Vegani Vs Onnivori. Chi ha ragione?

La battaglia tra onnivori e vegani di questi tempi è sempre più accesa, nei social e non solo.
Tra insulti, accuse e scontri verbali senza esclusione di colpi, sembra ormai quello che ciascuno porta in tavola, a definire chi siamo e a prendere posizione, come in un derby calcistico.
Chi ne esce vincitore? Sicuramente chi accusa e insulta tanto per insultare ne esce perdente, indipendentemente da quello che mangia o che non mangia. Attenzione comunque, chi adotta un'alimentazione vegana parte svantaggiato e al tempo stesso ha una responsabilità maggiore nel condurre  il dibatto con chi mangia carne. Perché? Semplice: parte svantaggiato, perché è oggettivamente in minoranza . Anche culturalmente . Infatti la filosofia vegana,nel mondo occidentale, non è certamente predominante. Anzi. Al tempo stesso, quando si adotta un'alimentazione vegana per motivi etici , ci si fa portavoce di un modo di vedere il mondo, la natura e il rapporto uomo-animali ben preciso. Una visione antispecista, in cui sicuramente non c'è posto per l'insulto e la critica non costruttiva. Una visione che fa della non discriminazione e del rispetto il suo punto di forza. Se scegli di non nutrirti di animali, evidentemente, devi avere chiaro il concetto di rispetto.Ecco quindi che se  definisci 'assassini' chi si nutre di carne, se insulti chi non la pensa come te, non stai certo dando un esempio di rispetto. Rispetto che comunque sarebbe doveroso sempre , anche da parte di chi vegano non è, e attacca,offende, o discrimina i vegani. Davvero stupide poi, le pagine social che hanno l'unico intento di offendere e deridere chi non mangia carne, con foto di animali 'inpiattati' in bella vista, solo per urtare la sensibilità di chi ama gli animali tanto da non mangiarli.
In realtà questa contrapposizione , sempre rimarcata, e sottolineata, non giova a nessuno.
Da una parte la causa vegana non può certo uscirne rafforzata a suon di insulti e critiche feroci.Dall'altra,chi vegano non è, perde solo tempo a prendere di mira le persone , ma anche la filosofia vegana.
Ognuno  dovrebbere comprendere che ogni essere umano ha la sua esperienza di vita, la sua visione del mondo, e la sua sensibilità. Non tutti possono e vogliono essere vegani. E magari non sono persone pessime. D'altra parte, essere vegani per motivi etici, non rende una persona perfetta, né umanamente, né da altri punti di vista. Gli sterili attacchi reciproci non portano niente di buono a nessuno. E' vincente, in questa diatriba, chi si pone con pacatezza verso l'altro. E' vincente chi espone le proprie ragioni con buon senso. E' ovvio che in questa parte del mondo mangiamo troppo di tutto, mentre un'altra parte del mondo muore, realmente,di fame. E' altrettanto palese che i consumi di carne e derivati,per come sono ora, in Occidente, sono insostenibili. E' chiaroe che c'è di mezzo una questione di sostenibilità ambientale e una etica, riguardante gli allevamenti intensivi da cui deriva la carne che compriamo al supermercato. Ed è altrettanto evidente che da questa parte del mondo, tutti , dovremmo riflettere su quello che portiamo sulle nostre tavole. Sul cibo con cui nutriamo i nostri figli. E' un cibo sano? Come arriva sulle nostre tavole? Come sono allevati gli animali? E' giusto che milioni di animali vivano in condizioni inadatte alla loro natura e vengano uccise? E se è giusto, entro quali limiti lo è? E se si è vegani, perché lo si è veramente? Per amore degli animali? Per la salvaguardia del pianeta? Per ridurre il numero di quelle persone che stanno morendo di fame? O per tutti questi motivi insieme? E come si potrebbe aiutare qualcun altro a comprendere quanto siano legati l'etica e ciò che portiamo a tavola?
Il punto è che il cibo, noi, in Occidente, lo vediamo come un prodotto, e raramente ci soffermiamo a capire da dove viene, come è ottenuto e che costi (per il pianeta, per gli animali, per le altre persone)implica. Il cibo, lo diamo per scontato, perché ce n'è tanto, perché ce n'è troppo persino, ed è ovunque. Ma il nostro modo di mangiare, la scelta di quello di cui nutrirci ha delle conseguenze e delle ripercussioni, sia su di noi(ha evidentemente un impatto sulla nostra salute), sia sugli altri(persone nei paesi più poveri, ma anche animali). Riflettere su questo, e insegnare ai bambini a farlo, è doveroso. E sarebbe molto più utile, per fare scelte, qualunque esse siano, perlomeno consapevoli. Sicuramente sarebbe molto più utile che insultarsi su facebook.

Foto tratta da: soalca.it

Commenti

  1. Bravissima Tatiana, in entrambi i tuoi post hai evidenziato con chiarezza la questione "scelta alimentare", cosa porta o meno a decidere se alimentarsi di carne o no, hai accennato alle conseguenze e, soprattutto, su quale base deve essere affrontato il dialogo e deve essere sempre presente, per non passare dalla ragione, intesa come etica sostenuta, al torto: il rispetto verso tutti (persone, animali, pianeta...) e tra tutti. Anche io ho seguito questi fuochi incrociati tra opposte fazioni, che riguarda anche altri ambiti, tra animalisti e coloro che non amano, o odiano, particolarmente gli animali, ad esempio sulla sperimentazione animale e vivisezione, entrambe da me avversate non solo per l'amore che ho per gli animali e il dolore infinito per le torture e sofferenze patite da loro, ma anche per l'inutilità scientifica della falsa ricerca, fin troppo pubblicizzata e sostenuta dai media in questo, spero involontario, inganno mediatico che frutta soldi a chi la fa, mentre della vera ricerca, che non fa soffrire nessun essere vivente, non parla nessuno ed è sostenuta da pochi. Ho portato questo esempio per dire che sono contraria, ma resto scioccata dall'odio, dagli insulti e dai peggiori auguri, addirittura la morte, portati da certi "fondamentalisti" animalisti verso malati gravi che si sono esposti sostenendo la sperimentazione animale, in quanto convinti che a loro può migliorare o anche salvare la vita, ed hanno il diritto a sperare, quando le loro possibilità di guarigione sono ridotte al lumicino e si arrampicano sugli specchi, pur se invano. Quello che voglio dire è che chi dice di amare gli animali, la natura ecc non può aggredire verbalmente e non chi non la pensa allo stesso modo o non prova gli stessi sentimenti, prediligendo la vita umana. Dall'altra parte pubblicare video/foto in cui gli animali vengono massacrati solo per far soffrire chi li ama è un abominio. Ognuno di noi è unico e irripetibile, quindi possiamo pensare e provare cose diverse ma è fondamentale in una società civile il rispetto reciproco, anche su argomenti contrastanti e posizioni diverse, invece proprio il rispetto sta venendo sempre meno ovunque... Se vogliamo il rispetto, dobbiamo rispettare noi per primi e coltivare un dialogo, che può rivelarsi costruttivo anche su piani contrastanti e tu hai proposto qualche domanda interessante al riguardo... Grazie

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