L'Ultima Cena


Oggi, Giovedì santo, facciamo memoria dell'ultima cena del Signore, un momento fondamentale, l'ultimo sereno in compagnia dei suoi, in cui Gesù compie dei gesti importantissimi, istituendo l'Eucaristia e il sacerdozio e mostrando l'amore come servizio gli uni agli altri attraverso la lavanda dei piedi. I suoi non hanno compreso in quel momento l'importanza di ogni singolo gesto compiuto da Gesù e di ogni parola da Lui pronunciata, dopo quel momento sereno e profondo di convivialità hanno visto il tradimento di Giuda, l'arresto nella notte di Gesù e tutta una serie di eventi drammatici che li hanno smarriti e spaventati, sono fuggiti tutti anche se Gesù li aveva preparati ed alla fine fin sotto la croce è rimasta solo la Madre, raggiunta poi solo da Giovanni, il discepolo amato, colui che ha poggiato la testa sul petto di Gesù ed ha potuto ascoltare i battiti del suo cuore.


Il Triduo Pasquale è un tempo liturgico forte ed è un'occasione importante per tutti noi per accostarci umilmente a questo mistero grande della Passione, Morte e Risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, un mistero che non possiamo cogliere nella sua profondità, lascia ammutoliti un Dio che si fa carne e che assume su di sé tutti i nostri peccati accettando non solo l'infamia di una condanna a morte pur essendo innocente, ma anche l'atroce sofferenza prima personale con le accuse, le menzogne, gli sputi, gli schiaffi e le grida del suo popolo amato, poi nel corpo con l'orribile flagellazione, la coronazione di spine e la terribile salita al Calvario sotto il pesante legno della croce che gli ha causato ulteriori dolorosissime piaghe, quindi la crocifissione e la morte dopo un'agonia di tre ore. Lascia ammutoliti come Gesù abbia accettato tutto questo per salvare noi, per salvare i suoi stessi carnefici, per salvare i lontani, compresi quelli che ancora oggi lo odiano, lo perseguitano e combattono; lascia ammutoliti il modo come Gesù ha affrontato e accolto un dolore indicibile, nel silenzio, e lascia ammutoliti il Padre che, per amore di noi peccatori e ingrati, ha donato il Suo Figlio unigenito per farlo soffrire e morire in un modo atroce. 
Tutto si spiega con l'amore, ma resta un mistero, perché noi non sappiamo amare così e non comprendiamo un simile amore, totale e incondizionato, che ci sorprende e sconvolge, rovescia il nostro amore piccolo e fragile.

Mentre viviamo questo Triduo Pasquale facciamo sempre più spazio a Dio, lasciamoci toccare e coinvolgere, anche sconvolgere, da questo amore e, come invita la Scrittura lasciamoci riconciliare con Dio (2 Cor 5,20), affidiamo a Lui nel Sacramento della Riconciliazione (o Confessione) tutta la nostra vita, il nostro cuore, deponiamo ogni peso, ogni peccato, per rinascere a vita nuova nello Spirito vivendo quell'amore che il Signore incessantemente ci dona e siamo canali aperti di questo amore per farlo arrivare anche agli altri che incontriamo nel cammino della vita.

Non lasciate passare questo tempo prezioso, se non avete vissuto bene la Quaresima, vivete bene questo Triduo Pasquale, prendetevi del tempo per partecipare ai riti ma anche per sostare in preghiera silenziosa davanti al Santissimo Sacramento, che stanotte verrà tolto dalle chiese e deposto in luoghi appositi, e davanti alla Croce, Maria a Medjugorje ha detto che grandi grazie vengono dall'Adorare la Croce, ma la grazia stessa è contemplare Gesù che soffre e muore per amore nostro e per imparare l'Amore da Lui, quell'amore che solo la Croce ci mostra e ci può insegnare. 
Auguro a tutti voi un buon Triduo Pasquale nell'amore di Gesù Cristo.

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