"Medici senza frontiere"


La meravigliosa Associazione internazionale (http://www.medicisenzafrontiere.it/) di cui voglio parlare oggi è stata fondata nel 1971 per ispirazione di due giornalisti, Raymond Borel e Philippe Bernier, della rivista medica "Tones" dopo che si sono trovati nel pieno di un'emergenza sanitaria in Bangladesh senza poter far nulla e frustrati dal silenzio cui erano costretti, come accadde anche ad alcuni medici francesi che si trovavano con la Croce Rossa durante la guerra di secessione del Biafra, fu così che nacque l'idea di formare un'equipe di medici pronti ad intervenire e soccorrere i sofferenti in seguito alle più grandi catastrofi umanitarie (link), portando professionalità e competenza, ma anche indipendenza per testimoniare e, laddove sia necessario, denunciare. All'inizio sono 300 volontari, tra cui 13 medici e i giornalisti fondatori, armati di passione e buona volontà ma con pochi mezzi legati ad una non ben definita organizzazione, che nel tempo si rende necessaria e l'Associazione cresce in operatori e mezzi fino a diventare quello che è oggi, la più organizzazione umanitaria internazionale con 5 grandi sezioni operative in Francia, Belgio, Svizzera, Olanda e Spagna e 23 sezioni partner che partecipano attivamente ad alcuni progetti: raccolta fondi, reclutamento degli operatori, informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica. 

Nel 1999 a Medici senza frontiere è stato assegnato il Nobel per la pace e quando James Orbinski, allora Presidente del Consiglio Internazionale di MSF, ritira il premio pronuncia delle frasi molto significative e profonde che riporto < Il silenzio è stato a lungo confuso con la neutralità ed è stato presentato come una condizione necessaria per l'azione umanitaria. Dalle sue origini MSF è stata creata per opporsi a questa tesi. Non siamo sicuri che le parole possono salvare delle vite, ma sappiamo con certezza che il silenzio uccide. Nessun medico può fermare un genocidio. Nessun operatore umanitario può fermare la pulizia etnica, così come nessun operatore sanitario può fare la guerra e nessun operatore umanitario può fare la pace. Queste sono responsabilità politiche, non imperativi umanitari. Lasciatemelo dire molto chiaramente: l'atto umanitario è il più apolitico di tutti gli atti, ma se le sue azioni e la sua eticità vengono presi sul serio, può avere le più profonde implicazioni politiche. E la battaglia contro l'impunità è una di queste implicazioni >. Medici senza frontiere ha utilizzato il ricavato del premio per creare un fondo per le malattie dimenticate, come il Chagas, la malattia del sonno e la malaria.


L'impegno e gli obiettivi di Medici senza frontiere sono a 360° ovunque ci sia un'emergenza, anche se, in questi ultimi mesi, si è parlato dell'organizzazione per la battaglia che sta portando avanti contro l'Ebola, la cui gravissima epidemia è scoppiata a marzo 2014 in Africa Occidentale e continua ancora oggi mettendo a durissima prova non solo le popolazioni locali, ma anche i medici, gli operatori e le risorse messe in campo 24 h su 24 da MSF, per cui è necessario il sostegno di tutti e sull'attendibilità dell'uso delle donazioni credo non ci possano essere dubbi, MSF è presente nei paesi al centro di questa epidemia, Guinea, Liberia e Sierra Leone, con 6 centri e ben 4.475 operatori, che sembrano tantissimi, ma sono in realtà pochi rispetto al numero dei malati e dei contagiati.

Ma cos'è l'Ebola (link MSF)? Un'infezione virale altamente contagiosa e mortale per cui non esiste una terapia specifica, ma solo sintomatica per cercare di prevenire le complicazioni e il peggioramento, così facendo si riesce anche a guarire, ma la tempestività delle cure è fondamentale. Il vettore del virus sembra essere stato individuato in un tipo di pipistrello che poi lo trasmette ad altri animali, il contagio diretto animale-uomo è difficile, ma una volta contagiato l'uomo questo si diffonde rapidamente a quelli della sua famiglia e comunità attraverso sangue, secrezioni e liquidi corporei, quindi non attraverso la semplice vicinanza come per l'influenza per intenderci. Il virus prende il nome dal fiume dove è stato individuato la prima volta nel 1976. 
Il quadro sintomatologico è inizialmente aspecifico con febbre, astenia, dolore muscolare, cefalea e mal di gola, quindi si presentano vomito, diarrea, eritemi, compromissione di fegato e reni e, nel 50% dei casi che si complicano, emorragia (naso, occhi, gastrica, diarrea ematica...).  
Per proteggere gli operatori dal contagio e dall'eventuale trasmissione MSF applica procedure estremamente rigorose e i centri sono strutturati per operare in modo sicuro e agevole, ma, come detto, serve l'aiuto di tutti,
questo il link diretto per effettuare una donazione online, ma vi sono anche altre possibilità per sostenere MSF come il negozio solidale (link), il 5x1000, lasciti testamentari e donazioni aziendali, visitate il sito e trovate il modo che preferite, ma sosteniamo l'impegno e i progetti di Medici senza frontiere.

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