La speranza non può morire nel Mediterraneo


Mentre i governi europei dibattono su come affrontare e frenare il problema della continua immigrazione clandestina, con un continuo rimpallo di responsabilità, accuse, paure e problemi, questo moderno traffico umano continua senza sosta, alimentato dalla guerra, dai terroristi e dalle tragiche condizioni di vita nei paesi di origine e lo sfruttamento degli scafisti che imbarcano oltre misura quelle che non sono navi, ma grossi involucri di legno vecchio non reggono alle intemperie di un mare in burrasca, forse non reggerebbero nemmeno in condizioni di mare piatto come una tavola.
Io avevo gia' scritto riguardo a questo argomento (link), ma non so davvero cosa pensare quando tantissime vite accettano di affrontare un viaggio disperato aggrappati ad un barcone come ad un filo di sottile speranza che si spezza in fondo al mare ma che evidentemente non trovano nel paese da dove partono.
E' un problema che non ha facili soluzioni, sicuramente non si può accogliere e basta, specie se l'Italia viene lasciata sola, mancano i fondi, i luoghi, le possibilità, ma non si può nemmeno non intervenire lasciando i migranti in balia delle onde e della morte.

Io credo che bisogna intervenire prima di tutto nei paesi di origine con un'azione unita di Europa e America, solo quando le cause che spingono le persone ad emigrare si risolvono questo flusso continuo avrà termine, ma, anche se non è facile, sembra che nessuno voglia intervenire in Africa, paese conteso e sfruttato fino al midollo per le sue risorse, ma che, tranne le ONG e le varie onlus, se muore per fame, malattie e guerra non interessa a nessuno, come in Siria per esempio, dove si continua a morire nell'indifferenza generale.

Queste sono le considerazioni che mi vengono a caldo, ma quando sento che 800 migranti, per riportare l'ultimo caso eclatante, sono morti nel Mediterraneo, come tanti prima e tanti ancora dopo, provo dolore e rabbia, il Mediterraneo non può diventare la tomba della speranza...
Queste persone di cui non si sa nulla non sono naufragate per un incidente, non stavano facendo un viaggio ufficiale organizzato, una crociera, dove c'è una lista passeggeri e dove si può sapere chi sono e da dove sono partiti in caso di naufragio, sono uomini, donne e bambini partiti di corsa, in preda alla paura di venire uccisi, accettando un viaggio senza garanzie, comodità e sicurezze, senza dignità, perché persone appiccicate l'una all'altra, con a malapena lo spazio per respirare e senza un posto riparato per fare i bisogni fisiologici o per stendere le gambe, senza potersi riparare dal freddo e alimentarsi in modo adeguato, non vuol dire certamente rispettare la dignità umana. 

Una signora amica mi ricordava come anche gli italiani, anni fa, sono stati un popolo di migranti verso altri paesi europei e verso gli Stati Uniti, era il dopoguerra ed erano poveri, non c'era lavoro e partivano per fame, le famiglie venivano spezzate per avere la possibilità di mangiare e andare avanti, ma partivano con calma, ci riflettevano su, poi acquistavano il biglietto e partivano con navi vere ed arrivavano a destinazione, alcuni si trasferivano definitivamente tanto si trovavano meglio, altri ritornavano, ma certo nessuno sparava contro di loro, nessuno li minacciava di morte, né a loro né ai loro figli, e le famiglie non perdevano le loro tracce per sempre nel mare.

Immigrazione clandestina, rischi sanitari, strutture di accoglienza al collasso, mancanza di fondi e di alloggi, scarse possibilità lavorative ecc... tutto vero, l'accoglienza incondizionata non è e non può essere la soluzione e l'unico intervento, come sembra ora, ma, intanto che i paesi si decidano e organizzino su come/dove intervenire, non possiamo lasciare che la speranza muoia nel Mediterraneo, impedire ai barconi di partire controllando tutta la costa africana è fattibile? non lo so, perseguire gli scafisti sicuramente si, ma soccorrere i migranti in mare questo possiamo e dobbiamo farlo, è un dovere morale cui non possiamo sottrarci, non si può abbandonarli alla morte, il Mediterraneo non può continuare ad essere una tomba.

Commenti