Fermare la violenza sul nascere

(immagine presa dal web)

Il 1 maggio è stata la XX Giornata Bambini vittime della violenza, dello sfruttamento, dell'indifferenza e contro la pedofilia e proprio in questi giorni è venuta alla luce la drammatica e terribile storia della piccola Fortuna Loffredo, violentata ripetutamente ed uccisa a 6 anni il 24 giugno 2014 per un suo rifiuto gettandola dall'ottavo piano dello stabile dove viveva,  e del piccolo Antonio Giglio, morte con le stesse modalità nello stesso modo e luogo, il Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, il 27 aprile 2013 a soli 4 anni, di cui ora, dopo che si è saputo di Fortuna, è stata chiesta dai PM la riesumazione del corpicino per effettuare l'autopsia e le indagini del caso.
Una storia di orrori e violenze perpetuati negli anni e tenuti nascosti, come quando si vuol far vedere che casa è pulita nascondendo la polvere sotto i tappeti, ma alla prima occasione la verità viene alla luce ed ora gli inquirenti dovranno scandagliare fino in fondo il contesto e la realtà drammatica che cela, forse coinvolgendo altre piccole creature innocenti. Come giustamente ha sottolineato don Maurizio Patriciello non bisogna fare di un filo d'erba un fascio e condannare l'intera comunità della zona per l'iniquità di pochi e perché poveri, anche perché sappiamo bene che la pedofilia è molto forte anche tra i ricchi, ricordiamo il deplorevole e terribile turismo sessuale, come viene comunemente chiamato, nei paesi poveri in cerca di innocenti venduti per denaro appunto, così come il materiale pedo-pornografico che viene trovato in ogni genere d'indagato o incriminato per pedofilia.
Qui non si tratta di mettere in croce l'intero Parco Verde, anche se è giusto che chi indaga non lasci nulla al caso e vada fino in fondo per tutelare, proteggere e salvare eventuali vittime, vecchie e nuove, ma di combattere la violenza e la pedofilia a 360°, dalle pagine social ai siti internet, ai siti che promuovono e organizzano, anche in forma subdola, turismo sessuale, ma anche con programmi formativi, educativi, seminari di incontro e confronto, informativi volti a prevenire la violenza e limitarne il più possibile il raggio d'azione, invitando e sostenendo chi denuncia i propri carnefici (dopo che vengano accertate le denunce), facendo passare che le vittime sono innocenti e non hanno alcuna colpa della violenza subita, evitando quel vergognoso comportamento di mettere in croce le giovani, ad esempio, per come vestono, perché la violenza è nell'occhio, nelle orecchie e nelle mani di chi la fa, non di chi la subisce suo malgrado, perché vittima di un branco o meno forte fisicamente e psicologicamente, perché la vergogna spinge molte vittime a non denunciare, portandola marchiata dentro e fuori mentre il colpevole resta impunito e ignoto, libero di colpire ancora. 
La violenza, sotto diverse forme, resta troppo spesso impunita e questo per paura, vergogna, sensi di colpa, inconscio desiderio di dimenticare e lasciarsi tutto alle spalle facendo finta che non sia successo nulla, negando i fatti, senza però smettere di portarne i segni, perché la mente può dimenticare, il corpo no e reagisce in modi inaspettati, anche verso persone cui si è legati affettivamente e che sono incolpevoli. E' necessario abbattere il muro della vergogna da una parte e dell'ipocrisia dall'altra, di chi sente sempre di avere la verità in tasca e punta il dito verso tutti, siamo vicini davvero alle vittime, sosteniamole nel difficile percorso di guarigione interiore e fisica, di superare la violenza e continuare a vivere più serenamente possibile, dimenticare è impossibile ma andare oltre si, ma non da soli, sostenuti da professionisti e dalla propria famiglia, perché, purtroppo, può capitare a chiunque in ogni momento, per cui essere vicini, fare rete uniti è l'unico modo per arginare rischi, come evitare di chattare con qualcuno in internet e fidarsi ad incontrare persone che, comunque, sono sconosciute e che possono raccontare un mondo di balle per farsi belli, possono sembrare brave, ma nella realtà non sappiamo come sono, oppure andare a ritrovi/feste organizzati in rete e di cui non si conosce nessuno, né chi organizza né chi li frequenta, oppure andare soli in discoteca o uscire a tarda sera, ormai i pericoli sono maggiori rispetto al passato e imprevedibili, specie per i ragazzi, quindi proteggiamo noi stessi e i nostri figli, con l'educazione innanzitutto, troppi si rovinano la vita, specie se sbagliati, mentre giusti no possono rivelarsi preziosi, anche se non vengono sul momento apprezzati e graditi.
Il discorso sarebbe lungo e lo riprenderò sotto altri profili più avanti, anche se non intendo dare spazio alla violenza, già troppi ne parlano e straparlano, facendo trasmissioni intere, dove i messaggi salienti sono pochi buoni e i disappunti tanti, dove in realtà non si dice nulla, io ne parlo solo per l'aspetto che sostengo da sempre e su più ambiti: la prevenzione. Quando le cose accadono, pure se si possono prevenire, si possono solo raccogliere i cocci e cercare di curare/lenire le ferite delle vittime e dei familiari, ma è fondamentale impedire con ogni mezzo a questi mostri di agire restando impuniti, io dico sempre che la violenza sugli animali, che solleva il disappunto di pochi e il menefreghismo/indifferenza di tanti ("tanto era solo un cane...un gatto...un coniglio...un maiale...ecc, la lista è lunga purtroppo!), è l'anticamera a violenze su altri esseri viventi, per lo più indifesi, come bambini, donne e anziani, per cui va fermata all'origine con pene esemplari, con tutti i programmi educativi che volete atti a recuperare l'individuo che ha sbagliato, ma non annullando la pena, dando condoni e rimettere in libertà individui non recuperati esacerbati dalla permanenza nelle carceri (anche se la maggior parte dei veri criminali non è dentro le sbarre - che accolgono tanti innocenti ingiustamente condannati - ma fuori, in piena libertà e magari pure sostenuti...), in modo che possano ripetere e fare anche peggio. Fermiamo la violenza sul nascere, dalle prime avvisaglie, di cui spesso vittime sono proprio gli animali innocenti, anche di abusi sessuali, altrimenti domani ci troveremo di fronte assassini e stupratori senza scrupoli e, per favore, non diamo la scappatoia dell'incapacità d'intendere e di volere, perché i criminali scelgono di fare il male e vogliono farlo, poi, visto che genera orrore e disappunto e non vogliamo credere che uomini sani di mente facciano cose tante orribili, li giudichiamo insani e quindi li lasciamo liberi di rifare i loro misfatti.
Un giorno di qualche settimana fa mi è capitato di vedere, riflessa nello specchio del parrucchiere dove stavo facendo il taglio, una scena che mi ha stravolto e paralizzato: richiamata dal pianto disperato di una bambina, un pianto accorato, isterico, di chi non sta facendo un capriccio, ma di chi esprime dolore e paura, quel pianto mi aveva perforato il cuore prima dei timpani, quandi vedo una bimba sul passeggino, non fissata, che piange tenendosi la testa voltata indietro verso la mamma, che, sopraffatta dalla situazione, evidentemente fuori controllo dei nervi, urla non so cosa alla bambina, poi vedo il fratellino più grande, 7/8 anni massimo, che fa per avvicinarsi alla sorellina ma si vede che teme la mamma (ovvero non è la prima volta che accade), la quale, ad un certo punto, si ferma proprio davanti il parrucchiere, così vedo bene tutto (e non solo io, ma i gestori e la gente degli altri negozi vicini e quelli che camminano, siamo intorno alle 12 circa, quindi c'era gente in giro), la signora innervosita oltre misura dà uno strattone al passeggino e la bambina, non fissata e messa in sicurezza, vola letteralmente per terra vicino alle scale del parrucchiere e comincia a piangere ancora più di prima, con la madre che scuote ancora il passeggino come fosse colpa della bimba e non sua e il fratellino ormai paralizzato dal terrore accanto a lei, quindi la rimette sul passeggino e vanno via.
Molti hanno visto e nessuno ha fatto niente, quasi non fosse accaduto niente, e mi vergogno di confessare che pure io non ho fatto nulla, paralizzata da quella scena orribile accaduta velocemente, quando mi sono ripresa e uscita non c'erano più... Questo fatto mi ha sconvolto, mi sono sentita impotente e da allora ho quella famiglia nel cuore e nelle preghiere, tanti pensieri e domande si sono affollate nella mia testa: non la conosco, non so chi è, come faccio a denunciarla? e se la denuncio gli assistenti sociali le strappano i figli e li mettono in case famiglia, è questo bene per loro? e se...
Racconto questo episodio con grande vergogna e disagio per il mio non aver fatto nulla, sul mio non sapere cosa fare sopraffatta dalle emozioni e da quelle urla disperate, ma lo racconto per dire che può capitare ovunque ed a chiunque, quella madre forse era sola, fuori di testa, incapace di gestire lo stress e le problematiche quotidiane, magari, e lo spero davvero, non è una donna cattiva e recidiva, è stato solo un momento di perdita di controllo, stava male di testa era evidente, gli occhi fuori dalle orbite, gli scatti delle braccia, il guardarsi intorno sospettosa, ma, con tutte le ragioni del mondo a sua discolpa, i bambini sono innocenti vittime della violenza degli adulti e vanno tutelati e difesi, se possibile, aiutando e sostenendo i genitori, con terapie di supporto farmacologiche e psicologiche, cercando di ricostruire una storia familiare incrinata, ma a volte ciò non è possibile ed i bimbi, seppur dolorosamente, vanno tolti e messi in sicurezza.
Spero che i vicini, i parenti di quella famiglia siano più forti e risoluti di me, nell'intervenire ed, eventualmente, proteggere l'incolumità di quei bambini, non c'è niente di peggio per un bambino che temere la propria madre, provare terrore e diffidenza, laddove dovrebbe esserci solo amore, ricordo che cercava, pur se in difficoltà, di aiutare la sorellina e calmare la madre, ma è solo un bambino e non spetta a lui questo compito, spetta a noi adulti. Prego ogni giorno che questa famiglia, come le altre, anche quelle di ordinaria amministrazione, siano episodi isolati, in fondo i vicini di casa, i parenti, la scuola possono essere testimoni infelici di episodi come quello che ho visto io e possono quindi intervenire in qualche modo, i bambini esprimono il disagio in molti modi e ci chiedono aiuto in molti modi, non lasciamo che queste richieste di aiuto restino inascoltate e non agiamo d'impulso, serve agire con responsabilità da parte di personale preparato, altrimenti rischiamo di fare peggio, come in quei casi dove i figli vengono tolti e i genitori lottano anni per riaverli con sé, senza aver fatto nulla per meritare ciò, sulla base di dicerie, insomma chi sa parli e denunci, ma puntare il dito ed avviare denunce sulla base di niente o menzogne no.
Spero che quei bimbi stiano bene e perdonino me e tutti coloro che quel giorno hanno visto, si sono fermati ma non hanno fatto niente, nemmeno parlare con la madre, farla sfogare, non lo so, ancora oggi non ho ben chiaro cosa era giusto fare, so solo ciò che non andava fatto: niente.

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