"Still Alice", il coraggio di raccontare l'Alzheimer in un film


La coppia, artistica e nella vita, di registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland hanno deciso di raccontare, ispirandosi al romanzo Perdersi (Ed. Piemme 2007) scritto dalla neuroscienziata Lisa Genova, il dramma del declino mentale dell'Alzheimer in un film interpretato da Julianne Moore, Alec Baldwin e Kristen Stewart uscito in Italia il 22 gennaio scorso. Il regista Richard Glatzer è affetto da SLA e per comunicare durante le riprese ha utilizzato un iPad, egli conosce e vive in prima persona il declino fisico di un'altra malattia devastante, quindi ha potuto sicuramente dare un contributo notevole da un punto di vista umano alla realizzazione del film.
Premetto che non l'ho visto, ma ho deciso ugualmente di dedicare un post perché credo molto nel cinema che vuole raccontare la vita, in tutti i suoi aspetti, anche quelli meno rosei e belli, come la malattia, in quanto aiutano a sensibilizzare verso una realtà molto delicata, ma concreta e, purtroppo, per molti quotidiana e ammiro il coraggio di questi due registi nel parlare proprio dell'Alzheimer, infatti finché parliamo di malattie fisiche, è difficile, ma le affrontiamo, ma una malattia che ti strappa a poco a poco quello che tu sei, compresi i ricordi e la capacità di riconoscere chi ami e conosci, è tutta un'altra cosa, spaventa da morire e preferiamo non pensarci, ma chi la vive, pazienti e familiari, non possono farlo, devono farci i conti ogni giorno e non possono farcela da soli.

Prima di entrare nella trama del film vorrei aprire una piccola parentesi per spiegare cos'è l'Alzheimer.
La malattia di Alzheimer-Perusini che conosciamo semplicemente come morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa, una forma di demenza che esordisce in genere oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche precocemente, come nel film, con un pesantissimo e grave impatto sociale nella gestione dei malati, quasi totalmente a carico dei familiari, le cui cause non sono ancora ben note e le cui cure sono inefficaci e pressoché sintomatiche, non causali, per cui non si può guarire. Il primo caso descritto ad opera dello psichiatra che diede il nome al morbo risale al 1906. Riguardo ai sintomi prevalgono la perdita progressiva della memoria (a breve e lungo termine), confusione, difficoltà di parola, deficit cognitivi, atteggiamento più aggressivo, ansioso, paranoico o più passivo e cambiamenti rilevati dai familiari. E' una malattia terribile e di difficile gestione, sia da parte medica sia, soprattutto, dai familiari.

La trama del film: Alice Howland è una donna di 50 anni, moglie, madre di 3 figli e professoressa di lingue alla Columbia University di New York, ha una vita piena e felice, quando una serie di sintomi, come la dimenticanza di alcune parole, portano alla diagnosi precoce di Alzheimer sconvolge la sua esistenza e quella della sua famiglia. Alice è una donna forte e intelligente che vive il dramma della progressiva perdita di tracce di sé e della sua esistenza e che cerca di resistere alla malattia trattenendo il più possibile ciò che la caratterizza e la definisce, restando, come indica il titolo, ancora Alice, ma sentendosi più fragile, insicura e che perde tutte le certezze avute sino a quel momento, mentre la famiglia si fa sempre più presente ma incapace di gestire la malattia quando lei perde sempre più consapevolezza di chi sono. Un film intenso e difficile con al centro Alice, interpretata da Julianne Moore, drammatico e vero.

A conclusione del post vorrei segnalare i siti di due centri italiani per l'Alzheimer:
Non lasciamo soli pazienti e familiari e consigliamo gruppi di auto mutuo aiuto di supporto che esistono anche per questo morbo. A conclusione del post il trailer italiano, che potete trovare su YouTube.




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