"Il cuore oltre le sbarre"


Oggi condivido con voi questa storia bella d'amore e di rinascita, un amore che nasce a sorpresa in circostanze particolari: Giuditta è un'insegnante di lettere, cattolica e di sani principi, che porta i suoi studenti al Meeting di Rimini e lì incontra Pietro, un detenuto presente al convegno con la cooperativa Giotto (http://www.coopgiotto.org/) un'occasione per testimoniare che i carcerati sono persone che devono pagare per gli errori commessi, ma che non sono definiti dai loro errori.. uomini che possono ricominciare  e, inaspettatamente, si innamorano, ma al termine del Meeting devono separarsi e Pietro deve tornare in carcere, dove sta scontando la pena per omicidio e spaccio di droga di venti anni.
La distanza e la situazione li portano ad affidarsi totalmente a Dio e vivere il loro amore attraverso le lettere che si scrivono per tutto il tempo della detenzione.
In carcere la vita e l'animo tormentato di Pietro ritrovano la pace e la vera libertà interiore, quella che nemmeno la privazione della libertà fisica può toglierti, e scopre di avere un Padre che lo ama incondizionatamente e che è pronto a chinarsi sulle sue ferite per guarirle e gioisce con lui per essere ritornato in vita, riporto le sue parole < ...Puoi sentirti libero da carcerato e prigioniero da uomo libero. E invece lì ho cominciato a sollevare il mio sguardo incarognito e a capire che c'era la carezza di Cristo pronta a posarsi sulle mie ferite e sui miei errori >. L'incontro con la cooperativa Giotto gli offre la possibilità di lavorare nei laboratori che gestisce e di riprendere il mestiere di fabbro che faceva prima di scivolare nell'abisso della violenza. 
Il 24 febbraio 2014 a Pietro, dopo 11 anni, 2 mesi e 22 giorni di carcere, viene affidato ai servizi sociali e può scontare la pena ai domiciliari, trova lavoro come fabbro e il 29 marzo sposa Giuditta, significative le parole del celebrante < La grazia che chiedete a Dio vale solo per oggi, perciò dovete chiederla ogni giorno, certi che Lui ve la concederà, come ha dimostrato di fare tante volte in questa storia >.
E' Giuditta a raccontare la loro storia in questo libro, una storia intensa e bella, ma con un dolore nel cuore che li accompagnerà sempre, quello per la persona a cui Pietro ha tolto la vita, e vorrei riportare una frase significativa da lei pronunciata rispetto alla rinascita di Pietro e che vale per ogni persona, per tutti noi < Una delle frasi che mi sono sentita ripetere più volte in questi quattro anni è chi nasce rotondo non muore quadrato. Volevo dimostrare che è un'idiozia: ciascuno può decidere, in ogni momento e circostanza, di tornare a essere uomo, qualunque errore abbia commesso. Può decidere di alzare lo sguardo dalla sua miseria che riconoscere Dio è un Padre buono che mai volta lo sguardo da un'altra parte, che ti viene a cercare anche quando gli hai voltato le spalle. Nessuno è perduto per sempre, nessuno sbaglio è tanto grande da non poter essere perdonato >.
Credo sia un libro da leggere e un esempio di come il carcere non debba solo essere restrittivo e punitivo, ma anche aiutare le persone che hanno sbagliato a ricostruirsi e riabilitarsi per poi reinserirsi nella società rinnovate per riprendere la via giusta e non ricadere nuovamente in quella sbagliata, come è facile che accada senza un percorso formativo, lavorativo e di accompagnamento psicologico e spirituale.
Sotto un breve video in cui Giuditta racconta la sua storia con Pietro a "Sulla via di Damasco", programma del sabato mattina di Rai2 di Monsignor Giovanni D'Ercole, video dell'anno scorso rimandato in onda sabato scorso.

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