Un anno dal sisma : gli animali e la tragedia 



 
È passato un anno. Il terremoto che ha messo sottosopra il centro Italia ha lasciato morte e distruzione presso intere popolazioni. A essere colpiti non solo gli umani ma anche tanti animali. Da quelli domestici, a quelli da stalla, fino ai selvatici del parco dei Sibillini. Perché tragedie del genere non risparmiano davvero nessuno. È stato un caos per tutti, dove la disperazione, lo shock, la paura e la sofferenza sono stati condivisi tanto dagli uomini, quanto dagli animali. Animali che al momento delle scosse erano nelle case, che poi sono crollate o divenute inagibili. Animali da caccia e da tartufo che si trovavano nei box o peggio, a catena, e non sono potuti scappare. Animali rimasti tra le macerie, animali fuggiti. Dispersi. Divenuti prede di altri che, affamati, non potevano risparmiarli. Animali che da un giorno all'altro non hanno trovato più la mano umana che li accudiva. Animali messi al bando dalle aree delle prime tendopoli. Animali lasciati nei garage, nei cortili delle case divenute pericolanti. Animali morti sotto le travi, animali morti di fame e di sete, animali che non ce l 'hanno fatta a superare la morsa di un gelido inverno. Animali che non sono più riusciti ad essere restituiti ai legittimi proprietari ormai trasferiti sulle coste. Animali che hanno patito il caldo, il freddo, la solitudine, la paura. Perché durante quelle scosse trema la terra e i cuori con essa. Indistintamente, quello degli umani e quello dei non umani. Ma se i primi sanno in qualche modo quello che accade, sanno dare un nome e una spiegazione a quello che li travolge, i secondi no. Dovranno ubbidire, farsi accalappiare dai volontari, o da estranei mai visti prima. Dovranno affrontare l'imprevisto, arrangiarsi, adattarsi ad altre mani, al caos scoppiato all'improvviso di cui non conoscono i motivi . Dovranno adattatarsi a una vita diversa insomma,che comunque non sarebbe stata più la stessa per nessuno da quelle parti. Nemmeno per loro. È stato un anno difficilissimo. Ed è doveroso ricordare che gli aiuti, la solidarietà, anche per gli animali, è stata molta. Sono arrivati vari volontari, medici veterinari, cibo, aiuti, medicinali. Anche da altre regioni. Ma è mancata una cosa importante: una cabina di regia unica, capace di coordinare tutte le azioni di soccorso. Si è parlato, all'indomani della tragedia, che poi si è replicata il 30 ottobre, della necessità di una protezione civile per gli animali. Ecco, in quello scenario apocalittico, una cosa del genere sarebbe servita e tanto . Perché, se per gli umani esiste una macchina di soccorso ben organizzata per estrarre le persone dalle macerie, per mettere in salvo, e portare i primi aiuti, per gli animali questo non esiste. È accaduto quindi che nell'immediato post sisma, si sono riversati molti per aiutare gli animali. Ottimo si penserà, certo, ma l'aiuto, se non è coordinato da un organo che ne dirige l'azione, rischia di perdere in efficacia ed efficienza. Se ci fosse stato un organo di protezione civile anche per gli animali, composto da professionisti e volontari preparati, i risultati sarebbero certamente stati migliori.Tra tante associazioni, singoli volontari, le difficoltà della situazione, la condivisione di un territorio che si snoda su più comuni e quattro regioni, si è fatto tanto con la buona volontà,ma questa azione corale è risultata scoordinata e a volte,improvvisata.  Così, molti animali non si è riusciti a identificarli, o meglio non si è capito a chi appartenessero (poiché molti, soprattutto cani da caccia, non erano chippati) e sono finiti nei canili del nord. Lontani dai loro territori, con chance di essere adottati pari a zero. Poi vari volontari hanno lamentato la sparizione delle varie grandi Onlus non appena si sono spenti i riflettori sulla vicenda..E così a occuparsi di cani e gatti e co. ,a distanza di mesi, dopo il sisma di agosto e ottobre, sono rimasti in pochi: singoli volontari o piccoli gruppi di persone di buon cuore, che comunque da sole non sono state del tutto in grado (e come potevano del resto) di monitorare la situazione dei randagi rimasti sui territori, degli animali vaganti/feriti, rimasti senza proprietari ecc. Sia chiaro, è stato fatto molto,moltissimo ,ma la buona volontà, in situazioni del genere, non basta. 
Ecco, un organo di protezione civile per gli animali,avrebbe di sicuro portato aiuto in maniera mirata, avrebbe salvato vite, mettendo in salvo dalle macerie, accalappiando, ecc. in maniera parellela al lavoro di chi salvava gli umani. Avrebbe fatto un lavoro di lungo periodo, perché l'emergenza del momento, lascia sempre il posto, in questi casi,a un lavoro di gestione del territorio anche a distanza di mesi. 
In un paese come il nostro, dov'è buona parte del territorio è sismico, vulnerabile, a grande rischio idrogeologico, avere un organo di protezione civile per animali, sarebbe utilissimo. Perché catastrofi naturali colpiscono tutti: umani e non. E non è giusto che per quanto riguardi i secondi ci si arrangi come si può, ci si improvvisi e si arrivi in mille, per poi non raccapezzarsi più il da fare , generando caos, affidandosi solo alla buona volontà. In situazioni di emergenza e di grande tragedia,come queste la buona volontà non basta. Tanto per aiutare una persona, quanto per aiutare un gatto, o un cane..  Ma siamo ancora lontani per questo, visto che nel vocabolario dei politici e degli amministratori manca ancora la parola magica: prevenzione. In ogni caso , se e quando verrà istituito un organo di protezione civile e soccorso per animali, sarà fatto un passo di civiltà in avanti. Che chi ha un minimo di buon senso, non può , nè potrebbe non apprezzare. 
Rimaniamo in attesa. 
Ps: mentre scrivo la terra trema. Un'altra scossa ( piccola) . L'ennesima. A ricordare che il terremoto, come tutte gli eventi naturali, non aspettano.

Commenti