Fine di una professione


Cari amici chiedo perdono per l'assenza delle scorse settimane, ma, come accade spesso quando uno fa dei programmi, un imprevisto e nuovo problema di salute mi ha messo completamente al tappeto, per fortuna in via di risoluzione riprendo il mio cammino insieme a voi condividendo un altro passaggio importante della mia vita, un passaggio difficile e doloroso, ma ho imparato che il dolore è un mio instancabile compagno di viaggio e che devo imparare ad affrontarlo e accoglierlo così come si presenta, cosa tuttavia non semplice, poiché quando pensi di gestirlo bene in un modo, ecco che muta il suo aspetto e ti disarma, producendo quello spiacevole senso di smarrimento iniziale che ti destabilizza.

Come sa bene chi mi segue da sempre, ho perso il lavoro di infermiera nel 2011 per motivi di salute e da allora non esercito più, in quanto le mie condizioni non me lo permettono, ho provato a cercare delle alternative compatibili col mio stato, ma i tempi difficili non mi hanno aiutato, già è difficile trovare lavoro in condizioni normali, quando stai bene ed hai tutte le possibilità, figuriamoci quando hai una malattia che impone dei limiti sempre più evidenti, l'ideale per me sarebbe un lavoro da casa, qualche ora al giorno, tramite computer, tuttavia non ho mai trovato nulla di serio.

In questi anni ho ottemperato ai miei oneri pagando regolarmente la tassa annuale di iscrizione al Collegio IPASVI ed all'Albo professionale, cui tutti gli infermieri devono (o meglio dovrebbero) essere iscritti e che garantisce la professionalità, tutelando i cittadini e gli infermieri stessi, contro ogni abusivismo e illegalità nell'esercizio della professione, chi non è iscritto o non è in possesso del titolo, diploma e/o laurea in scienze infermieristiche o esercita illegalmente la professione (se qualcuno è assistito da infermieri si accerti di questo!). 

Quando lavori e ricevi uno stipendio regolarmente, le piccole/grandi spese quotidiane, mensili, annuali non gravano più di tanto, ma quando sei disoccupato, malato, ogni spesa pesa moltissimo, io dipendo completamente da mia madre, vivo e mi curo grazie a lei ed alla sua pensione, grazie ai sacrifici ed all'impegno lavorativo di una vita di mia madre, le spese sanitarie sono notevoli e gravose, senza contare quelle quotidiane, così quella tassa annuale è diventata un peso, un surplus inutile non potendo esercitare la professione. Ho provato a trovare una soluzione alternativa, ho informato il Collegio della mia situazione, speravo in una sospensione momentanea, invece, non solo non ho avuto risposta, ma ho ricevuto la richiesta di riscossione coatta dell'imposta tramite Equitalia, completa di mora, così sono stata costretta a prendere una decisione difficile e dopo 21 anni ho attivato la procedura di cancellazione dal Collegio e dall'Albo professionale.
La cancellazione non solo comporta la sospensione definitiva dell'imposta, ma rappresenta la fine legale della mia professione, anni di sacrifici, di impegno, di fatiche e di gioie finiti in questo modo, certo non dimentico tutto quello che ho studiato, appreso e vissuto e so bene che, iscritta o cancellata, non posso più esercitare la professione d'infermiera, eppure provo un dolore incredibile, perché ho amato ed amo questa professione, perché l'ho scelta e vi ho dedicato tutta me stessa, tutta la mia vita, tutte le mie energie, il mio tempo, la mia passione e vederla finire così, per una tassa...

Sto vivendo un lutto, il lutto della mia professione, una nuova perdita della mia vita ed ora ho solo voglia di piangere... ma passerà anche questa...
Non posso più esercitare la mia professione, ma posso condividere con voi quello che so attraverso questo blog con gli specchietti dedicati alla prevenzione... affinché non sia tutto perduto...

Commenti