Scegliere di essere felice

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Da sempre gli uomini desiderano e rincorrono la felicità, pur se non sanno veramente cosa significhi essere felici e se, spesse volte, fanno in modo da sabotare la loro felicità, perché ne sono spaventati. Fa strano pensare di aver paura di essere felici, però è una realtà concreta, perché vivere accontentandosi è più facile, non si fanno sogni grandi e impossibili da realizzare, non si perseguono obiettivi troppo lontani e incerti sul risultato, non ci si mette in gioco sino in fondo e, quindi, si rischia pochissimo, non si soffre, non si è felici, ma non si va incontro a nessuna delusione. Una buona parte delle persone sceglie di vivere così, a metà possiamo dire, mentre un'altra parte rincorre la felicità dove non potrà mai trovarla e, non avendola sperimentata, non sapendo esattamente cosa sia, si illude di trovarla in una buona posizione sociale, lavorativa, comprando belle cose e case, magari due, una per le vacanze, facendo viaggi, con quel ritornello che puntella la mente "se avrò questo, se farò quest'altro, se raggiungerò quell'obiettivo, se...se...", quel condizionale che li convince che come/dove stanno ora non è possibile essere felici, anche se percepiscono nel fondo del cuore che c'è qualcosa che non torna, che non sono proprio felici una volta assecondato quel determinato se, così alcuni iniziano a credere che la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire e mai raggiungere, come una chimera, altri, invece, scelgono di continuare a cercarla nei luoghi sbagliati ed altri ancora si accontentano di non essere infelici, perché hanno tutto quello che desiderano (anche se il cuore avido non è mai sazio e continua a chiedere e possedere altro... rendendoci schiavi...), però l'idea che si sono fatti della felicità è in verità la definizione dell'illusione, questo continuo cercare cose e persone credendo che raggiungerle ci farà felici e poi, anche se si raggiunge felici non si è... 

Non so voi, ma io credo di aver passato tutte le tappe, prima ho vissuto cercato di mantenere un profilo basso, senza rischiare di essere ferita nuovamente, poi ho rincorso con grande testardaggine la felicità dove non era, cioè ovunque meno dove mi trovavo io e alla fine ho iniziato a credere che la felicità fosse impossibile da trovare. Se ci ripenso mi chiedo <dove mi sono persa>? eh già, perché fin da bambina sono stata una grande sognatrice, altro che non fare sogni in grande, sognavo di trasferirmi in Giappone (e mi mangio le mani per non aver avuto il coraggio di fare questo salto nel buio, di non aver almeno provato!), sposarmi, avere tutti i figli che il Signore mi avrebbe donato, viaggiare, coltivare la passione della scrittura e della lingua e cultura giapponese, adottare tanti animali e fare un lavoro che mi permettesse di seguire i figli e vederli crescere, poi sognavo di invecchiare con mio marito e avere tanti nipoti... 
I bambini si che sanno sognare in grande, sogni impossibili e molto difficili da realizzare direte, con ragione, voi, però il punto non è nel sogno in sé, ma nell'avere la capacità di sognare e nel non perderla per strada, vale lo stesso discorso del viaggio, quando qualcuno, non ricordo ora, diceva che non conta tanto il raggiungimento della meta né la meta in sé, ma l'importante è il viaggio, questo perché mentre viaggi incontri nuove realtà e persone con cui confrontarti e crescere, mentre viaggi vivi il presente e ne apprezzi ogni istante ed è quello a riempirti il cuore e che ti fa sentire felice: vivere pienamente il tuo oggi accanto a chi ami, apprezzando ed essendo grato per ogni singola cosa, perché anche nelle situazioni peggiori e brutte c'è sempre uno o più motivi per cui gioire (il famoso segreto di Pollyanna, il romanzo scritto da Eleanor Hodgman Porter!), anche "solo" le persone che amiamo, la cui presenza non è affatto scontata, ma un dono. 
La felicità non è subordinata al possesso, ma, come tutto, è un dono da accogliere e riconoscere nelle piccole cose, è libera come una farfalla e, come lei, non vuole essere afferrata con bramosia e pretesa, quando riconosci il valore di quello che ti circonda ti si posa sulla spalla da sola... paradossale ma è proprio la bramosia di possedere cose e persone che non ti rende felice e ti svuota pure di tutto quello che hai, perché pur di possedere sacrifichi affetti, tempo, salute e opportunità vere di essere felice, la felicità è un dono ma è anche una scelta e scegliere comprende dare la risposta giusta a più opzioni, per scegliere la felicità devi lasciar andare il tuo ego viziato che vuole dominare e possedere, devi lasciar andare anche il bisogno di controllare tutto e tutti, devi comprendere ciò che realmente conta e dare le giuste priorità, è naturale che per vivere devi lavorare (anche se alcuni non dimostrano di avere alcuna voglia di crescere, maturare ed essere indipendenti e restano attaccati alle gonne della mamma!), ma devi vivere il lavoro con equilibrio, fare quello che devi e lasciare il resto del tempo alla famiglia e alle cose che ami fare e ti fanno bene, coltivare quelle passioni che ti accendono dentro una fiamma e ti danno la forza di superare ogni ostacolo, non per arrivare chissà dove, ma solo per volerti bene, una cosa che purtroppo trascuriamo molto o facciamo male, invece è fondamentale perché se ti vuoi bene fai anche delle scelte che ti fanno stare bene, evitando quelle che ti fanno del male e lo fanno anche alle persone vicino a te, se ti vuoi bene ti accetti come sei, cerchi di migliorare e dare il massimo nelle cose che contano, ma non sei schiavo di pretese ed aspettative illusorie, tue e di altri, se ti vuoi bene sai quanto è importante stare con le persone che ami e dimostrare loro il tuo affetto. 

La felicità non è una chimera né un qualcosa che sfugge continuamente di mano frustrando il tuo desiderio, ma è un dono e una scelta, è libera, non la puoi mettere sotto chiave né piegarla ai tuoi voleri, vuole essere vissuta, momento per momento... non possiamo pretendere che la felicità resti sempre con noi, attraverseremo momenti difficili e dolorosi perché fanno parte della vita, ma non dobbiamo credere che è perduta per sempre, perché ritornerà a posarsi sulla nostra vita a fargli l'occhiolino e più che mai comprenderemo quanto è importante valorizzare ogni singolo momento, il dolore è un'esperienza terribile che eviteremmo volentieri, tuttavia ha un pregio: far cadere tutte le maschere e fare verità... Quando soffri non hai proprio voglia di superficialità e finzione e ti rendi conto anche chi ti vuol bene davvero e chi no, chi sa stare al tuo fianco nonostante tutto e chi ti riempie solo di parole, belle sul momento, ma vuote, e la stessa verità la fa dentro te stesso, cadono tutte le sovrastrutture che ti sei costruito e raccontato e riconosci ciò che conta sul serio e quanto è importante l'amore, l'amicizia, la lealtà, la fedeltà, la coerenza, la disponibilità, la gioia, la salute, la felicità... e quando senti la primavera tornare nel cuore quanto è bello e quanto la apprezzi molto più di prima che un inverno gelido attraversasse la tua strada e comprendi quanto ogni singolo oggi ha valore e non puoi permetterti di lasciarlo passare vanamente o perdendo tempo prezioso che non ritornerà, forse avrai altri oggi, ma quelli persi non ritorneranno e se lo intendi vivi pienamente, godi di ogni momento e sorridi, ama, perdona, accogli, lascia andare (chi ti fa solo del male), stringi le persone che ami e ringrazia per tutto, perché nulla è scontato.

Come sapete, io sono credente e per me tutto è dono di Dio, tutto è grazia, non sono autoreferenziale, ma chi non crede e vuole realizzare un progetto (discernendo tra illusione e obiettivo realizzabile) e si impegna con tutto se stesso per concretizzarlo, vive il tempo di attesa con speranza e la motivazione gli dona forza e serenità (l'accento ritorna sul viaggio e non tanto sulla meta), poi una volta raggiunto lo scopo è felice (se si ferma a quell'istante riconoscendolo importante e festeggia, rende grazie a chi lo ha aiutato e sostenuto, senza rincorrere subito un altro obiettivo in modo spasmodico), perché tutti gli sforzi e i sacrifici fatti si tramutano in gioia, ma la felicità si vive anche nelle piccole e grandi cose che tendiamo sempre a dare per scontate, come l'amore, la famiglia, i figli, gli amici, ecc... niente è scontato e/o dovuto e tutto può essere occasione per essere felici, invece se diamo per scontato, se continuiamo a guardare il bicchiere mezzo vuoto trascurando la metà piena, se coltiviamo e trasciniamo odio e rancore, se non perdoniamo (anche se per ragioni concrete e reali), sia se abbiamo torto o ragione, perché il punto in esame non è quello, se siamo sempre insoddisfatti, se puntiamo il dito giudicando e pontificando, se vediamo e scegliamo di vedere sempre nero e decidiamo a priori che tanto le cose non cambiano, allora la felicità la stiamo respingendo noi, la stiamo prendendo a calci perché vogliamo comandarla e che sia come vogliamo noi, ci comportiamo in modo infantile come quando regaliamo un bel giocattolo a un bambino viziato (cui, cioè, non è stato insegnato o non ha ben compreso il valore delle persone, delle cose e l'importanza della GRATITUDINE!) e lui ci risponde che voleva un'altra cosa buttandolo via senza guardarlo, non immaginate quanto spesso ci comportiamo così, abbiamo aspettative illusorie e vogliamo per forza che si realizzino senza vedere cosa ci viene donato e da chi, in questo modo non saremo mai felici.
Molte cose non dipendono da noi, specie le grandi decisioni che non prendiamo noi, ma i nostri rappresentanti (che spesso non ci rappresentano affatto purtroppo) delle nazioni, molte altre tendiamo a fare scarica barile (atteggiamento terribile molto diffuso), ma almeno facciamo le scelte fondamentali, non subordiniamo la felicità al possesso di qualcosa, scegliamo di essere felici oggi, ogni giorno che ci viene donato di svegliarci e stare con chi amiamo, scegliamo di dare risalto a quello che abbiamo e che possiamo fare, non a quello che ci manca, non perdiamo preziose opportunità di essere felici, non perdiamo per strada la capacità di sognare e di sperare, di gioire e di amare, di perdonare e ringraziare, ... non sappiamo quando saremo richiamati alla casa del Padre, quindi non rimandiamo a domani, non facciamo progetti a lungo termine consumando energie, la vita ci chiede anche di organizzarci e programmare, ma non leghiamo il cuore e la felicità a cose che non sappiamo nemmeno se arriveremo a vivere... scegliamo di essere felici... oggi...

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