Quando pensi di fare bene e invece sbagli...

(immagine presa dal web)

Spesso abbiamo nel cuore e nella mente buone intenzioni, eppure non si traducono in bene nella realtà, così è accaduto a me diverse volte e recentemente... Nel mio post sul family day del 27 giugno scorso (http://petalidiciliegiosperanza.blogspot.it/2015/06/a-proposito-del-family-day.html) ho affermato di essere aperta al riconoscimento delle unioni civili per le persone omosessuali, credendolo un piccolo passo verso di loro in questo tempo di forti contrasti e schieramenti, che non lasciano spazio ad un dialogo costruttivo a causa delle posizioni inconciliabili tra cattolici e omosessuali, lo Stato deve tutelare tutti i cittadini, anche quelli che la pensano diversamente rispetto al matrimonio tra uomo e donna, ma ho compreso che io, come cristiana, non posso essere favorevole alle unioni civili, sia etero sia omosessuali, perché credo unicamente nel matrimonio cristiano.

Ho pensato nella mia testa di fare bene aprendomi alle unioni civili, come una lancia spezzata in loro favore e per far sapere soprattutto, alle persone omosessuali e a tutti, che noi credenti non discriminiamo nessuno, ma ascoltando Giorgio Ponte alla trasmissione di TV2000 Beati Voi, che vi consiglio vivamente di vedere, ho compreso che dire si alle unioni civili non è un piccolo passo verso le persone omosessuali, ma un grosso passo contro di loro e indietro nella nostra società. 

Giorgio Ponte è scrittore, insegnante di religione e omosessuale cattolico, ha dato una splendida testimonianza durante la trasmissione (che ho trovato su YouTube e la trovate a conclusione di questo post insieme al breve video sulle sue beatitudini) e mi ha fatto rivedere la mia posizione, facendomi comprendere che rispetto ed accoglienza delle persone tutte va bene, sono un dovere morale oltre che di fede, ma senza tradire il proprio credo e nella verità, non so se riesco a spiegarmi, ma è come dire agli omosessuali e ai non credenti che la bellezza e la pienezza di gioia riguarda solo noi cristiani, che è solo per noi e non per loro, invece è una chiamata e un dono per tutti, non riguarda solo "un'élite", perché Gesù Cristo si è incarnato, ha sofferto, è morto e risorto per tutti noi.

Lo Stato prenda pure le decisioni che ritiene opportune e tutti ne prenderemo atto e ci faremo i conti, sperando siano conformi alla Costituzione Italiana e rispettose  del vero bene delle persone e dei bambini, ma io come credente non posso dire si, ma affermare e sostenere il NO alle unioni civili, alle adozioni a persone omosessuali, alla maternità surrogata o utero in affitto e, con ancora più determinazione, NO all'ideologia gender nelle scuole, tuttavia questi no, anche se possono sembrarlo, non sono dei no alle persone omosessuali e ai non credenti, vogliono dire solo che non possiamo condividere quelle posizioni per il bene delle persone e dei bambini. So che non sarà facile da comprendere ed accettare ma noi cattolici non siamo contro le persone omosessuali, perché ogni uomo e donna sulla terra è nostro fratello e sorella, anche se non crede in quello che noi crediamo.
Questi no rendono il dialogo ed il confronto molto difficile e in salita, ma in realtà si fa molta fatica a confrontarsi e parlare anche tra noi cristiani, tra i membri della propria famiglia, nelle comunità, nelle parrocchie, nelle relazioni affettive e lavorative, l'importante è non scoraggiarsi e non far venir meno il rispetto e l'accoglienza gli uni degli altri, è proprio confrontandosi con gli altri che si cresce e matura, purché si faccia nel rispetto e senza trascendere in offese e gesti, come nei social e nelle televisioni più di qualche volta accade, e si può anche rivedere le proprie posizioni, come è accaduto a me.

Don Fabio Rosini, durante una delle catechesi finali dei Dieci Comandamenti, parlando di Erode che, per non tradire la parola data a Salomè, figlia di Erodiade, davanti a tutti e per timore di perdere credibilità e potere, ha fatto decapitare Giovanni Battista, pur non avendone l'intenzione, ci ha ricordato che si può ritornare sui propri passi, si può venire meno ad una parola data, se si sa o comprende di stare sbagliando, solo a Dio dobbiamo fedeltà assoluta e non dobbiamo tradire i si pronunciati a Lui, come ad es. consacrazione religiosa e matrimonio, certi di contare sulla Sua grazia e su di Lui, che mai ci abbandona. Ecco con questo post rimangio il mio si alle unioni civili e domando perdono per aver eventualmente sollevato confusione e dubbi e vi invito ad ascoltare la testimonianza di Giorgio Ponte, che offre diversi spunti di riflessione e di crescita per tutti noi.

La mia speranza è che un giorno ogni persona possa incontrare Gesù Cristo e fare esperienza del Suo amore nella Chiesa e nella vita di tutti i giorni, trovando senso e gioia piena per la sua esistenza, e che queste divisioni, accuse reciproche, attriti possano essere superati per costruire ponti di dialogo e incontro, anche laddove non si condivida un cammino comune.



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