La vera libertà si realizza nel rispetto degli altri

(immagini prese dal web)

Dopo gli attentati terroristici a Parigi è dirompente la voglia di libertà e gli slogan in questo senso si diffondono dai media ai social network e si rischia di confondere la vera dalla falsa libertà. Inizio questa riflessione con la frase forte di Nelson Mandela e tengo a precisare una premessa importante: niente giustifica il terrorismo, la violenza, le uccisioni, le rivolte, ma vorrei riflettere con voi su cos'è la libertà e distinguerla da quell'idea comune che porta a credere che significhi fare qualunque cosa si vuole o si abbia in testa, o sulle labbra, idea certamente errata.
Intanto cominciamo dalla definizione di libertà che prendo dall'Enciclopedia Traccani on line (link) e che la spiega come < la facoltà di pensare, di operare, di scegliere a proprio talento, in modo autonomo > e che aggiunge nella definizione di libertà personale come libertà negativa di non subire ingerenze altrui sul proprio corpo e prosegue con le varie distinzioni. La definizione ci dice qualcosa ma non tutto, intanto perché ognuno di noi può e deve esercitare questa facoltà, ma essa riconosce dei limiti, troppo spesso superati e fraintesi, dettati dal rispetto per la libertà dell'altro, di tanti altri, con cui ci dobbiamo relazionare, quindi la libertà falsa, e facile, comoda aggiungo io, è quella che prescinde dal rispetto e dice, scrive, fa tutto quello che vuole fregandosene degli altri che da questo dire, scrivere, fare, possono rimanere feriti e/o offesi, dimenticando il principio che la mia libertà finisce dove inizia la tua, comprendete bene che se ognuno di noi facesse o dicesse tutto ciò che gli pare in quel momento sarebbe il caos, una totale anarchia, come ha ricordato recentemente Papa Francesco quando è stato interpellato da un giornalista francese nell'incontro con i giornalisti, tra le altre domande (potete leggere tutte le domande al seguente link, tutte talmente tanto significative che richiederebbero un approfondimento), sulla libertà religiosa e di espressione, durante il viaggio in aereo da Colombo a Manila, per il viaggio in Asia, prima in Sri Lanka e poi nelle Filippine, che si è concluso oggi, sottolineando che entrambe sono diritti fondamentali, che < ognuno ha il diritto di praticare la propria religione, senza offendere, liberamente... non si può offendere, fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio... anche noi siamo stati peccatori su questo, ma non si può uccidere in nome di Dio, questa è un'aberrazione... Credo che questo sia la cosa principale sulla libertà di religione: si deve fare con libertà, senza offendere, ma senza imporre e uccidere...
La libertà di espressione. Ognuno non solo ha la libertà, il diritto, ha anche l'obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L'obbligo. Pensiamo ad un deputato, ad un senatore: se non dice quello che pensa che sia la vera strada, non collabora al bene comune. E non solo questi, tanti altri. Abbiamo l'obbligo di dire apertamente, di avere questa libertà, ma senza offendere. Perché è vero che non si può reagire violentemente, ma...non si può provocare, non si può insultare degli altri, non si può prendere in giro la fede... c'è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso prenderla in giro e questo è un limite > ed ha portato un esempio limite di lui che reagisce con un pugno ad un'offesa contro la sua mamma, un esempio che, chi non ha voluto, non ha capito ed ha pure frainteso, ma che fa comprendere che la libertà non prescinde dal rispetto dell'altro, rispetto senza libertà è una forma di schiavitù, ma libertà senza rispetto è anarchia.


L'immagine di questo prato fiorito con margherite gialle, papaveri, fili d'erba, credo rappresenti bene l'umanità ancora più variegata che abita la terra, ognuna con propria cultura, storia, religione, costumi, ognuna libera di vivere come ritiene giusto, ma nel pieno rispetto degli altri; l'integrazione, di cui spesso si parla e si auspica fortemente, si può costruire e realizzare in un equilibrio continuo di libertà e rispetto, ma è un percorso ad ostacoli, possibile, ma difficile, in un quotidiano fatto da città sempre più multietniche, intrise di colori, profumi e lingue diverse, che non si accettano subito facilmente, che non s'incontrano a metà strada, ma talvolta si scontrano, quasi che una debba per forza prevalere sull'altra per sopravvivere, il clima è soffocante a volte e, spesso, si è tentati di provare nostalgia di quando per le vie si sentiva parlare un'unica lingua (una cosa che si aveva in comune tra tante differenze), questo perché, probabilmente, ci si sentiva più al sicuro, ciò che conosciamo e cui siamo abituati non spaventa quanto il nuovo, il cambiamento, abbiamo la sensazione di poterlo gestire, la verità è che la vita è un continuo esercizio al cambiamento, al sempre nuovo, diversamente parlando si chiamerebbe immobilità, non vita.

Libertà e rispetto si devono realizzare prima nei piccoli nuclei, anche della stessa cultura, la famiglia, il posto di lavoro, le relazioni affettive, per poi concretizzarsi in quelli grandi, nell'incontro tra culture e religioni, eppure sperimentiamo quanto sia estremamente faticoso e difficile già nelle piccole realtà, io, per esempio, sto facendo molta fatica a relazionarmi con i miei fratelli, specie il minore, cercando di muovermi in quel delicato equilibrio di libertà e rispetto, in cui entrano in gioco tanti fattori, come l'emotività, l'impulsività, il mio costantemente stare arroccata in difesa e il suo stare sempre in attacco, così come faccio grande fatica, proprio grande, a dialogare con persone che non credono come me nella sacralità della vita, dal concepimento al termine naturale, e sono fortemente a favore di aborto ed eutanasia e sono contro la mia fede, e ancora faccio molta fatica a rispettare e accogliere qualcuno che mi sta facendo soffrire molto, incastrandomi in una serie di scelte che non mi appartengono ed a comportamenti che sento forzati e imposti, insomma si fa presto a parlare di libertà e a lanciare slogan a destra e sinistra, ma viverla, realizzarla, è tutto un altro paio di maniche, è un percorso sicuramente possibile, ma difficile, faticoso, che inizia dal rispettare se stessi e gli altri e nel costruire ponti di dialogo, punti di incontro, piuttosto che dare risalto a ciò che ci allontana e differisce.

Concludo dicendo che personalmente non ho mai amato la satira, probabilmente perché non la capisco, ma riconosco il valore dell'ironia per sdrammatizzare situazioni complicate, dolorose, per strappare un sorriso, e che può essere, in un certo senso, formativa, nel mettere in risalto in modo simpatico non le debolezze del singolo, perché in questo caso sfocia nella mancanza di rispetto e nell'offesa, ma di una società, come le commedie, che sdrammatizzano su cose serie e fanno ridere mettendo in risalto peculiarità o aspetti che di per sé non fanno certo ridere, ma caratterizzati in modo ironico, ci si riesce, insomma va bene l'ironia, ma non offendiamo gli altri e non prendiamo in giro le religioni e la fede, perché la fede, per chi ce l'ha, ha un valore vitale fondamentale, coinvolge tutta l'esistenza, e vederla presa in giro è quel "pugno" cui accennava Papa Francesco. 
Posso fare due brevi esempi personali: una persona di fede cristiana, ma non cattolica, ha affermato in commenti molto precisi e duri, che la Vergine Maria non ha quel ruolo che la Chiesa Cattolica le riconosce, quale Madre di Dio, e che in più è morta, per cui è una persona che non ha proprio alcun valore per un credente come invece ha valore la Bibbia, cui questa persona è molto legata, io, tentando un dialogo e cercando di rispondere a qualcuno che non voleva assolutamente essere messo in discussione, ho provato un dolore acuto, perché nel difendere la sua convinzione, la sua fede, stava calpestando la mia e stava calpestando quella che non è solo la Madre di Dio, ma è anche Madre di tutti i credenti, Gesù ce l'ha affidata dalla croce ed ha affidato noi a Lei nella figura di Giovanni (questo anche è scritto nella Bibbia, nel Vangelo...), quindi è anche Madre mia ed io la vivo fortemente nella mia vita di fede questa maternità di Maria, modello dei cristiani e via preferenziale per arrivare a Cristo (perché la Madre non conduce a sé stessa, ma al Figlio, a Dio, non dimentichiamolo!), per cui ascoltare, anzi leggere, quelle parole è stato doloroso per me e l'ho anche espresso. Ancora ho letto recentemente su un giornale l'episodio, non unico purtroppo, di un atto di vandalismo contro la statua della Vergine Maria, sempre lei e, tra l'altro, l'immagine cui sono più legata della Vergine Immacolata sopra il globo terrestre che calpesta la testa al serpente, quella che è comunemente creduta come la Madonna di Medjugorje, perché Radio Maria l'ha scelta come icona e perché è raffigurata in una chiesa vicina a Medjugorje, a Tihalina, ma che è in realtà l'Immacolata della Medaglia Miracolosa con le mani aperte da cui scaturiscono le grazie; ebbene, proprio una statua raffigurante questa immagine è stata buttata a terra e fatta oggetto di vilipendio da alcuni immigrati che vi hanno pure orinato sopra. Due episodi diversi in cui la mia fede e l'amore per Maria sono stati colpiti e in cui non ho provato sentimenti positivi verso le persone che li hanno provocati, ma con la preghiera e la grazia di Dio sono riuscita a superarli ed a pregare pure per questi "nemici", questo per dire che non è facile, ma si può andare oltre l'offesa da una parte e smettere di offendere dall'altra. 
Libertà e rispetto devono realizzarsi reciprocamente nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre relazioni, negli ambienti di lavoro e via crescendo nelle nostre comunità, nelle nostre città, ecc.
Spero di non avervi annoiato troppo, aspetto i vostri commenti, anche questi usando queste due chiavi di lettura della libertà e del rispetto insieme, sia io che scrivo, sia voi che leggete e commentate, grazie a tutti per l'attenzione.

Commenti

  1. Ti sono molto grata per le chiare parole di cui sono anch'io convinta la giusta reazione è la pietà, non aggiungere dileggio a dileggio. Noi uomini dal cuore duro e crudele.... E molti non si rendono conto!

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    1. Grazie a te per aver letto e per il tuo commento... è vero, molti non si rendono conto di percorrere strade buie, ma continuiamo ad avere speranza che un giorno i loro occhi si apriranno alla luce della verità e dell'amore, abbandonando odio, ira e offese...

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  2. Molto vero ciò che hai scritto: il rispetto per ogni cultura o fede, o per ognuno in generale, dovrebbe essere al primo posto anche quando esercitiamo la nostra libertà... Il Buddha ha detto diverse volte che bisognerebbe guardare più a ciò che ci unisce che a ciò che ci divide... E nonostante io, appunto, non sia cristiano, capisco bene il tuo dolore per ciò che hai scritto riguardo a Maria. Se più gente accettasse il "diverso" e il cambiamento, e lo vedesse non come minaccia ma come base per un futuro migliore, staremmo tutti molto meglio :)

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    1. Concordo pienamente con le tue parole e ti ringrazio per il tuo commento e per la tua solidarietà

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