Il NO della Francia al terrorismo e le guerre dimenticate

(immagini prese dal web)

L'11 gennaio 2015 passerà alla storia per la più grande manifestazione contro il terrorismo che si è svolta in Francia dopo gli agghiaccianti attacchi al settimanale satirico Charlie Hedbo e al negozio ebraico Hyper Cacher che hanno portato alla morte di 17 persone e di numerosi feriti, significative ed emozionanti le immagini che sono rimbalzate in tutto il mondo degli oltre 2 milioni in marcia a Parigi e altre migliaia in altre città della Francia e forte anche l'impatto dell'immagine dei 44 capi di Stato allineati in strada fianco a fianco, alcuni sotto braccio, per dire insieme ai francesi NO al terrorismo e per sostenere i valori dell'integrazione, della libertà di espressione, della libertà religiosa e della pace.
Dopo giorni convulsi dal primo attacco al secondo all'inseguimento dei terroristi, la Francia ha voluto mostrarsi unita contro il terrorismo e i leader dei vari paesi che non sto qui a nominare hanno fatto un gesto esemplare, che spero sia l'espressione di un impegno serio di collaborazione e sforzo comune contro il terrorismo.
Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi per distinguere terrorismo e fede musulmana, che, quella vera, non ha niente a che vedere con quanto espresso dai terroristi, diversi commenti che ho letto sui vari social hanno confermato che molti non fanno questa distinzione e vedono in ogni musulmano un potenziale terrorista, questo lo ritengo falso e molto pericoloso, in quanto chi trama nell'ombra e costruisce occasioni di guerra sta facendo di tutto per fare della fede religiosa una "scusa" per odiare e fare la guerra, un motivo per distruggere ogni sforzo di chi lavora alla luce del sole per promuovere integrazione, dialogo, libertà, accoglienza e pace, situazioni da cui, evidentemente, non guadagnerebbe nulla né in termini economici né in termini di potere, ebbene non dobbiamo permetterlo, sradicando i fili in cui fanno presa nei cuori: paura, odio,...


La fede religiosa è importantissima per ciascuno di noi, coinvolge intensamente tutto il nostro essere e il nostro vivere, per cui quando qualcosa o qualcuno la calpesta, offende, questo ci colpisce, non ci lascia indifferenti, portandoci istintivamente a reagire per difenderla, ma la fede autenticamente vissuta non ci insegna a reagire in modo violento, né in gesti né in parole, in ogni situazione di vita, sia personale sia pubblica, non ci insegna l'odio, la vendetta, l'intolleranza, la chiusura del cuore dinanzi ai bisogni del prossimo, il rifiuto, la guerra ecc. ma insegna l'amore, il perdono, l'accoglienza, l'apertura, la donazione di sé, la pace... dunque cacciamo dal nostro cuore tutto quanto non appartiene alla nostra fede, non cediamo alla tentazione di rappresaglie, di ira e risentimento, è una battaglia quotidiana, fatta anche di cadute e ricadute, è una strada stretta e difficile, ma porta alla vita vera, mentre l'alternativa è perdersi nel caos di un mondo di paure e odio.

Vedere i leader dei paesi allineati insieme è stato bello e significativo, tuttavia la loro pronta risposta mi ha fatto riflettere anche sulle loro mancate risposte verso altre guerre e genocidi che sembrano dimenticati, come quello che continua a mietere vittime, tra cui moltissimi bambini, anche neonati, in Siria e gli attacchi terroristi che continuano a ripetersi in Africa ad opera dei terroristi di Boko Haram nel silenzio sconcertante dei media internazionali, perché? Perché non si fa nulla per fermare queste frange del terrore? Perché popoli interi e bambini continuano a soffrire, piangere e morire nell'indifferenza mondiale?
Sui social rimbalzano immagini drammatiche dalla Siria, dalla Nigeria e da altri paesi dell'Africa, grazie a persone coraggiose che continuano a documentare quanto accade, rischiando anche di venire censurate da chi proprio certe notizie non vuole che passino, da chi guadagna e continua a fare i propri comodi lontano dai riflettori, facendo anche sparire i reporter free lance che si recano in loco con immenso coraggio e tantissimi rischi.
Anche se i media non ne parlano, non dimentichiamo che ci sono popoli e paesi che stanno soffrendo ancora oggi e che piangono senza vedere una piccola luce in fondo al tunnel del terrore e preghiamo uniti perché il terrorismo sia fermato ovunque nel mondo, perché non trovi corrotti e collusi che lo favoriscono e/o non lo impediscono, perché il NO che la Francia ha espresso in massa si diffonda in ogni angolo del pianeta e perché la pace non sia solo una parola, una preghiera, una speranza, ma sia realtà. La preghiera sembra poca cosa, una piccola goccia in un oceano di problemi e drammi, una piccola risorsa che lascia il tempo che trova, invece non è così, è una forza grande e l'unità nella preghiera ancora di più, per cui non lasciamoci intimorire e rubare la speranza e preghiamo uniti per la fine di tutte le guerre e per la PACE.

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