solo che io ero diretta in pellegrinaggio a Medjugorje!), con al seguito fucili, armi e cani in gabbie anguste, per andare a caccia, avrei voluto liberare i cani e distruggere le armi, ma non potevo far nulla, eccetto fulminarli con lo sguardo e pregare in qualche intoppo burocratico che li rispedisse al mittente, mentre sentivo il bisogno di rimettere, tanto il dolore ha impattato anche fisicamente!!!


Oltre a pessimi siti, ne ho trovati altri che vi segnalo e che si occupano della conservazione e recupero dei rapaci e degli animali selvatici in generale: tra questi il Centro di recupero dei rapaci di Andreis (http://www.parcodolomitifriulane.it/centro-recupero-rapaci-di-andreis/) all'interno del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, un luogo affascinante che mi piacerebbe visitare, un sito che da anche indicazioni precise per soccorrere rapaci feriti e sul verificare che veramente abbiano bisogno del nostro aiuto inesperto, riportando l'esempio dei piccoli di Allocco che escono dal nido prima di saper volare e vengono alimentati dai genitori nei pressi del nido per cui non vanno presi, così come l'accortezza di muoversi lentamente evitando gesti bruschi, in quanto gli animali selvatici, non comprendendo le nostre intenzioni, tenderanno comunque a fuggire, peggiorando le loro ferite e il loro stato, e così via.
Su Frisbee TV, qualche mese fa, ho seguito i documentari su un centro di recupero e cura animali selvatici made in England e di cui vi segnalo il sito di riferimento (http://www.wildlifeaid.org.uk/) dove ho imparato tante cose che non sapevo ed ho vissuto con la carne ed il cuore le varie storie raccontate, come il piccolo tasso e un piccolo capriolo che, nonostante tutte le cure, non ce l'hanno fatta, e la situazione degli animali selvatici in Inghilterra, Africa e USA, grazie alle missioni del simpatico e appassionato protagonista Simon Cowell, documentari interessanti con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle sofferenze atroci causate dall'uomo agli animali selvatici, in svariati modi (caccia, progressiva deforestazione, modifica habitat, scelte poco rispettose dell'ambiente e degli animali, come il costruire strade a scorrimento veloce vicino a boschi e laghi...); non conosco Simon e company direttamente, ma li ho visti lavorare con passione, piangere e rischiare in prima persona, per cui credo utile e importante sostenere l'associazione di cui fanno parte.


Tornando a parlare delle realtà presenti nel nostro bellissimo paese, vi segnalo questi siti importanti da visitare e sostenere:
Proteggiamo la fauna selvatica e non e l'ambiente in cui viviamo e che ci è stato donato affinché ce ne prendiamo cura e non per distruggerlo e farne un'immensa pattumiera e cimitero, facciamo scelte eco sostenibili e tuteliamo flora, fauna e tutti gli animali.

Commenti

  1. Non li sopporto i cacciator !!!!!!!! Assassini con licenza.

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  2. Ciao Maria Laura. Mi permetto di spezzare una lancia in favore dei cacciatori dicendo che A) non tutti trattano gli animali come oggetti (per il vero cacciatore il cane è un compagno fedele al quale non potrebbe mai rinunciare...gli altri sono tutti bracconieri e/o sparatori); pur non approvando la loro attività, io ne conosco tanti che tengono ai loro cani come ai propri figli e che ancora piangono uno per uno quelli che non ci sono più, e non tutti erano cani da caccia. Inoltre il cane da caccia non soffre ad andare a caccia....
    B) le "gabbie anguste" in cui vengono trasportati i cani da caccia sono i trasportini regolamentati per legge, che per quanto possano essere brutte, sono necessarie se non si ha a disposizione una griglia che separi lo spazio in cui si trova il cane da quello dove si trova il guidatore (in macchina) o per i trasporti con mezzi pubblici (aerei, treni, ecc).
    Ti dirò una cosa a cui probabilmente non crederai: grandi amanti della natura sono proprio i cacciatori (veri, ribadisco, non sparatori/bracconieri) e sono anche loro che, molto spesso, consegnano al centro recupero dove lavoro animali selvatici feriti (non sempre impallinati, ovviamente). Quest'anno hanno portato 3 poiane in una settimana, nessuna delle quali era stata vittima di fucilate. Dico questo giusto perché non si faccia di tutta l'erba un fascio, perché non sarebbe giusto.

    Detto questo, apprezzo moltissimo il tuo post, che pur non essendo approfonditissimo ha uno scopo importante e rimanda su siti molto utili. Qui c'è l'elenco di tutti i centri recupero italiani: http://www.recuperoselvatici.it/elenco.htm

    Se ti interessa l'argomento animali selvatici, ti invito a fare un salto sul mio blog http://naturachecicirconda.blogspot.it

    Poiana

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    1. Ti ringrazio molto per il tuo commento e per la distinzione che hai fatto, non solo giusta, ma che mi solleva molto l'animo, ti ringrazio anche per la segnalazione dei centri di recupero e del tuo blog, che sicuramente visitero', e' davvero bello il lavoro che fai, ho seguito dei documentari su tre centri di assistenza e recupero animali selvatici negli USA e uno in Inghilterra e sono rimasta affascinata... grazie

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    2. Allora ti aspetto per qualche interessante scambio di opinioni :)
      A presto e grazie a te ^_^

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