"Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male" Rm 12,21

(Immagini prese dal web)

Parlare di speranza è difficile già solo nel contesto ordinario, ma quando accadono fatti di violenza e terrorismo inenarrabili diventa una sfida ardua, a molti sembra un insulto, come la fede, come le persone che mi interrogano spesso "ma tu ancora hai fede? ancora credi in Dio? con tutto quello che accade ogni giorno, con tutto quello che Lui permette?", la risposta sembra semplice e immediata, ma non è scontata, la mia è SI, la fede è un dono non un merito, un premio per la buona volontà e le buone azioni, ma un dono gratuito di Dio, l'iniziativa è sua ed è motivata dall'amore, poi certo sta a noi rispondere, perché il dono non viene imposto, ma proposto, si può accettare o rifiutare, non si sa come mai, davanti a tanti insulsi doni materiali fatti dalle persone, che vorremmo cortesemente rifiutare, ci facciamo tanti problemi a farlo e, alla fine, ipocritamente, accettiamo con il migliore sorriso che riusciamo a sfoggiare, invece davanti al Dono vero, che può farci felici e fare la differenza nella nostra vita, davanti a Dio, non ci facciamo scrupoli a dire NO, prendendo la più sbagliata delle decisioni, perché quel DONO è PER noi, non contro di noi, siamo proprio di granito (il coccio si frantuma facilmente, il granito no), ci mettiamo tanto a dire SI, a capire quello che ci fa bene davvero quel SI, quel Dono... 
La domanda sulla mia fede la comprendo bene, ma perché imputiamo a Dio le colpe degli uomini? Non è Dio ad aver ucciso migliaia di persone e bambini nelle guerre civili, non è Dio ad aver usato armi chimiche contro le persone, non è Dio ad aver messo bombe nelle chiese, non è Dio a farsi saltare in aria uccidendo tantissime vite, non è Dio ad aver rubato dei camion e ad averli lanciati a forte velocità sulle folle, falciando e seminando morte e terrore in momenti di festa e gioia, non è Dio a uccidere, non è Dio a sparare e rubare nelle case e nei negozi, non è Dio ad abbandonare e maltrattare creature buone e innocenti come gli animali, non è Dio... sono gli uomini a fare tutto questo e molto altro, siamo noi, la nostra razza, sono gli uomini ad uccidere le proprie compagne, i propri figli, noi giustifichiamo tutto con la follia improvvisa, mentre dobbiamo affrontare la realtà che il male esiste  e che gli uomini, certi uomini, deliberatamente lo scelgono, vivendo male e facendo il male, per denaro, per potere, per rabbia, per odio e per tante altre terribili motivazioni che vedono la follia in fondo, come macabra decorazione; dobbiamo capire una volta per tutte che chi ha ucciso e vuole uccidere e sceglie di farlo non è un folle, un malato, ma un servitore del male e che lo ha scelto, come chi ha deciso di unirsi ai terroristi... magari fossero malati, basterebbe una cura, ma chi serve il male, chi diventa il male, spesso non torna indietro e si può solo fermare, impedire che faccia del male, ma anche in questo siamo mancanti, lo dimostrano tutti quei terroristi "noti alle forze dell'ordine internazionali" che però erano liberi di colpire ovunque come schegge impazzite, tutti quegli uomini denunciati per violenze domestiche e stalking che hanno ucciso migliaia di donne.

La paura, l'orrore e il terrore di questi fatti di violenza, degli attentati, degli omicidi nelle famiglie, dei reati e furti finiti male, stanno spingendo molte persone ad armarsi, a scegliere di difendersi da sole, perché in tutti è forte un profondo senso di insicurezza generale, abbiamo la consapevolezza che le forze dell'ordine hanno limiti di numero e non possono coprire ogni centimetro quadrato delle città, oltretutto non possono essere nella testa di queste schegge impazzite e prevedere le loro mosse, che quindi potrebbero colpire ovunque, tuttavia non risolviamo nulla scendendo al livello dei criminali, comprando delle armi, ho letto che al nord c'è un boom di aumento dei richiedenti del porto d'armi, a parole è facile dire "mi difendo da solo, se entra qualcuno sparo", ma uccidere, per noi persone dotate di umanità e sensibilità, non è proprio così facile, oltretutto la sicurezza che danno le armi è illusoria e sottile come una piuma, pensate agli USA, dove le armi si possono comprare anche al supermercato, dove sono liberalizzate ed arrivano costantemente notizie di sparatorie, spesso nelle scuole, le armi non risolvono nulla, anzi creano ulteriori problemi. Chi sceglie di armarsi di fatto vive nella paura, in continuo stato di allerta, non si fida di nessuno, finisce per vedere in chiunque un potenziale nemico, specie se di colore, dell'est, o tutte quelle categorie di pregiudizi che, anche negandolo, ci portiamo dentro e questo, ogni giorno, provoca uno stress psicofisico enorme, che non rende lucidi e preparati, oltretutto la percentuale di sbagliare è alta, tu pensa se entra un amico a sorpresa, un figlio, un bambino, e tu, per stato di allerta prolungato, spari... distruggerai la tua vita, la loro e quella delle loro famiglie per sempre.

L'attentatore di Stoccolma è padre di quattro bambini, fino a prima di questa scellerata decisione, conducevano una vita normale, nella città che sentivano loro, ora sono i figli dell'attentatore, i compagni e i vicini sanno chi sono e li vedranno sotto questa lente distorta dell'attentato, mentre quei bambini sono ulteriori vittime e non carnefici, la loro vita è cambiata per sempre, il loro padre non tornerà più, loro cresceranno sentendosi figli dell'attentatore, faranno fatica a riconoscere il loro padre interiore e a distaccarsi dalla realtà di chi è e cosa ha fatto, con la speranza riescano a vivere una vita migliore del padre e non cadano anche loro nella spirale di odio e violenza, che non restino accecati e coinvolti nelle scelte del padre, spero con tutto il cuore che gridino il loro no e vivano una vita mille volte migliore del padre, nell'amore, nel rispetto, nell'accoglienza e nella gioia, spero abbiano accanto figure forti e buone.
Non dobbiamo dimenticare che anche chi fa il male ha una famiglia, spesso innocente e distante dalle decisioni sbagliate prese dal loro caro, non dobbiamo dimenticare che se vogliamo rispetto, difesa della vita e serenità, non possiamo scegliere di togliere la vita anche noi, oltretutto credete sia facile? In un videogioco forse, ma nella realtà non è così, come infermiera quando ho avuto pazienti che non abbiamo potuto salvare, è stato un fallimento doloroso, non immagino nemmeno cosa si provi a toglierla direttamente, a causare la morte di qualcuno, per me sarebbe intollerabile, preferirei morire io, gli stessi uomini e donne delle forze dell'ordine, che sono addestrati anche a uccidere per difendere, quando uccidono non lo fanno a cuor leggero, è un gesto che sanno peserà per sempre, ci dovranno fare i conti, alcuni elaborarlo in terapia, senza contare tutto l'iter di accertamento di come sono avvenuti i fatti, dove si sentono quasi messi sotto processo per aver ucciso per difendere. Come pensate potreste reagire voi senza la minima preparazione? Chiunque ci è passato si è pentito, anche se aveva tutte le ragioni, uccidere è devastante in entrambe le direzioni, sia chi viene ucciso e i suoi familiari, sia chi uccide con i suoi familiari, la vita cambia per sempre, ti rendi conto, dopo, che quel ladro era anche figlio/figlia, fratello/sorella, padre/madre, parente di qualcuno, che ha preso una decisione sbagliatissima cui tu hai risposto con un'altra ugualmente sbagliata, anche se, ovviamente, con motivazioni diverse e valide, oltretutto non conosciamo cosa spinge a prendere decisioni sbagliate, pensate alle tante persone che vivono gravi disagi e povertà, che non sanno come pagare le bollette, come fare la spesa, che non hanno da mangiare per i figli, per la disperazione possono arrivare a scegliere di rubare, pur senza l'intenzione reale di fare del male a qualcuno, come vi sentireste a sparare a loro? Non lasciamoci trascinare nella spirale di odio e violenza che ci circonda, ma scegliamo di restare pienamente esseri umani, non cediamo alla tentazione del risentimento e della vendetta, non lasciamoci dominare dalla paura che mette il nero dappertutto, anche dove non c'è, è difficile e costa, ma è per la vita, è così che si costruisce la pace, non certo con le armi.


La Sacra Scrittura risponde alle domande profonde del nostro animo, alle crisi che affrontiamo, è stata scritta tantissimi anni fa ma è Parola Viva ieri, oggi e sempre e vorrei invitarvi a leggere interamente il capitolo 12 della lettera di San Paolo ai Romani, di cui vi riporto qui un breve passo molto significativo e chiaro, che esprime ciò che sto tentando di dire con le mie povere parole:
< Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri... Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini.
Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male. >.

Quello che il Signore ci dice di fare non è facile, ma è la via del bene e che costruisce la pace, a Lui solo spetta il giudizio e la giustizia, il male non resterà impunito, ma non sta a noi giudicare e vendicarci, noi vediamo la realtà del mondo confusamente e parzialmente, solo Lui che conosce e vede tutto perfettamente e che è Dio può giudicare e dare la ricompensa ai malvagi, oltretutto credo nemmeno serva, chi fa il male sceglie l'inferno per sé su questa terra ma anche per l'eternità. In un altro passo il Signore ci dice che senza di lui non possiamo fare nulla (Gv 15,5) e, se siamo onesti con noi stessi e ci conosciamo realmente, sappiamo che è vero, eppure Lui non ci lascia mai soli, non ci abbandona e ci dona costantemente la grazia di fare ciò che ci chiede, se diciamo SI. 
L'amore per i nemici, e per nemici non intendo solo i terroristi, è impossibile senza la grazia di Dio, perdonare chi ci fa del male richiede un lungo, doloroso e difficile percorso e, senza l'aiuto di Dio, non riusciamo a perdonare davvero con tutto il cuore, anche se lo vogliamo, e quando ci dona questa grazia noi per primi veniamo liberati da un peso opprimente, il perdono è grazia sia per chi lo riceve ma anche per chi lo dona.

In un altro testo biblico, Deuteronomio 30,19-20, il Signore ci invita chiaramente a fare una scelta e si rivolge ora, in questo momento storico, nazionale, internazionale, personale, a ciascuno di noi: 
< Oggi il cielo e la terra mi sono testimoni: vi propongo la scelta tra vita e morte, tra benedizione e maledizione: scegliete dunque la vita, così voi e i vostri discendenti potrete vivere! Questo sarà possibile se amerete il Signore, vostro Dio, se gli darete ascolto e gli rimarrete fedeli. Solo lui, infatti, vi dà la vita e tanti anni per abitare nella terra, che ha promesso di dare ai vostri padri, ad Abramo, ad Isacco e Giacobbe >. 
Ogni istante della nostra vita siamo chiamati a fare questa scelta, anche nelle realtà quotidiane della famiglia e del lavoro, spesso chi amiamo ci fa più male degli sconosciuti. Spezziamo le catene dell'odio e dell'intolleranza, interrompiamo la spirale di violenza, paura, insicurezza e costruiamo la pace intorno a noi, cambiamo prima di tutto noi stessi, partendo da noi e dalla realtà in cui viviamo, e scegliamo la vita, non la morte, scegliamo di sperare, coltiviamo la speranza dentro di noi e per gli altri e preghiamo tutti uniti per la pace, gravemente minacciata e schiacciata ovunque e che rischiamo di perdere nel rischio di un altro conflitto mondiale, sostenuto e favorito dai commercianti di armi e dalle brame di potere e denaro. Scegliamo la vita e difendiamo la VITA TUTTA!

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