18 marzo 2021 Giornata Nazionale di memoria delle vittime del Covid-19


Oggi 18 marzo 2021 è la I Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid-19, che col cuore estendo a tutte le persone che questa terribile pandemia ha strappato violentemente alla vita nel mondo intero e la cosa più triste è che, ad un anno dall'inizio, continua ancora a uccidere e con numeri impressionanti ovunque, persone che si aggiungono ad altre terribili cause decise dagli uomini, che per me non meritano di essere chiamati così, bestie feroci che per odio, denaro e potere uccidono senza pietà persone di ogni età, sesso, religione, persino bambini e ragazzi, è impossibile non pensare a cosa sta ancora accadendo in Siria, in Mozambico, in Congo e in Myanmar (ex Birmania), come i migranti morti nel Mediterraneo o confinati in massa in luoghi oltre il limite di posti e con condizioni igieniche disastrose, ma anche in altri luoghi della nostra martoriata Terra. Non voglio togliere attenzione dai morti per coronavirus, ma non esistono vittime di serie A, B, anche se a volte sembra di si, considerando il silenzio dei media su fatti drammatici di violenza e crudeltà, come ad esempio quando vengono uccisi cristiani in Africa, non è mia intenzione aggiungermi alla lista di chi risalta solo le cattive notizie, ma la speranza, come ho già detto, passa anche per la verità e se non si sono potute evitare tutte queste morti violente abbiamo almeno il dovere di non ucciderle due volte col silenzio e di farne memoria nel tempo affinché non accadano più, è fondamentale fare memoria affinché queste persone continuino a vivere in noi e insegnarci a costruire un futuro migliore, purtroppo, al di là delle varie "giornate della memoria", noi uomini continuiamo a non imparare dalla nostra storia e da quella del mondo intero ed a ripetere orrori come la guerra, facendo il gioco di chi ci guadagna dalla guerra e dalla violenza e continua a soffiare sui venti dell'odio e della divisione che uccidono gli ultimi e fanno spartire poteri ai potenti della terra, comunque ora voglio fermarmi alla giornata della memoria di oggi.
Mentre penso al significato di questo giorno della memoria sento una stonatura nel cuore, in genere si fa memoria di un evento concluso, invece questa ferita è ancora aperta e sanguina terribilmente in tutti noi, ma specialmente nelle persone che hanno perso una o più persona cara nelle zone più colpite da quella che viene definita prima ondata in Lombardia, particolarmente nelle province di Bergamo e Brescia, rimarranno per sempre tatuate nell'anima le immagini dei carri militari che portavano tante bare verso i siti della cremazione, essendo al collasso quelli dei comuni di residenza. 
Il Covid-19 circolava da settimane nel nostro paese senza che ne fossimo consapevoli e mentre avevamo lo sguardo verso la provincia cinese dove il coronavirus si è manifestato, Wuhan, per la prima volta in assoluto, probabilmente per aver mangiato animali selvatici infetti, come i pipistrelli, senza alcun controllo ed esame, abitudine che i cinesi hanno da anni sia verso animali selvatici che domestici, come più volte documentato sull'orrore del festival di Yulin e che mantengono nonostante tutte le manifestazioni e petizioni internazionali ripetendo che è un affare cinese interno e che non riguarda altri, invece questo terribile virus ha ampiamente dimostrato che non è solo un affare cinese, come anche tutti noi abbiamo forse pensato quando l'epidemia è scoppiata oltre ogni tentativo di celarla e negarla, nonostante tutto nessuno avrebbe mai immaginato che quel virus nuovo sarebbe arrivato da noi, con quella contagiosità così elevata e quell'aggressione violenta da uccidere così tante persone e in modo atroce, sole, senza poter avere il conforto vicino dei propri cari, senza poter dare un ultimo abbraccio, un bacio, addirittura senza nemmeno la possibilità di salutarli col funerale e con la presenza per la sepoltura, perdere qualcuno così è la peggiore perdita possibile, sia per chi parte sia per chi resta, solo pensarci fa male. Essendo nuovamente nel pieno della pandemia non abbiamo ancora del tutto compreso quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, un nemico invisibile è arrivato a sorpresa, cogliendoci del tutto impreparati a fronteggiarlo, occupando in breve tempo tutti i posti disponibili, soprattutto nelle terapie intensive, con i pronto soccorso al collasso e i veloci aggravamenti che necessitavano di supporto respiratorio e monitoraggio continuo, costringendo anche i medici a scelte dolorose, come quella di decidere chi intubare e chi no, privilegiando persone giovani e con maggiori possibilità di farcela, decisioni che pesano come macigni anche se consapevolmente sai che è una decisione obbligata dalle circostanze, lasciare andare anziani troppo compromessi per sopravvivere ha sicuramente lasciato ferite nel cuore degli operatori coinvolti nell'assistenza. Il covid-19 non solo è arrivato da noi, come primo paese in Europa, ma si è diffuso largamente in pochi giorni e nei primi mesi di fuoco con contagi e ricoveri in aumento, anche di decessi, non erano ancora in vigore le regole per limitare i contagi né i presidi per difendersi, per cui medici, infermieri, cappellani sanitari, medici di base, operatori sanitari ed equipe di ambulanze ecc hanno svolto la loro professione, oltre che con turni massacranti, con la paura di essere contagiati e di contagiare le proprie famiglie, molti si sono messi in autoisolamento non tornando a casa per settimane e, purtroppo, molti hanno pagato con la vita la loro professione e nessuno si è tirato indietro, anzi molti sono rientrati dalle pensioni, da altre regioni, per supportare il personale sfiancato delle regioni più colpite ed oggi ricordiamo anche tutti loro, prima del coronavirus molti non avevano fiducia nel personale sanitario, ne parlavano male, ma questa emergenza sanitaria ha aperto gli occhi sul significato profondo della professione medica, infermieristica e di tutte le professioni di aiuto che da un anno si spendono doppiamente per assistere tutti i pazienti che arrivano, per covid-19 o altre ragioni, e che non hanno mai smesso di farlo, né prima né dopo, anche quando noi abbiamo abbassato la guardia durante l'estate, convinti di essere fuori dall'emergenza sanitaria, solo perché il caldo afoso sembrava aver rallentato la diffusione del contagio, leggerezza che abbiamo pagato molto caro, come abbiamo pagato caro la chiusura delle strutture sanitarie e i tagli sanguinosi degli ultimi anni, costringendoci a costruire nuovi luoghi attrezzati per ricoverare i pazienti contagiati, con l'intervento dei militari e col supporto dato dagli altri paesi, come la Russia, Cuba, Cina ecc.
Il nostro paese è stato il primo ad essere colpito dal coronavirus e in modo violento, costringendo il governo in vigore all'unica manovra possibile per tentare di rallentare i contagi, una decisione coraggiosa e consapevole delle ripercussioni che avrebbe comportato, ma obbligata ed infatti ha sortito l'effetto desiderato, solo che ci ha messo tre mesi per diminuire la curva dei contagi. Gli altri paesi europei e del mondo hanno compreso la gravità della situazione guardando il nostro paese, alcuni ci hanno preso in giro e accusato che "ogni occasione è buona per non lavorare", come ha detto un medico inglese, noto anche da noi per le trasmissioni sulla salute di Real Time, ma in generale hanno avuto rispetto, attenzioni e anche sostegno attraverso social e media, purtroppo il nostro paese è stato il primo ma non l'ultimo, l'OMS ci ha messo tanto a riconoscere l'emergenza sanitaria chiamata epidemia, come pandemia, incurante delle aspettative e delle parole il coronavirus ha continuato la sua corsa diffondendosi rapidamente in tutto il mondo, senza differenze di razza, colore, stato sociale ecc, è stato definito il virus "più democratico" del mondo, all'inizio ha seguito la via dell'economia, ma è arrivato ovunque e nessun paese ha preso la decisione di un lockdown totale, iniziando a dividere le zone coi colori a seconda del numero di contagi, dal bianco al rosso, con restrizioni, che non tutti hanno rispettato, e l'esplosione dei contagi non ha avuto freni, facendo numerose vittime, aggravando la situazione dei paesi più deboli economicamente come India e America Latina.
Pur nella drammaticità della situazione mi ha profondamente colpito come noi italiani ci siamo comportati durante quel terribile lockdown, osservando scrupolosamente tutte le regole, mantenendo e promuovendo iniziative di solidarietà verso anziani soli, famiglie indigenti, coltivando la speranza con le parole che venivano scritte dai bambini e adulti e diffuse anche via social andrà tutto bene, parole che tutti ripetevamo con fiducia, così come mi ha commosso vedere chi cantava o suonava dai balconi, con gratitudine verso il personale sanitario, chiamati eroi per lo spirito di abnegazione, tutto il mondo ha guardato con commozione e sorpresa l'Italia e confesso di non aver mai amato il mio paese quanto quei mesi, il nostro paese ha un cuore grande, che esce e risalta nei tempi più difficili, ma è presente sotto traccia anche nel tempo ordinario, penso al terzo settore, alle migliaia di associazioni di volontariato, alle iniziative solidali, piccole e grandi, veramente dobbiamo essere orgogliosi del nostro paese, anche se non tutto funziona come dovrebbe. I tre mesi di lockdown sono stati molto duri, per me non è cambiato molto, il mio è iniziato un anno e mezzo prima del coronavirus, ma vedere e sentire Roma deserta è stato un colpo al cuore, non ricordo nemmeno di domenica un silenzio come quello, il traffico è una costante invece le strade erano vuote, spesa e farmacia solo via internet e mail, e i numeri spaventosi sempre più alti, fino a ieri i contagi confermati nel mondo sono stati 120.164.106 e i morti 2.660.422, in Italia i rispettivi dati sono stati 3.067.486 e i morti 99.785, i più alti in Europa, solo il Regno Unito ci supera (link http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5338&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto).
Nonostante sia passato un anno e abbiamo presidi, misure ed anche vaccini, i contagi e morti attuali in Italia sono purtroppo in aumento, complessivamente io credo che mai prima si è verificata una pandemia così contagiosa e devastante, la facilità di andare ovunque nel mondo ci ha sfavorito, perché, come qualche giorno fa ha detto un sacerdote durante l'omelia, il covid-19 non ha gambe ma ha le gambe di tanti irresponsabili, purtroppo c'è da rilevare anche che ci sono persone che non credono nella veridicità della pandemia, che non rispettano le regole, che non aderiranno alla campagna vaccinale, per ragioni infondate e irrilevanti rispetto al rischio concreto e grave e che continueranno ad assumersi il rischio di essere contagiati e di contagiare, che favoriranno il covid-19 e ritarderanno la ripresa del lavoro e dell'economia, è facile dire che il coronavirus è tutta una montatura quando non ti ha raggiunto e sopraffatto, quando non ti ha strappato persone care senza poter stare loro accanto, quando le conseguenze su lavoro ed economia non ti hanno coinvolto direttamente e non ti sei ritrovato nel giro di un anno dall'autonomia a fare lunghe file per ricevere scorte alimentari davanti agli sportelli Caritas, è facile dire che il coronavirus non esiste perché il tuo sguardo si è frantumato ed è ripiegato sul tuo piccolo pezzo di vita e non riesce a vedere la sofferenza degli altri che incontri senza vedere, quando sei così pieno di rabbia e dolore incancrenito che non ti fidi nemmeno della tua ombra, io spero e prego che lo Spirito Santo apra il cuore e gli occhi di queste persone perché questa è un'emergenza che si può superare solo tutti insieme e prima possibile, il distanziamento fisico credo che ci abbia fatto comprendere quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri, quanto il contatto sia importante e quanto siamo vulnerabili e importante l'aiuto reciproco, se pensiamo solo a noi stessi, al nostro bisogno ed alle nostre idee facciamo del male a noi stessi e agli altri, è urgente uscire presto dalle restrizioni per limitare i contagi, abbiamo un'arma valida, per quanto non perfetta, come qualsiasi farmaco o alimento che può avere effetti avversi imprevedibili, solo dopo una reazione controllata dai medici sappiamo di essere allergici o intolleranti a qualcosa, per alcuni la reazione può essere forte e infausta senza dare il tempo di un intervento, ma questa reazione è imprevedibile e in generale potenziale, mentre il covid-19 uccide o lascia segni gravi nella salute, non è un rischio, ma una certezza, non tradiamo la memoria di chi non c'è più e di chi li piange e piangerà a lungo, anche per come quelle persone sono state strappate, portate via in ambulanza e mai più riviste, il più grande gesto che possiamo fare per queste vite morte in solitudine, rispetto alle famiglie ed agli amici, è rispettare le regole e aderire alla campagna vaccinale, altrimenti ci renderemo responsabili involontari di altri contagi e morti. Preghiamo tutti in silenzio e comunione di amore nello spirito per tutte le vittime della pandemia in Italia e nel mondo, per chi li piange e per chi ancora e sempre è in prima linea e combatte per salvare più persone possibili, grazie e a presto cari amici

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