Giornata di digiuno e preghiera per i missionari martiri


Nel giorno in cui ricorre l'anniversario dell'uccisione di Monsignor Oscar Romero, arcivescovo del San Salvador ucciso nel 1980 e che salirà agli onori degli altari il 23 maggio prossimo, si celebra la Giornata di digiuno e preghiera per i missionari martiri, uomini e donne che hanno lasciato tutto per testimoniare l'amore di Cristo e che hanno versato il proprio sangue a causa dell'odio e dell'intolleranza verso i cristiani.
Prima, quando sentivo parlare di martiri, pensavo a quelli del passato, ma ora il pensiero cade sulle tantissime vite spezzate per amore e che hanno ricevuto, e ricevono, odio, persecuzione, sofferenze e morte, ora i volti sono più vicini e conosciuti, penso a Monsignor Romero, a don Andrea Santoro, ucciso in Turchia, alle suore missionarie uccise in Burundi fino ai martiri cristiani decapitati dall'Isis in Egitto e alle vittime cristiane uccise negli attentati in Pakistan, in Africa, in Siria,...

Oggi vorrei condividere con voi la storia di un giovane martire cristiano di cui ho appreso sul sito di Aleteia (link) e che è di esempio per tutti noi. Proprio per il ripetersi di persecuzioni e attentati, in Pakistan fedeli si sono organizzati mettendo delle guardie alle porte delle chiese per controllare chi entra, specie se estraneo, una di queste guardie si chiamava Akash Bashir, aveva 19 anni ed era un ex allievo della scuola tecnica dei Salesiani. Il giovane ha visto avvicinarsi un uomo che ha tentato con la forza di entrare in chiesa, Akash e il suo compagno lo hanno fermato, ma quando Akash si è accorto che era un kamikaze e che aveva addosso un carico di esplosivo sotto il giubbotto, con grande coraggio lo ha abbracciato per evitare che esplodesse dentro la chiesa morendo con lui. 
Il bilancio dell'esplosione nella chiesa di St. John a Lahore il 15 marzo scorso, uno dei due attentati alle chiese quel giorno, una domenica, gremite di fedeli, è stato di 9 vittime (16 in totale), ma se il kamikaze fosse entrato in chiesa sarebbe stato decisamente più alto. 
Il coraggio vero non è di chi decide di far morire altre persone facendosi saltare, ma di chi dona la sua vita per salvare quella di tanti altri, il coraggio di questo giovane cristiano non va dimenticato, come non va dimenticato quello di tutti i martiri della fede e dell'amore, uomini e donne che lasciano la propria terra per aiutare gli altri e che spesso non ritornano più vivi. I nomi e i volti sono tanti, per ricordarli tutti e per trarre dal loro esempio il coraggio per una testimonianza cristiana più autentica e coerente con Cristo nasce questa giornata di digiuno e preghiera, non perdiamola.

Commenti