La testimonianza di Andrea Achilli


Ho conosciuto la storia di Andrea, questo stupendo ragazzino di 11 anni che vedete nella copertina del libro scritto da suo papà Felice, durante le trasmissioni che seguo da sempre "Sulla Via di Damasco" (RAI 2, sabato mattina) e "A Sua Immagine" (RAI 1, sabato pomeriggio e domenica mattina) di diversi mesi fa e mi ha colpito profondamente, per cui ora la condivido con voi consigliandovi la lettura di questo libro "Le infradito blu" ed. Itaca, che prende il nome dalle infradito che Andrea portava spesso.

Andrea è nato al cielo il 23 giugno 2009 investito da un camion mentre si trovava sulla pista ciclabile in sella alla sua bicicletta presso Casatenovo, in Brianza, è l'ultimo di 4 figli di Felice Achilli, medico cardiologo, e Daniela e da subito iniziano una serie di eventi e circostanze particolari, a cominciare dalla presenza di oltre duemila persone al suo funerale celebrato da don Juan Carron di Comunione e Liberazione, di cui riporto più tardi un breve forte stralcio della sua omelia. 
Andrea frequentava la prima media e la comunità "Stand by me", composta da adulti e ragazzi accomunati dalla passione per il significato delle realtà (https://www.facebook.com/pages/NOI-di-STAND-BY-ME/198598896882662) e che ha come obiettivo l'educazione all'umana avventura della vita e che si ritrova, la sera dopo la morte di Andrea, a confrontarsi su questo dramma che ha toccato il cuore di tutti e che non può non interrogare sul senso profondo di questa morte improvvisa e su come Dio li sta incontrando attraverso Andrea. 
Durante l'omelia don Carron ha affermato < Perché non è un'ingiustizia quel che è capitato? Perché Dio non ha risparmiato neanche Suo Figlio. Questa è la modalità con cui Dio unisce tutti gli uomini a Lui. Andrea è stato segnato dal Battesimo e confermato dalla Cresima, cioè legato per sempre a Cristo. Come Cristo è stato risorto dal padre, anche Andrea è stato risorto dal suo Signore. Occorre guardare a Cristo risorto. Tutto il resto è una modalità ridotta di guardare ad Andrea. Non può prevalere lo sconforto, perché la nostra fede non è un sentimento ma una conoscenza >. Sono parole forti che interrogano tutti, anche chi ha fede e che non ha, come pensano molti, la vita e i dolori più facili, ma che crede che tutto abbia senso, anche l'incomprensibile sul momento, perché fa parte di un disegno più grande di cui noi percepiamo frammenti sparsi all'inizio e che pian piano acquistano significato e valore.
Umanamente parlando siamo portati a pensare che una vita strappata a 12 anni, a 28, a 7, e così via, sia un'ingiustizia, uno sbaglio, peggio ancora una punizione di Dio, ma non è così, noi affrontiamo tutto con i nostri parametri ristretti e con le nostre paure, vorremmo che nessuna delle persone che amiamo ci lasciasse, anche a 70/80 anni, è normale, anche io ho il terrore di perdere mia madre, un legame affettivo fondamentale, ma non è la verità, perché ogni vita è dono di Dio ed ha una missione da compiere, alcune si compiono presto altre ci mettono di più, ma il tempo stesso è dono di Dio. Papà Felice ha detto durante la trasmissione "Sulla Via di Damasco" che Dio non toglie i figli ai genitori, ma compie la loro vita, anche se la perdita di un figlio è il dolore più grande, un dolore che Dio conosce bene perché lo ha provato Lui stesso, quindi chi meglio di Lui può comprendere e sostenere quei genitori che attraversano questa dolorosa prova.

A differenza degli altri post omaggio, dopo una breve introduzione, questa volta vorrei lasciare ai genitori di Andrea parlarvi di lui e di quanto è accaduto dopo la sua morte, visto che vi sono diversi contributi on line che vi segnalo, scegliete voi se guardarli tutti o uno solo, io ve li consiglio tutti perché diversi, ma certamente vi rinfrancheranno nel vostro percorso e nelle prove che state affrontando:
A conclusione del post vi lascio il video della presentazione del libro (ecco il link per guardarlo anche da telefono e tablet) al meeting di Rimini nel 2013.

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