In ricordo di Claudio Riva

(Foto presa dal profilo Facebook di Claudio Riva)

Avevo già in mente di dedicare un post del blog a Claudio Riva ed anche a sua moglie Deborah Beretta, volevo solo attendere di finire il libro scritto da Deborah, da qualche mese faccio sempre più fatica a leggere, anche se l'argomento mi interessa e sono scelti da me, dopo una pagina mi addormento, forse perché lo stato di tensione si allenta e i farmaci fanno più effetto, non lo so, le ho provate tutte ma non riesco a finire i libri. Claudio e Deborah sono persone speciali, di quelle di cui puoi avere solo una grandissima stima, persone la cui vita non è mai stata semplice, anzi piena di ostacoli e prove, ma, anziché reagire con rabbia e recriminazione, il loro spirito ne è uscito più forte, anziché piangere ed autocommiserarsi hanno scoperto l'arma più forte e disarmante che esiste al mondo: il sorriso... I motivi per piangere non sono mai mancati, ma loro hanno scelto di sorridere, si perché dinanzi alle situazioni che la vita ci mette di fronte noi abbiamo sempre due scelte: vivere con rabbia, vittimismo, recriminazioni, e tante altre emozioni negative che ci avvelenerebbero ancora di più la vita, oppure concentrarsi sul bicchiere mezzo pieno, su quello che si ha e non su quello che si perde o non si raggiunge, sugli affetti soprattutto, sull'amore e sul vivere la vita più serenamente possibile, sorridendo in faccia a ciò che ci ferisce e ci vuole togliere serenità. Come in tutte le scelte, la parte più difficile è l'inizio, una volta scelto bisogna proseguire in quella direzione e coltivare la gratitudine per tutto il bello che c'è e che, con lo sguardo aperto e illuminato, si riesce sempre a trovare, noi diamo tutto per scontato ma ogni cosa è dono, alcuni non li vorremmo mai, ma fanno parte della vita e fuggirli è sprecare energie facendoci ancora più del male, le perle sono nascoste nelle conchiglie e seppellite in fondo al mare, dove è buio e trovarle non è semplice, ma ci sono sempre le perle nella melma che a volte ricopre la nostra vita.



Claudio Riva, dopo una lunga ed estenuante lotta, tra fuori e dentro l'ospedale, si è spento il 28 marzo a 50 anni, sapevo che stava male con i reni, ma non mi aspettavo proprio questo esito così veloce, avevo intuito qualcosa perché, controllando su Facebook, la pagina di Deborah non veniva aggiornata con la stessa frequenza di prima, ma temevo riguardasse lei, perché da tanto tempo lotta contro il cancro ed è in terapia, per cui mi dicevo che non era in condizioni di scrivere, come succede a me per altre ragioni, mai avrei immaginato un peggioramento così veloce e definitivo per Claudio. Li seguo entrambi da tanto tempo ed hanno accettato la mia amicizia, trasmettevano serenità e forza a tutti, come potrete leggere nei commenti, erano di esempio per molte persone e lo sono ancora.
Claudio, brianzolo, era disabile dalla nascita, ma questo non lo ha mai fermato ed ha vissuto a 360 gradi, con una grande passione sportiva che lo ha portato ad essere un riferimento per lo sci nautico, allenandosi sul lago di Mergozzo con tutti i promotori e atleti della disciplina, divenendo campione italiano nel 2000 e continuando con grandi risultati, finché nel 2012 i suoi reni iniziano a dargli problemi e, con dolore, è costretto a lasciare lo sci nautico. Nonostante questa dolorosa rinuncia, dopo un anno, Claudio mette tutto se stesso in un altro sport, l'handbike, ovvero la bicicletta a braccia, quando l'ho conosciuto si stava allenando, con lo sguardo rivolto alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 e in cerca di uno sponsor, e su salite davvero faticose che nemmeno a piedi sarei riuscita a percorrere e invece lui si, con quello spirito combattivo e la voglia di vivere che poche persone sanno tirar fuori.
I reni hanno spezzato questo sogno ed ha iniziato a fare dentro e fuori l'ospedale, con accanto sempre Deborah, sposata il 23 maggio 2015, il loro bellissimo bambino, Gabriele, i genitori e la sorella Elena.
Ogni vita è importante, ma alcune lasciano un segno indimenticabile nel cuore degli altri, vicini e lontani, così la vita di Claudio, che spero possa coltivare tutte le sue passioni senza più limiti e che continui a vegliare su Deborah, Gabriele e la sua famiglia, ma anche agli sportivi disabili, che, come lui, mettono tutto se stessi e sognano di esprimersi a grandi livelli. 
Per Claudio e la sua famiglia la mia preghiera,  vi prego di unirvi a me... tornerò a parlarvi di Deborah...

Commenti