Un'estate da dimenticare

Foto da: http://www.iodonna.it/attualita/primo-piano/2013/campagna-contro-abbandono-cani-estate-2013-401511305271.shtml?refresh_ce-cp


Questa appena trascorsa è stata un' estate davvero pessima sul fronte ambientale e su quello delle vicende riguardante gli animali.
E' stata l'estate degli incendi in primis. Record per gli ettari di terreno andati persi. Danni ingentissimi al patrimonio naturale, danni economici enormi, danni incalcolabili agli ecosistemi. Pezzi enormi della nostra bella Italia sono stati ridotti in cenere, da nord a sud. Una calamità di queste proporzioni, mal gestita, ma soprattutto per niente prevenuta, in un Paese normale, avrebbe portato il ministro dell' Ambiente a dimettersi, cosa puntualmente non avvenuta.Non basta. Questa appena trascorsa verrà ricordata come un ' estate con temperature sopra la media ma soprattutto per l'assenza
persistente di piogge, che ha portato moltissime zone a provare una dura siccità. Vari comuni sono rimasti a secco per giorni. Eppure che l'Italia centro meridionale fosse a gravissimo rischio siccità lo avevano detto,da anni,tutti i report di scienziati, esperti e climatologi vari. E' uno dei "regali" che ci fa il cambiamento climatico. Tra l'altro, l'aumento degli episodi di meteo estremo (lunghi periodi senza pioggia, bombe d'acqua, trombe d'aria, piogge eccesive ecc.) quest'autunno,ci mette a serio rischio di frane e smottamenti, dato che varie zone sono rimaste prive di vegetazione , causa incendi.
Insomma uno scenario abbastanza desolante.
Poi non dimentichiamo il gran numero di animali da compagnia abbandonati, nonostante gli appelli e gli slogan anti abbandono. E anche se l'abbandono rimane per la legge un reato, rimangono purtroppo senza nome la stragrande maggior parte di chi, ancora nel 2017, ha il coraggio di abbandonare il cane o il gatto di casa, ma anche il coniglio o il pappagallo.
E sono stati numerosissimi anche i casi di avvelenamento di moltissimi amici a quattro zampe. Esche avvelenate hanno ucciso da nord a sud, randagi, ma anche animali di proprietà. Un crimine questo assolutamente odioso e abietto. Talmente tanti i casi,che al ministero della salute hanno prolungato la direttiva sanitaria che vieta la detenzione, la preparazione, l'uso, la dissiminazione di bocconi e esche avvelenate. Bene. Ma non basta. Serve una legge che preveda punizioni esemplari per chi sgarra. Al
ministero dovrebbero ricordarsi poi, che i  bocconi al veleno rappresentano un pericolo anche per i bambini. Senza contare i danni che fanno ad animali innocenti.

E se agli animali domestici non è andata benissimo, ai selvatici è andata malissimo. Migliaia sono morti a causa degli incendi. Altri muoiono e moriranno per la caccia, che, nonostante siccità e incendi, ha riaperto, come se nulla fosse successo. Al ministero dell'ambiente sembrano impegnarsi particolarmente per distruggere l'ambiente , più che tutelarlo. Cosa che purtroppo gli riesce molto bene.. Così come è riuscito bene alla provincia di Trento , lo sbarazzarsi dell'Orsa KJ2. Almeno a Daniza avevano dato un nome decente, in quest'altro caso invece, si sono dati alle sigle, tanto per spersonalizzare l'identità dell'orsa, per renderla oggetto, per evitare ogni forma di empatizzazione con lei."Quindi chi  hanno ucciso ? 'Daniza', 'Camilla', Serafina? Ma no, solo cappa qualcosa... "
Manco fosse una linea di occhiali o di pistole. Fatto sta, che dietro quella brutta sigla c'era un essere vivente, vittima dell'incapacità della politica di gestire un progetto ambientale importante e delicato.
E poi c'è stato lo scandalo delle uova contaminate al fipronil. Uno scandalo che vede al centro l'utilizzo di un insetticida vietato nei paesi dell'Ue e che ha portato alla chiusura di oltre un centinaio di allevamenti intensivi tra Belgio e Olanda, nonché il sequestro di milioni di uova in decine di paesi Ue. Italia compresa. Si riaccendono le polemiche su pratiche di allevamento , come quello intensivo, in cui non solo non viene mai garantito il benessere animale, ma a volte, nemmeno la sicurezza alimentare. Certo è, che se le galline non fossero ammassate e detenute in luoghi tanto innaturali e angusti al solo scopo di produrre a livelli insostenibili , sarebbero minori i rischi di proliferazione di malattie, infestazioni parassitarie ecc. Insomma, non ci vorrebbe tanta chimica nel pollaio. Ma l'industria alimentare guarda i numeri e basta:i ritmi  di produzione, le tendenze del mercato, gli investimenti e i risultati in borsa, o semplicemente i profitti, facendo attenzione affinché gli scandali che la riguardano finiscano nel dimenticatoio in un battibaleno . Non sia mai che i consumatori ci pensino e poi non mettano nel carrello della spesa uova, carne e derivati da allevamenti intensivi..

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